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25 aprile, Filisetti nella bufera. Il Pd Marche: "Le sue parole un'offesa, riflessioni indegne"

25 aprile, Filisetti nella bufera. Il Pd Marche: "Le sue parole un'offesa, riflessioni indegne"

"Ieri è uscita una nota dell’Ufficio Scolastico Regionale marchigiano a firma del suo Direttore Generale Ugo Filisetti.  Non è la prima volta che, in occasione di celebrazioni nazionali, Filisetti scrive riflessioni indegne di cui francamente non si sente affatto il bisogno"

A scriverlo è la Segreteria regionale del Partito democratico delle Marche, esprimendo una netta presa di posizione circa il messaggio inviato agli studenti dal direttore generale dell'USR Marche in occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione

"Credevamo che l’apice si fosse raggiunto con l’invito alle armi, fatto agli studenti qualche mese fa con la sua folcloristica retorica militarista. Invece si è toccato il fondo con una lettera di qualche giorno fa le cui parole sono un’offesa alle imminenti celebrazioni per la Festa della Liberazione" puntualizzano dal Pd.

"È grave equiparare le idee, ignorando e omettendo i fatti storici, i contenuti ideali, i crimini e i meriti, sia dal punto di vista storico-scientifico sia dal punto di vista istituzionale, soprattutto da chi ricopre incarichi pubblici - aggiungono i dem -. Non è accettabile che fascismo e nazismo vengano minimizzati come semplici “ragioni” e “sogni” di chi combatté contro Alleati e Partigiani. Si tratta di un atteggiamento molto pericoloso che, lungi dal fondare solidi legami di unità nella comunità nazionale, avvalla la circolazione di revisionismi profondamente nocivi".

"Chiediamo al dottor Filisetti: quando auspica un superamento delle antitesi, dei rancori e delle demonizzazioni si riferisce al superamento della lotta affinchè simili idee e atteggiamenti non si affermino più nel nostro Paese?" si chiedono dalla Segreteria regionale del Partito Democratico. 

"Vogliamo ricordare che furono la formazione dei gruppi partigiani e dei movimenti di liberazione e la successiva stesura della Costituzione i reali momenti di superamento dei conflitti, delle divergenze e dei rancori, tra tutte le forze politiche italiane dai comunisti ai cattolici, dai monarchici ai liberali. Nella lotta per la Liberazione prima e nella fase costituente poi, seppero confrontarsi nel reciproco rispetto, animate da comuni ideali di democrazia e uguaglianza sanciti dalla carta costituzionale. Auguriamo a tutti buon 25 Aprile: non si festeggia "la fine della seconda guerra mondiale", ma la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo" concludono dal Pd .

Di seguito proponiamo il messaggio integrale del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per le Marche, Marco Ugo Filisetti, a cui si fa riferimento:

"Il 25 aprile del 1945 è la data scelta per festeggiare la fine della seconda guerra mondiale in Italia, con la vittoria delle Nazioni alleate (principalmente Stati Uniti d’America,  Unione Sovietica, Impero Britannico, Francia)  con l’apporto del Comitato di Liberazione Italiano  e del Corpo Italiano di Liberazione, sulla Germania nazista e sulla Repubblica Sociale Italiana, formalizzata con la  resa delle truppe tedesche a Medesano (Parma) il 29 aprile e degli ultimi reparti della RSI il 3 maggio a Rovereto. 

La seconda guerra mondiale causò tra gli Italiani  oltre 300.000 Caduti  militari e 150.000 civili: a tutti Loro, unitamente ai Caduti di tutte le altre Nazioni  va  il nostro commosso e reverente ricordo,  senza distinzione di parte.

Quell’immane conflitto ha visto un’Italia scissa e martoriata, un’ Italia che si è fronteggiata  per le rispettive ragioni, per i rispettivi sogni di cui era carica: uno scontro marcato dal ferro e dal sangue che ha diviso, frantumato.

Ma dopo quella  grande  catastrofe ci sia ora il superamento delle antitesi disperate , delle demonizzazioni reciproche,  il riconoscimento per  tutti nella propria storia, per ricostruire  giorno per giorno questa Italia, per proiettare nel mondo un’Italia unita forte, libera, con un suo destino, che possa fronteggiare col lavoro la competizione mondiale.

Questa è la missione forte affidata a voi  nuove generazioni: non la fazione, non la setta, non i rancori, non gli odi dietro i quali i popoli si sfaldano, ma costruire la Comunità, per l’Italia di questo nuovo millennio.

E quindi rimanete sempre uniti,  pur  nelle diverse idee, siate amicizia, strumento di una amicizia per cambiare la società e siate  coraggiosi come solo la gioventù sa esserlo.

I nostri padri e nonni con il “25 aprile”  ci hanno dato una nuova Costituzione con progetti ideali, lucidi, ispirati ad un alto senso di giustizia, ma questa Costituzione   resterà opera vana se tutti insieme, comunque la si pensi, non riusciremo a dare un’anima, non riusciremo a dare una passione alla nostra Comunità nazionale, perchè i progetti si realizzano se diventano passione, se diventano fede, se diventano destino”.

 

 

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