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25 Aprile e manifestazioni parallele a Visso: è scontro. Pazzaglini: "Carancini, se non sai informati. Altrimenti taci"

25 Aprile e manifestazioni parallele a Visso: è scontro. Pazzaglini: "Carancini, se non sai informati. Altrimenti taci"

Scontro istituzionale, dopo la celebrazione del 25 Aprile questa mattina a Visso. Posizioni diverse, dopo che il sindaco di Visso e senatore della Lega Giuliano Pazzaglini aveva scelto di ricordare tutte le vittime in una sorta di manifestazione parallela a quella provinciale, scatenando la reazione in primo luogo del sindaco di Macerata Romano Carancini.

Durissimo Pazzaglini al termine della manifestazione: "Ora capisco perché Macerata è diventata lo zimbello d’Italia. Posso solo dire una cosa al “collega” Carancini. Se non sai informati, se non ti sei informato taci. Altrimenti parli a sproposito.

Riguardo il conflitto istituzionale è evidente che se c’è è quello creato da lui, che probabilmente non ha capito che è “solo” il pessimo Sindaco di Macerata, non quello di tutto il resto della provincia. Nessuno è stato fatto spostare, nel pieno rispetto delle idee di tutti ho autorizzato la loro manifestazione indicando dove poterla realizzare, località in cui loro avevano previsto la deposizione della corona". Di seguito il testo integrale del discorso letto questa mattina da Pazzaglini:

Siamo qui oggi per la celebrazione del 25 aprile, festa della liberazione, in una veste insolita, nuova, ma a mio avviso per certi versi tardiva, visto che si prefigge lo scopo non di celebrare il risultato ottenuto, non i vincitori, ma commemorare le troppe vittime innocenti che anche la liberazione ha causato.Vittime civili delle ritorsioni, delle violenze, che hanno sofferto per la brutalità di tutti gli eserciti, quello di occupazione, quello di liberazione, quello irregolare della resistenza.In questo momento solenne dichiaro la mia vicinanza alle comunità di quella gran parte del territorio nazionale che hanno subito gli orrori della violenza su giovani, adulti, anziani di entrambi i sessi ad opera delle truppe marocchine a servizio dei francesi e di tutti gli altri criminali, anche italiani, lasciati liberi di agire. Decine di migliaia di persone che hanno subito violenze sessuali e fisiche. Migliaia di morti a causa diretta delle violenze, o successivamente come conseguenza indiretta delle stesse. Famiglie distrutte, persone demolite nel corpo o nello spirito da carnefici che non riesco e non riuscirò mai a chiamare liberatori.Vittime innocenti, spesso a seguito di processi sommari, uccise per interesse o semplicemente per presunta militanza, sono loro che meritano di essere ricordate e che dovrebbero impegnare tutte le istituzioni a riconoscere gli errori del passato al fine di evitare che tali orrori possano essere commessi di nuovo. Eppure nessun tribunale, nazionale o internazionale, si è pronunciato al riguardo.
Nessun crimine di guerra è stato addebitato a chicchessia.
Nessun accenno a tali vicende in nessun libro di storia.
Nessuna giustizia è mai stata fatta per queste vittime innocenti.Lo scrittore Norman Lewis, all'epoca ufficiale britannico sul fronte di Montecassino, narrò gli eventi:
« Tutte le donne di Patrica, Pofi, Isoletta, Supino, e Morolo sono state violentate... A Lenola il 21 maggio hanno stuprato cinquanta donne, e siccome non ce n'erano abbastanza per tutti hanno violentato anche i bambini e i vecchi. I Marocchini di solito aggrediscono le donne in due - uno ha un rapporto normale, mentre l'altro la sodomizza. » Riporto una testimonianza di un altro fatto documentato:Un contadino di Cardito trova Lorenzo seminudo, ricoperto di sangue, abbandonato in un viottolo
di campagna, non lontano dal campo dei marocchini.
Lo porta in Ospedale.
Il referto riporta: stato di choc, ferite lacero contuse sul viso, sulle gambe e sulla schiena,
lacerazioni nella zona anale da penetrazioni multiple, lacerazioni delle corde vocali da penetrazione orale, i denti completamente rotti per evitare morsi difensivi .
Da quel giorno Lorenzo non disse più una parolaBasta omertà, basta ipocrisia.Oggi qui si vogliono ricordare Lorenzo e tutte le altre vittime innocenti. Non sarà un corona deposta in loro memoria a fargli giustizia, ma provare a porre fine all’ingiustizia della loro soppressione, sia fisica che come memoria storica, è possibile e questo è un primo piccolo passo in quella direzione.

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