San Ginesio, turismo delle radici: il sindaco Ciabocco alla Farnesina per l'avvio del progetto
Questa mattina il sindaco del comune di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, ha preso parte all’evento presentazione del Progetto Pnrr "Turismo delle radici: una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post Covid-19" che si è tenuto presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina.
La prima parte delle presentazione, moderata dal direttore generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, Luigi Maria Vignali, ha visto gli interventi istituzionali dei cinque ministeri coinvolti dal progetto, e in particolare del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, del Ministro del Turismo Daniela Santanchè, del Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
Successivamente nella sessione tecnica, moderata dal sindaco di Numana Gianluigi Tombolini che fa parte della cabina di regia del turismo delle radici ed è consigliere per la diffusione del Turismo del Ministro Tajani, il sindaco Giuliano Ciabocco, ha rappresentato il Centro Italia nel panel dedicato a "L’impatto del turismo delle radici sui piccoli comuni" che ha visto anche gli interventi di Anci e di altre tre Sindaci, ciascuno in rappresentanza del Sud, Nord Italia e delle Isole.
Ciabocco nel corso del suo intervento ha avuto l’occasione di poter far conoscere il borgo di San Ginesio, già insignito del riconoscimento di Best Tourism Village dall’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), e da oltre vent’anni appartenente ai circuiti riconosciuti dei Borghi più Belli d’Italia e delle Bandiere Arancioni di cui il sindaco ricopre il ruolo di vicepresidente nazionale.
"Questo del turismo delle radici – ha dichiarato Ciabocco – è il progetto a cui San Ginesio non può mancare e che apre porte davvero interessanti sotto molteplici punti di vista: quella della sfida digitale perché è un turismo che sfrutta i canali innovativi; quella dell’ecosostenibilità poiché lascia indietro le mete toccate dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell'Italia, che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile. Il turista delle radici è "ambasciatore" dei territori che custodiscono la sua storia familiare e solitamente sono i piccoli borghi".
"È un progetto che è partito bene sin dall’inizio perché sin da subito sono stati coinvolti i Comuni all’interno di una squadra di prestigio che vede 5 ministeri coinvolti, le varie associazioni di categoria, le Camere di Commercio e l’importanza di potersi affidare a reti già consolidate e strutturate quali quelle dei Borghi e della Bandiere, con uffici turistici operativi e una preparazione all'accoglienza oramai diffusa".
Il Progetto del Turismo delle Radici si inserisce nell’investimento per l’Attrattività dei Borghi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e propone un ampio raggio di offerte turistiche mirate alla vasta platea di italo-discendenti e di oriundi italiani nel mondo (stimati in circa 80 milioni).
Grazie alle strategie che verranno messe in atto, le comunità italiane all'estero presenti in tutto il mondo - che hanno un legame fortissimo con l’Italia e con le famiglie di origine - verranno coinvolte nella valorizzazione dell'offerta turistica nazionale allo scopo di invertire il processo di depauperamento dei borghi italiani per sostenere attivamente il rilancio post Covid della cultura, del turismo e dell’economia.
L’obiettivo sarà quello di consentire una riscoperta "a tutto tondo" dei luoghi di provenienza, consentendo ai visitatori di riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia.
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