Musica elettronica e canti popolari: il progetto Arci patrocinato dal comune di Macerata
Al termine del ciclo di incontri e laboratori organizzato dal circolo Arci “Radeche Fonne”, si apre l’invito al festival finale di presentazione del progetto realizzato. Il progetto di Arci Nazionale “La Cultura è la Cura”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si era riproposto di avvicinare le generazioni più giovani ai tesori custoditi dalla popolazione più anziana, nello specifico dalla fascia degli over 65 cui era rivolto progetto.
Una raccolta dati capillare che non si è mai risparmiata e ha coperto quasi ogni provincia della regione: sono state create vere e proprie reti territoriali a cui hanno aderito associazioni culturali, enti pubblici, realtà del terzo settore. Arcaico-Digitale ha ricevuto il partenariato della Unione Montana dei Monti Azzurri, del Comune di Belforte del Chienti, del Comune di Amandola e del Comune di Macerata.
“Questa iniziativa non avrebbe visto la luce senza la cooperazione del presidente Feliciotti dell’Unione Montana – esordisce il presidente di Arci Marche e di Arci Macerata Massimiliamo Sport Bianchini -. Siamo orgogliosi di aver partecipato al progetto e siamo molto felci del risultato: grazie al circolo Radeche Fonne, radicato da anni a Belforte e, più in generale, nella cultura della nostra regione, siamo riusciti nell’intento di valorizzare il territorio.
Punto centrale del progetto, il contatto diretto con le persone e con le loro storie: il recupero di antichi lavori ormai dimenticati, di canti popolari sepolti dalle dune del tempo, rappresentano un tesoro che i più anziani preservano ancora gelosamente e che aspetta solo di essere tramandato alle nuove generazioni. La realizzazione dei documenti audio-video al termine del progetto rappresenta proprio un tentativo di contatto e relazione fra i due mondi, oggi più distanti che mai.
“E’ stato molto importante porre attenzione sulla memoria del canto popolare, sulle sonorità scandite dai lavori agricoli di un tempo, sulle manualità che abbiamo perso, al fine di far scaturire delle riflessioni condivise – commenta il presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri Giampiero Feliciotti -. Dobbiamo avere rispetto di quelli che ci hanno portato fino a questo punto”.
“La prima parte del progetto è stata veramente articolata e lunga, ci siamo mossi per molti chilometri e molti giorni nelle aree interne della nostra regione, con un focus particolare per le aree del cratere sismico – dichiara Marco Meo, presidente del Circolo Radeche Fonne - Questa è stata per noi una scelta obbligata, vista la presenza nelle aree interne della maggior parte dei testimoni intervistati. Abbiamo trovato tradizioni radicate in maniera molto forte e ancora resilienti nella memoria delle persone”.
Meo prosegue poi spiegando nello specifico le azioni realizzare con il progetto: "Per La Cultura è la Cura abbiamo deciso di utilizzare il sottotitolo ArcaicoDigitale; ci siamo infatti spinti nella miscelazione tra il suono derivante da racconti, mestieri e musiche antiche, o meglio arcaiche. Nella seconda parte abbiamo deciso di miscelare le sonorità acquisite dalle registrazioni audio-video con strumenti moderni (digitali), come campionatori e sintetizzatori. La terza parte vede la restituzione di un suono dalle radici antiche, con una veste moderna, dove la fanno da padrone i testimoni del nostro lavoro di acquisizione e documentazione. Ecco cosa abbiamo fatto: ci siamo presi CURA di queste tradizioni e abbiamo SALVATO dal rapido oblio della società moderna un sapere ARCAICO, a trasmissione orale. Lo abbiamo reso accessibile ad una generazione DIGITALE, sicuramente distante ma che avrebbe molto da imparare."
Venerdì 24 giugno, alle ore 21.00, il Circolo Radeche Fonne di Belforte del Chienti aprirà le porta all'evento finale del progetto: in primis ci sarà l’ inaugurazione della mostra fotografica dei 30 partecipanti al progetto, poi saranno proiettati i video accompagnati dalla musica degli autori suonata dal vivo.
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