Due mani che si stringono e non mollano la presa, a simboleggiare un sodalizio che ha messo le radici un secolo e mezzo fa. Sono le "Mani Amiche" della Società Operaia di Mutuo Soccorso “Giuseppe Lazzarini” di Pollenza – tra le associazioni più antiche delle Marche – che dal 1867 opera, appunto, a favore dei propri concittadini in stato di necessità.
“Mani Amiche” che sono diventate anche un Premio, andato in scena, ieri sera, in quel piccolo gioiello che è il Teatro Verdi di Pollenza. Una quarta edizione vissuta con entusiasmo e calore dai pollentini, che hanno risposto numerosi all’invito del presidente della Soms, Simone Damiani.
Al suo fianco, a fare gli onori di casa, in una serata brillantemente condotta da Matteo Pasquali, c’era il sindaco di Pollenza, Mauro Romoli, oltre al direttivo dell'associazione: insieme a consegnare un riconoscimento prezioso per l’intera comunità.
L’edizione 2022 del Premio “Mani Amiche” ha, quindi, suggellato il merito dei pollentini Andrea, Caterina e Giuliana Marinozzi, tre cugini che rappresentano "la terza generazione di una famiglia dedita all’arte, al restauro e all’antiquariato sin dall’inizio del ’900”; Vittorio Sorichetti, "persona mite e laboriosa, custode del campo sportivo di Pollenza per quasi trent’anni, che ha visto crescere tantissimi dei nostri ragazzi ora adulti"; Enrico Giorgi, "già sindaco di Pollenza e per 37 anni maestro elementare, amato da tutti i suoi alunni negli anni ’60, ’70, ’80"; Alvaro Valentini, "critico d’arte di enorme esperienza e competenza, curatore di tantissime mostre di pittura, scultura e fotografia realizzate a Pollenza e dintorni".
Ma è stato il Premio alla memoria a suscitare l’emozione più grande. Premio assegnato ad Alberto Damiani, scomparso nell’agosto di quest’anno, “fondatore e presidente della sezione Avulls di Pollenza, allenatore di calcio, già presidente della Soms. Una vita spesa al servizio della comunità e della sua famiglia”.
Sul palco, a ritirarlo, la moglie Flora Benedetti e il figlio Simone, oggi presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso: «Sin dalla nascita del Premio, quattro anni fa, gli altri soci volevano assegnarlo a mio padre, sono io che non ho voluto, visto che ne avevo “ereditato” la presidenza: la gioia è grande stasera, non lo nascondo». La commozione ha detto il resto.
Commenti