Macerata non è una provincia per giovani, Inps: "Persi oltre 2mila abitanti, ma cresce l'occupazione"
"Da soli si fa poco, insieme possiamo fare così tanto", citazione che racchiude la linea d'azione che ha contraddistinto l'operato dell'Inps nel 2022, un anno intercorso sotto il segno di una sempre maggiore inclusione e attenzione alle esigenze di tutto il tessuto sociale.
Si è tenuta questa mattina nella Biblioteca Mozzi Borgetti la presentazione del rendiconto sociale provinciale 2022 organizzato dall'Inps in collaborazione con il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza.
A intervenire al convegno sono stati la direttrice regionale Inps Marche Emanuela Zambataro, Domenico Ticà presidente del Comitato Provinciale, il direttore della sede provinciale Inps Macerata Marco Mancini, Ugo Ascoli, professore di sociologia e assessore alle politiche del lavoro con un focus sul rendiconto sociale in Provincia. Inoltre come vice presidende del Comitato provinciale in rappresentanza delle Parti Datoriali Elisabetta Cristallini, Gabriele Cardinali in rappresentanza delle organizzazioni sindacali e infine le conclusioni affidate al presidente del C.I.V. Roberto Ghiselli.
La direttrice Elisabetta Zambataro ha inaugurato la presentazione soffermandosi nello specifico sull’andamento dell’anno in corso e su quelle che sono le linee d’azione del 2024. Da una carenza di personale che ha contraddistinto il 2022, una buona notizia va a favore del 2023 in cui l’Istituto ha avuto la possibilità di assumere giovani laureati; in particolare le Marche hanno avuto un totale di 93 nuovi ingressi e, entro la metà di ottobre, sono previste altre diciassette assunzioni, riuscendo così a far fronte alle sacche di arretrato che si sono create proprio a causa della carenza di personale.
Poi, ha messo in evidenza le due linee d'indirizzo verso cui si orienta l’operato dell’Inps regionale: “La prima è rappresentata dall’esigenza di fare rete sul territorio attivando sinergie con le istituzioni, con intermediari, con gli organizzatori del terzo settore nell’intento di fornire valore aggiunto al servizio previdenziale. La seconda - come spiega sempre la direttrice - è rappresentata da una parola chiave che è proattività; ossia la capacità di anticipare i bisogni degli utenti anziché limitarsi a quello che è lo schema tipo tradizionale di tipo reattivo per cui a domanda si risponde”.
Ha poi proseguito riportando degli esempi concreti in ambito nazionale che seguono sempre le coordinate per cui è l’istituto che raggiunge il cliente. Tra queste si può citare il fatto che è l’Inps a contattare i neo genitori per informarli dell’opportunità di presentare la domanda per l’assegno unico. Ancora, in caso di decesso di un assicurato, di un pensionato, con un SMS viene comunicato alla vedova la presenza di una domanda precompilata alla quale si può avere accesso per ottenere l’assegno di reversibilità.
Passando invece più nello specifico alle iniziative dell’Inps sul territorio marchigiano, che sono all’insegna dell’inclusività e della proattività, la prima riguarda la sottoscrizione del protocollo contro la violenza di genere che vede la partecipazione di tutti i centri anti violenza, delle case rifugio, di tutti gli ambiti territoriali dei cinque capoluoghi di provincia.“Lo scopo primario, spiega Zambataro, è quello di offrire alle donne vittime di violenza un canale privilegiato di consulenza volto a fornire informazioni su eventuali istanze in corso e sul verificare la presenza di possibili diritti previdenziali inespressi”.
Inoltre, dal 2023 si è ripresa un’esperienza,nata circa dieci anni fa e poi sospesa, che consiste nella consulenza previdenziale, senza prenotazione, presso il molo sud Mandracchio di Ancona ai pescatori, alle varie cooperative della pesca, agli armatori, alle persone del settore nonché i patronati. Un modello che l’Inps vuole estendere a tutte le realtà della costa marchigiana che hanno dei porti di rilevante importanza.
Poi, il turno del presidente Paolo Ticà il quale, in prima battuta, ha ricordato il ruolo chiave del Comitato provinciale nel qualificare i servizi e le prestazioni fino a “cogliere bisogni e rafforzare rapporti con i Patronati ed ogni rappresentanza sociale oltreché a collaborare per la formazione continua”.
Ha proseguito specificando che il ruolo dell'Inps non dev’essere tanto quello del mero attuatore delle leggi quanto piuttosto dovrebbe essere un “Ente moderno” denotato da una spiccata sensibilità che guarda alle esigenze dei cittadini, degli operatori economici e sociali, tenendo doverosamente e costantemente di vista le disuguaglianze sociali e i cambiamenti dei bisogni.
In quest'ottica ha posto in luce un problema cruciale per l’Italia: “I giovani scolarizzati e non, con l’attuale mercato del lavoro rischiano una vita da precari con il lavoro discontinuo e spesso mal pagato. Rischiano di restare tali, costantemente poveri anche quando avranno maturato il diritto alla pensione con l’attuale sistema contributivo”.
Il presidente ha proseguito esponendo quelle che sono le questioni più critiche che riguardano la provincia maceratese. Tra queste si possono citare l’abbandono dell’entroterra prima a causa del sisma poi della pandemia e il suo rimanere un territorio dalle “potenzialità inespresse”. A questa situazione ci si trova a combattere un problema in più; ossia quello dell’inflazione che taglia pesantemente i salari e le pensioni che sono prive della contrattazione sociale per poter recuperare potere di acquisto.
Quest’ultima, che mira a una media- lunga prospettiva socio economica, insieme al PNRR, è un importante volano per uno sviluppo di qualità, creando nuova ricchezza e sana occupazione. Una riflessione, quella di Ticà, che ha coinvolto anche il fenomeno dell’immigrazione, ribadendo la sua "funzionalità e necessità per una parte consistente del nostro sistema manifatturiero ed agroalimentare. Nel territorio maceratese la presenza di immigrati è in calo”. Un calo che invece è inversamente proporzionale a un fenomeno in crescita di emigrazione dal nostro Paese che deve confrontarsi con gli effetti di tutta una serie di scelte politiche sbagliate.
Il direttore Marco Mancini è poi entrato nel vivo del Rendiconto sociale 2022 della provincia maceratese partendo in primis dal panorama sociodemografico che, in linea con la tendenza regionale, risulta essere caratterizzato da un saldo negativo costante (-2.241) dovuto a un graduale aumento dei decessi (4.248) non sostituiti, in proporzione, dalle nascite (2.007). Una tendenza opposta invece viene dall’allungarsi delle aspettative di vita (85,2 anni nelle donne e 80,8 anni), costantemente positiva. Per quanto riguarda il mercato del lavoro nella provincia di Macerata è possibile osservare “un aumento del tasso di occupazione (56,5% contro il 53,7% dell'anno scorso) a fronte di una riduzione del tasso di disoccupazione (al 6% contro il 7,4% dell'anno scorso)”.
Inoltre, fa sapere Mancini, si è riscontrato un aumento del 7% delle Entrate contributive che vanno in direzione di un aumento delle richieste di certificazione a discapito del “nero”. Nella Provincia di Macerata si è riscontrato un aumento di coloro che beneficiano degli ammortizzatori sociali riconducibile, in sostanza, alla Naspi (10.612, +1863 beneficiari in un anno).
Per quanto riguarda la prima, la sede di Macerata, ha erogato il 66,8% delle prestazioni entro i 15 giorni che dimostra l’impatto e il ruolo della pubblica amministrazione sul territorio. Il dato provinciale è leggermente inferiore rispetto a quello nazionale ma ha margini di miglioramento. Nel 2022 si è assistito a un aumento della Naspi la quale è gestita da un sistema centralizzato con il supporto dell’automatizzazione. Una tendenza opposta è registrata dalla cassa integrazione per cui sono aumentati notevolmente i tempi medi dalla domanda all’autorizzazione che vanno dagli 8 ai 30 giorni.
Per quanto concerne le pensioni, nel 2022 la provincia di Macerata ha visto 105 mila pensionamenti Ivs e l’importo medio, sia per le femmine sia per i maschi, è inferiore rispetto alla media regionale e nazionale. Inoltre si osserva come i tempi di erogazione, nella maggior parte dei casi, non superano i 30 giorni.
In conclusione, i dati forniti dal bilancio INPS della provincia di Macerata hanno evidenziato una ripresa post pandemica del sistema economico con un’importante riduzione delle richieste di cassa integrazione e con un incremento delle entrate contributive che sono tornate ai livelli precedenti alla crisi causata dalla pandemia.
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