La mental coach dietro l'oro olimpico di Jacobs: Nicoletta Romanazzi al Campus Simonelli Group
La sera precedente alla gara dei 100 metri piani a Tokyo 2020, Marcell Jacobs aveva le gambe di marmo: letteralmente, non riusciva a muoverle. Aveva fatto un ottimo tempo (battendo il record europeo) alla prima prova e ora si trovava ad un passo dall'abbandonare il campo.
Poi ha chiamato Nicoletta, in Italia: si sono parlati, venti minuti di respirazione assieme, al telefono. E dall'ansia che gli impediva i movimenti Jacobs è passato ad "affrontare la gara come se fossi a bere un cocktail in spiaggia". Dopo 9,80 secondi, l'oro nei 100 metri piani alle Olimpiadi di Tokyo era suo.
Come si fa a passare dalla paralisi alla medaglia d’oro? Come si superano gli ostacoli che quotidianamente si interpongono tra noi ed i nostri obiettivi? Come si scoprono le nostre potenzialità e come le emozioni influiscono su di esse?
Sono, queste, alcune delle domande a cui Nicoletta Romanazzi ha provato a dare risposta venerdì scorso, ospite di Simonelli Group al Campus per il secondo degli appuntamenti "Engaging Talks" organizzati in collaborazione con Roi Group.
La Romanazzi ha portato sul palco del Campus alcuni dei temi che il suo lavoro di trainer e coach la porta ad affrontare quotidianamente, sia con gli atleti che con i professionisti, perché fare mental coaching significa "lavorare su come funziona la mente di ciascuno di noi, come funzionano gli stati d’animo e come questi possono influire sul raggiungimento degli obiettivi che ci prefissiamo".
Padroneggiare gli strumenti del mental coaching può dunque aiutare a "prendere in mano la nostra vita e diventare responsabili della nostra felicità". In un racconto fatto di aneddoti, di episodi avvenuti dietro le quinte delle competizioni olimpiche o di fatti della sua storia personale, la Romanazzi ha guidato il pubblico alla scoperta degli strumenti che tutti possono efficacemente mettere in atto per comprendere, contenere e vincere le proprie difficoltà professionali e quotidiane.
Perché "il lavoro del mental coaching è molto attivo da parte del cliente: una volta imparato e scoperto quali sono le nostre risorse e il nostro potenziale, bisogna poi portare quanto appreso nella vita di tutti i giorni, esercitandolo ogni giorno".
L’incontro organizzato al Campus, in collaborazione con Roi Group, è stato accolto con entusiasmo ed unanime consenso dalla platea delle persone presenti, circa 80 tra imprenditori, manager e professionisti che hanno avuto l'occasione di ascoltare dal vivo ed interagire con la Romanazzi, di farsi coinvolgere dal suo ottimismo, dal suo entusiasmo, dalla serena pacatezza delle sue risposte.
L’incontro si è chiuso con un esercizio collettivo di respirazione: guidati dalla Romanazzi, i presenti hanno sperimentato la differenza tra il modo di respirare inconsapevole che tutti noi adottiamo nella vita quotidiana e quello continuo, rilassato, non trattenuto, che fa entrare ossigeno. Il respiro che parte dalla pancia e arriva al petto come un’onda circolare, il respiro che ci riconnette con noi stessi: "Respirate, loro hanno respirato prima delle finali".
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