Grande successo per la prima edizione “Treia Medievale" Donne, Cavalieri, Mestieri”, due giorni di eventi a cura di ArTemisiaLab APS di Treia, in quella che era l’antica Montecchio, i quali si sono chiusi con l’evento clou del percorso urbano animato in costume fra storia, letteratura e musica .
La manifestazione è stata ideata dalla presidente dell’associazione Edi Castellani con la preziosa collaborazione e i testi di Stefano Savi, e con le musiche di Roberto Gatta.
Donne, Cavalieri, Mestieri, con il patrocinio della Provincia di Macerata, consigliera di Parità Deborah Pantana, Comune e Proloco di Treia. Sono stati due giorni dedicati alla scoperta dell’antica Montecchio e della sua storia: capitani ghibellini, giullari e cantori, podestà e popolani, dame e armati.
Si tratta della prima edizione di un format, di cui momento culminante è proprio Montecchio 1263, un tuffo nella Treia medievale, il percorso itinerante animato della serata di domenica 18 giugno, cui treiesi e turisti hanno partecipato numerosissimi, superando le aspettative, al punto che per alcune tappe si sono organizzati due turni.
I numerosi partecipanti, accompagnati da narrazioni storiche, esibizioni musicali, canti e danze di donne, cantori, musici, cavalieri, giullari, principesse hanno avuto l’occasione di percorrere il meraviglioso borgo medievale di Treia, adagiato sul crinale di un colle, circondato da una cinta imponente di mura medievali e sito in una posizione strategica dove il paesaggio spazia dal Monte Conero ai Monti Sibillini. Il percorso itinerante ha visto la partecipazione di attori, gruppi ed associazioni di rievocazione storica: i Verba et Soni, i Quam Pulchra Es , gli Armati della Antica Marca e, nella parte del giullare, Michele Palmieri.
Il percorso itinerante è iniziato dalla Porta Cassera, entrata principale della città e spazio dove anticamente era il Castello del Cassero, famoso perché luogo di prigionia di Corrado I D’Antiochia, personaggio storico che tentò di assediare Montecchio nel 1263, cavaliere del XIII-XIV secolo, signore di Anticoli, nonché uno dei nipoti de grande Imperatore Federico II di Svezia. La seconda tappa ed inizio della rappresentazione storica ha avuto come teatro proprio Porta Vallesacco, oggi Monumento Nazionale, dove si svolse la famosa battaglia e i Montecchiesi catturarono con l’inganno Corrado, per condurlo poi alle prigioni da dove riuscì a fuggire grazie alla corruzione del podestà.
Il cammino si è snodato per le vie e le piazzette del centro storico, in un contesto serale molto suggestivo, con sosta ad una locanda ed presso una antica bottega per narrare antichi mestieri. Inoltre, durante il percorso, fra brevi spettacoli, danze e musiche, in determinati luoghi si è fatta memoria della presenza di punti di riferimento dell’antica Montecchio,
oggi non più visibili, come il Castello dell’Elce.
L’ultima parte del percorso ha interessato Porta Palestro e la Torre dell’Onglavina, anticamente luogo del Castello dell’Onglavina che prende il nome da una principessa longobarda, emblema della Montecchio medievale ed estremo baluardo della Città verso sud, che risale appunto al periodo Longobardo.
Al termine dell’evento, la consigliera di Parità Deborah Pantana, che ha contribuito al progetto, ha affermato: “questo è un evento dove si è avuta più volte l’occasione di parlare delle donne, del loro lavoro e attività. In ogni epoca, anche in quelle più lontane come il Medioevo ci sono donne da ricordare per il loro coraggio e la loro determinazione verso il cambiamento. Queste storie di donne del passato e del presente si ricollegano chiaramente all’importante ed attuale tema della parità di genere”.
La presidente di ArTemisiaLab APS ha sottolineato che “il percorso animato itinerante dedicato a Treia è nato dall’amore per la propria città, e dalla volontà di voler contribuire alla valorizzazione di storie, personaggi e luoghi da narrare, per far sì che i cittadini e i turisti la conoscano meglio e si appassionino ad essa, scoprendone il suo grande e variegato patrimonio culturale; così avranno anche occasione di conoscere i locali del centro storico i quali, coinvolti nel progetto, hanno subito aderito all’iniziativa preparando per l’occasione cene ed apericene medievali".
"Treia Medievale è un format con all’interno un nuovo percorso itinerante di ArTemisiaLab, dedicato al centro storico e che si aggiunge alle altre proposte e percorsi a tema già realizzati e dedicati ad altri personaggi importanti di Treia. Naturalmente, visto il successo raccolto, abbiamo già proposto una seconda edizione dell'evento, arricchita di tante novità da dedicare al centro storico”.
Edi Castellani aggiunge: “questa proposta inizia da Treia, ma il format è stato organizzato per poter essere proposto allo stesso modo ad altri Comuni, narrando altre storie ed altri luoghi, creando così l’occasione per animare anche quei piccoli borghi penalizzati dal sisma, dove a volte il bisogno di ristabilire relazioni e socialità è prioritario, soprattutto per rivitalizzare i centri storici e per valorizzarne il loro patrimonio, spesso poco conosciuto".
"Nucleo del format sono gli itinerari turistico-culturali teatralizzati, legati al territorio per mezzo di letteratura, storia, arte, artigianato e prodotti agro-alimentari: percorsi che rappresentano una nuova modalità per il turismo, anche da rivolgere alle scuole”.
Tutta la manifestazione si è aperta nel pomeriggio di sabato 17 giugno presso il teatro comunale con uno spettacolo ibrido, incentrato sulla partecipazione di esperti di Storia Medievale. Primo relatore, con cui si è parlato delle vicende di Treia, è stato Alberto Meriggi, professore di Storia Medievale presso l’Università di Urbino, oggi in pensione, storico del territorio e presidente dell’importante Centro Studi Storici Maceratesi, che con il suo puntuale ed eccellente intervento ha fatto conoscere la città dalle origini romane alla Montecchio medievale, fino al 1790 quando il nome cambiò nell’attuale “Treia” grazie a Papa Pio VI, che diede ad essa anche il titolo di città attraverso una bolla, ancora oggi custodita presso la prestigiosa Accademia Georgica.
Successivamente si è tenuto l’intervento della professoressa Maria Pierandrei, docente di materie letterarie nei licei, marchigiana appassionata del suo territorio, che ha presentato l’interessante argomento delle donne al governo nel Basso Medioevo. Ha approfondito la storia di alcuni personaggi femminili del periodo medievale nella Marca, rimarcando le contraddizioni relative a ruolo e potere delle donne nel ‘400: se da una parte si assiste a una esclusione (basata su leggi e pensiero teologico) della donna dagli ambiti del governo, da un’altra ci si trova in presenza di un numero considerevole di donne che, di fatto, esercitano un’autorità indiscussa ed alcune di esse, per il ruolo al governo e soprattutto attraverso il buon senso, hanno contributo in modo importante a cambiare “direzione” riguardo a scelte decisive rivolte alla società in cui vivevano.
Altro ospite, il professor Giorgio Godi, docente di storia e filosofia presso i licei Camerino, laureato in Storia Medievale, che si è occupato in modo particolare con saggi e monografie di signorie, mercenari e condottieri di ventura nella Romagna trecentesca, fra i quali il capitano mercenario inglese John Hawkwood (1320-1394), ben conosciuto in Italia con il nome di “Giovanni Acuto”, cavaliere di cui si sono affrontati aspetti importanti ed interessanti.
Agli interventi dei relatori si sono intervallate le esibizioni delle associazioni e gruppi, che hanno animato sia il pomeriggio a teatro sia la sera nei locali del centro storico: Armati della Antica Marca, Quam Pulchra Es e Verba et Soni.
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