Civitanova, dedicata al professor Edmondo Brunellini l’area verde dell’ex Casa del Balilla
Si è svolta questa mattina, alla presenza delle autorità civili e militari e dei rappresentanti delle associazioni locali, la cerimonia organizzata dalla Giunta Ciarapica, in onore e in memoria del professore Edmondo Brunellini, a cui la stessa amministrazione ha voluto intitolare l’area verde dell’ex Casa del Balilla dove si è svolta la manifestazione di intitolazione e di scoprimento della targa.
Presenti alla cerimonia i figli e nipoti del professore Brunellini e una folta rappresentanza di studenti, appartenenti alla 5^A e 5^ B della scuola primaria Silvio Zavatti e della 2^B della scuola media Annibal Caro.
La Fanfara dei Bersaglieri di Ascoli Piceno ha aperto, e poi chiuso, la cerimonia accompagnando con le loro note gli intervalli tra gli interventi. L’assessore ai Servizi Educativi e Formativi Barbara Capponi, in apertura di intervento, ha letto i saluti del sindaco Fabrizio Ciarapica.
"Il riconoscimento che viene dato al Professore Brunellini oggi non è soltanto in forza dell'evento che lo lega alla bandiera, che pur eroico non racconta appieno la grandezza della sua persona - ha sottolineato Capponi -. Tutta la città è debitrice a un uomo che non solo ha compiuto un gesto eroico che ci rende orgogliosi, ma a chi, nella sua quotidianità, ha concretamente cambiato il passo culturale dello sguardo all'altro, aiutando i suoi ragazzi a scovare dentro loro identità e talenti".
A seguire è intervenuto Paolo Bizzarri, nipote del professore Brunellini, che ne ha ripercorso le tante tappe della vita: “Mio nonno era una persona eclettica, encomiato ed apprezzato da tutti, nel corso della vita ha mostrato il suo valore in guerra con un gesto eroico, si è dedicato all’insegnamento (per tutti era il Professore), a favore di ragazzi di tante generazioni, si è affermato nel giornalismo, era un eccellente pittore e poeta dialettale, si è dedicato all’apertura della sede locale dell’ENS, in tempi pioneristici. Come amava lui dire, chi è bersagliere a 20 anni, è bersagliere per tutta la vita”.
A seguire il momento clou della giornata con lo scoprimento della targa sulle note della Fanfara che ha intonato l’Inno d’Italia, cantato soprattutto dagli studenti delle scuole, e con la benedizione della stessa da parte di Padre Joseph della Chiesa di San Pietro.
Il professor Vittorio Buffa, noto giornalista, ha dedicato il suo intervento al gesto eroico di Edmondo Brunellini, nel settembre del 1943 quando con il suo reggimento venne fatto prigioniero in Germania. “Mi ricordo che alla mia richiesta di incontrarlo per parlare dell’eroico gesto, il professore Brunellini mi accolse con grande cortesia e tanto garbo. Mi raccontò in modo circostanziato tutte le peripezie legate alla conservazione del lembo di bandiera a lui affidato nel periodo di prigionia e mi rappresentò la sua soddisfazione per aver portato a termine l’opera di ricucitura di una bandiera oggi conservata nel sacrario dell’Altare della Patria a Roma".
A concludere la cerimonia, l’intervento della dottoressa Patrizia Brunellini, figlia del professore Bruno: “Mio padre era un uomo a cui piaceva molto raccontare. Tralasciando il noto gesto eroico, tra questi spicca l’episodio in tempo di guerra, di quando ha salvato il suo attendente dall’amputazione dei piedi per congelamento tenendoli di notte sotto le sue ascelle per riscaldarli o di quando ha affrontato una lunga prigionia nei campi di concentramento".
"Tornato dalla guerra ha trovato la sua casa danneggiata dai bombardamenti ma con coraggio ha ripreso la sua vita ed ha formato famiglia. Per tutti mio Padre era Professore di Zompi, lasciava la nostra casa sempre aperta ai ragazzi dell’Enp, ha partecipato alla vita pubblica civitanovese sempre preferendo il sociale ai giochi di palazzo contribuendo a costruire il tessuto sociale cittadino. E’ per questo che oggi sono davvero lieta e ringrazio l’Amministrazione Comunale per aver scelto questo luogo simbolo per ricordare mio padre, un maestro di vita che attraverso lo sport, con l’esempio e un po’ di incoscienza, ha contribuito a far diventare uomini tanti di noi”, ha concluso Patrizia Brunellini.
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