Entusiasmo e calorosa partecipazione al concerto del Manuela Ciunna Quartet, prestigiosa formazione ospite del festival “Borghi in Jazz”, lo scorso sabato presso il centro polivalente “Annalena Tonelli”. La Ciunna, cantante originaria di Augusta, ha presentato il suo ultimo album “ ‘Nzuccarata” regalando un affascinante viaggio nella musica popolare siciliana che ha riscosso il pieno apprezzamento del pubblico presente.
Manuela Ciunna è riuscita nella difficile e coraggiosa impresa di rivoluzionare brani storici del folk con arrangiamenti audaci e ricchi di originalità, sia per le soluzioni armoniche che per l’impianto ritmico. Sul palco l’artista è stata accompagnata da musicisti di altissimo spessore, quali Seby Burgio al pianoforte, Edoardo Petracci al contrabbasso e Alessandro Marzi alla batteria, gli stessi con cui ha inciso in studio il disco e condiviso passo dopo passo la realizzazione del suo progetto. La serata è stata introdotta dalla celeberrima “Vitti ‘na crozza”, rivitalizzata in chiave jazz fra formule di ostinato e giochi ritmici, seguita da “Malarazza”, grande successo di Domenico Modugno scritto nel 1976 partendo da una poesia di un anonimo siciliano.
Perfettamente riuscita anche per questo brano di grande impatto l’operazione di restyling della Ciunna che lo ha interpretato con grinta e sensibilità mettendo in luce i suoi tratti carismatici più spiccati. In “Stranizza d’amuri” di Battiato, la cantante siciliana ha messo in evidenza la profondità e la malia di un lamento d’amore struggente, mentre atmosfere ancestrali e sonorità mediterranee hanno caratterizzato il “Canto dei Salinari di Nubia”.
Travolgente nella sua veste jungle con parentesi latin “I pirati a Palermu” di Rosa Balistreri, in cui ancora una volta, come nel resto della performance, è stato evidente il grande affiatamento e la perfetta intesa dei musicisti che hanno sfoggiato anche grandi capacità sul versante dell’improvvisazione. Seby Burgio ha sfoderato un pianismo eclettico, raffinato ed avvincente, Edoardo Petracci ha fornito un prezioso supporto con il suo contrabbasso dai suoni morbidi ed intensi, Alessandro Marzi ha impreziosito la parte ritmica con incastri e combinazioni propulsive di pregevole fattura.
La Ciunna dal canto suo si è messa in evidenza per le notevoli dote espressive ed una vocalità duttile capace di spaziare con disinvoltura fra stili e contesti diversi, sempre interessante nei soli con scat brillanti e ben calibrati, così come nell’uso di ricchi melismi arabeggianti. Due i brani originali scritti dalla Ciunna eseguiti durante il concerto: il poetico e delicato “Vicè”, appassionata e viscerale dedica allo zio della cantante che la chiamava “Nzuccarata”, da qui infatti il titolo del disco, e in prima esecuzione assoluta, in esclusiva per il festival organizzato da Tolentino Jazz, la tenera ballad “Always”.
Manuela Ciunna ha valorizzato la lingua siciliana come nuovo vocabolario timbrico valicando ogni possibile barriera di significato, facendo cogliere attraverso le melodie proposte profumi, colori ed ambientazioni di una Sicilia arcaica trasfigurata in moderne architetture armoniche. Nel finale, sonorità e ritmi brasiliani si sono fusi in “Cu ti lu dissi”, ancora della Balistreri, offrendo al canto una veste brillante e particolarmente coinvolgente. Il bis ha visto passare alla chitarra la cantante per una sentita interpretazione dai tocchi soul della celebre serenata
“E vui durmiti ancora” che ha confermato l’esito ampiamente positivo degli esperimenti musicali della Ciunna grazie ai quali è riuscita a conferire nuova linfa a queste gemme del folk siciliano consegnandole al nuovo millennio.
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