Allarme di Cna, 492 imprese in meno in provincia di Macerata: "È il 97% del calo in tutte le Marche"
"Solitamente il grosso delle imprese che cessano l’attività si registra a fine anno ma nella provincia di Macerata è stato novembre il mese più nero". Il Presidente Cna Macerata Maurizio Tritarelli commenta così i dati forniti dalla Camera di Commercio.
“A sconcertare non è tanto il dato, di per sé negativo, della perdita dell’1,4% delle imprese attive nella nostra provincia ma che del saldo negativo regionale, con 492 imprese in meno, ben 477 sono maceratesi” sottolinea Tritarelli.
Dal 31 ottobre al 30 novembre 2021, ultimi dati disponibili in attesa di quelli di fine anno, il 97% del calo delle imprese marchigiane è nella provincia di Macerata: “Qui - precisa il Presidente Cna - in soli 30 giorni siamo passati da un totale di 34.062 imprese a 33.585, il peggior dato di sempre che scalza il record negativo di febbraio 2021 quando le imprese erano appena 33.720”.
Questi i settori sui quali si è concentrato maggiormente il calo di imprese: “Il saldo negativo – commenta Tritarelli - è composto per la maggior parte dalle piccole imprese del settore edile dove si è registrata una diminuzione di 279 partite iva (il 58,5% del totale), seguono a distanza le imprese del settore alloggio e ristorazione con un calo del 16,6% e le attività manifatturiere con un -12,6%”.
Ma come si può spiegare un calo così forte delle imprese edili in un periodo in cui il settore è invece particolarmente in salute grazie ai bonus ristrutturazioni e alla ricostruzione post sisma oramai decollata? Questa l’ipotesi del Presidente Cna: “Paradossalmente è proprio l’importante aumento della domanda nell’edilizia, con sisma e 110%, a favorire il riassorbimento all’interno del settore delle costruzioni di quelle micro partite iva che una crisi settoriale prolungata aveva generato. Si sta velocemente riassestando una situazione che vedeva alcune distorsioni e qualche squilibrio”.
Allarme rientrato quindi? Secondo il Presidente Cna Macerata non completamente: “Stiamo aspettando i dati definitivi di fine anno con i numeri di dicembre, il mese in cui sono più alte le cessazioni delle imprese. Resta la forte preoccupazione per questa onda lunga che riguarda solo la nostra provincia nel settore turistico e nella manifattura. Sono necessari, qui più che altrove, contributi specifici per le imprese che vogliono investire sul territorio. Le risorse ora ci sono, è urgente renderle disponibili e accessibili a chi ne ha necessità per superare la crisi. Poter contare su un aiuto pubblico può far la differenza nella scelta tra chiudere e resistere”.
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