Uno studio pubblicato nei giorni scorsi da The Lancet “Infectious Diseases” stabilisce la prevalenza e il tipo di infezioni associate all'assistenza sanitaria (HAIs) nei bambini in Europa e descrive i fattori di rischio per le infezioni in questa fascia di popolazione. La ricerca è stata basata sui dati dell'indagine di prevalenza condotta dall’agenzia europea ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sulle HAIs e sull’uso di farmaci antimicrobici negli ospedali, nelle cure acute, a livello europeo tra il 2011-2012 che ha riguardato 770 infezioni segnalate in 726 tra bambini e adolescenti. I risultati dimostrano che la prevalenza di infezioni era più alta nelle unità di terapia intensiva pediatrica (15,5% - uno in sei bambini) ed in quelle di terapia intensiva neonatale (10,7% - uno su dieci bambini). La maggior parte delle HAIs (77%) sono state identificate nei neonati più giovani di 12 mesi. Le infezioni del flusso sanguigno erano il tipo più comune di infezione (45%), seguito da infezioni del tratto respiratorio inferiore (22%). Anche se la stragrande maggioranza delle infezioni del sangue nello studio sono state segnalate in bambini di età inferiore ai 12 mesi, la proporzione è rimasta elevata anche in altri gruppi di età. Questo tipo di infezioni nei neonati e nei bambini sono associate con un'alta mortalità e risultati neurologici avversi a lungo termine.
E' quantomai opportuno segnalare come gli autori dello studio abbiano dichiarato che è urgentemente necessario un programma pan-europeo per prevenire e ridurre i tassi inaccettabilmente elevati delle IAA nei bambini in Europa, con un focus particolare nelle unità di terapia intensiva neonatale e pediatrica e affrontare le questioni legate alle infezioni nosocomiali flusso sanguigno. Questo è il più grande studio multinazionale che descrive le HAIs in bambini finora, fornendo informazioni dettagliate circa la prevalenza e la distribuzione di queste infezioni in questa componente specifica della popolazione. Una seconda indagine è in corso in Europa, e riguarderà anche i miglioramenti per affrontare alcune delle limitazioni scoperte durante lo sviluppo dello studio, e i suoi risultati saranno pubblicati dal centro europeo per la prevenzione e il controllo (ECDC) dopo il 2017. -
Non c’è solo la minaccia di Zika, l’infezione da virus che, partita dall’emisfero Sud, potrebbe, nei prossimi tempi, raggiungere anche l’Europa. La nuova emergenza si chiama febbre gialla: sta già colpendo l'Africa da alcuni mesi, con la peggiore epidemia mai verificatasi dal 1986. I timori legati a un allargamento del focolaio della malattia trasmessa dalle zanzare, sono stati alimentati, questa settimana, dalla conferma di casi di febbre gialla in Brasile. Il governo dello Stato di Minas Gerais, nel sudest del Brasile, ha decretato l'emergenza di sanità pubblica per 180 giorni in 152 città della regione colpite da un'epidemia di febbre gialla. Dall'inizio dell'anno sono già 110 i casi registrati e 30 le morti sospette per il virus. Secondo la locale segreteria di Salute, la trasmissione finora è avvenuta solo in aree rurali. La febbre gialla viene trasmessa dalle stesse zanzare che diffondono i virus Zika e Dengue, in particolare sarebbe opera della zanzara Haemagogus, anche se si tratta di una malattia molto più grave che si manifesta in molti pazienti con ittero e febbre (da cui la definizione di “febbre gialla”).
Nello specifico, dopo un periodo di incubazione di 3-6 giorni, si manifesta con dolori muscolari, mal di testa e di schiena, anoressia, nausea e a volte vomito, sintomi che di solito si risolvono in una settimana. Ma in un caso su sette, la malattia va avanti: compaiono, febbre alta, sanguinamenti, ittero (ecco il nome febbre gialla: la cute si colora di giallo perché il fegato è compromesso) e danni renali, con un tasso di mortalità del 50 per cento. Ogni anno la febbre gialla provoca 30 mila morti, la maggior parte in Africa. La situazione attuale è molto preoccupante dato che, nonostante si disponga di circa sei milioni di dosi di vaccino di riserva per le emergenze, non è stato ancor individuato un modo rapido per incrementare la produzione quando vi è un picco di richiesta. Il nostro Paese sembra al sicuro dalla pericolosa malattia, ma finché i vaccini scarseggeranno la probabilità che la febbre gialla arrivi in Italia così come in ogni altra parte del mondo non è da escludere del tutto dato che non si può fermare la mobilità internazionale.
Megastudio su Cannabis: possibile aumento dei pericoli di infarto tra i consumatori già cardiopatici o con fattori di rischio coronarici. Conferma benefici dei "cannabinoidi" contro dolori
Un megastudio statunitense, già definito una "pietra miliare" nella storia sull'uso della cannabis, pur lasciando ampie zone ancora oscure, conferma tutto il bene e il male, ma anche le incertezze sui reali effetti per la salute della marijuana. La ricerca che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene necessario far conoscere anche nel nostro Paese per aumentare i livelli di consapevolezza tra la platea dei consumatori di "maria" e derivati, è stata guidata da Mary McCormick dell'Harvard school sulla Salute pubblica e sta suscitando un ampio dibattito tra gli esperti statunitensi. Lo studio anzitutto ha confermato i benefici dei "cannabinoidi" contro dolori fisici, la nausea come quella indotta dalla chemioterapia, e possibilmente gli spasmi della sclerosi multipla. Ma la ricerca dell'Accademia nazionale delle scienze degli Usa, commissionato proprio mentre ben 28 Stati dell'Unione hanno in qualche forma legalizzato l'uso della marijuana, elenca ben 100 probabili effetti della sostanza sull'organismo umano. Tra i danni confermati figura l'aumento dei rischi di schizofrenia, di psicosi e di episodi depressivi. È stato inoltre registrato un possibile aumento dei pericoli di infarto tra i consumatori già cardiopatici o con fattori di rischio coronarici.
Un video ha scatenato l’indignazione e la rabbia sui social. Protagonista un uomo, se così lo si può definire, che è ripartito con l'automobile senza essersi reso conto che il guinzaglio a cui era legato il cagnolino che ne era sceso, era rimasto bloccato nella porta. Non appena accortosi della situazione, l'automobilista si è occupato dell'animale ferito, recandosi in un primo tempo dalla polizia, poi da un veterinario. Date le ferite riportate, per il cane non c’è stato nulla e l'animale è stato soppresso, riferisce oggi la polizia svizzera. La morte è avvenuta tra atroci sofferenze visto che l’asfalto gli aveva provocato gravissime escoriazioni in tutto il corpo.
Il fatto, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha suscitato molta emozione sulle reti sociali, allertate da una testimone della scena. Numerose persone si sono interrogate sulla natura volontaria o accidentale dell'accaduto. La polizia pone fine alle speculazioni, rilevando che il proprietario è molto addolorato per la perdita del suo cane.
In Europa sempre più donne scelgono di non fare figli (childless). Una condizione che può arrivare a riguardare oltre il 20-25% di quelle nate negli anni '70, e che è in rapida crescita nei paesi dell'Europa meridionale, come Grecia, Spagna e Italia, dove il tasso è superiore al 20%. Si attesta invece al 15% nell'Europa del Nord e al 18% in quella occidentale. A spiegarlo è uno studio dell'Istituto nazionale di studi demografici francesi. Non si tratta tuttavia di una novità. Un secolo fa, agli inizi del '900, c'era stato un altro picco simile, pari al 17-25%, complice la morte di molti uomini nella I Guerra Mondiale, l'emigrazione di tanti giovani verso paesi ricchi in cerca di lavoro e la crisi innescata dalla Depressione del '29. Da allora, il numero di donne rimaste senza figli ha avuto un andamento a U, con il punto più basso con quelle nate a cavallo tra gli '30 e '40, i genitori della cosiddetta 'baby boom generation', che hanno beneficiato della ripresa seguita alla guerra, la poca disoccupazione e un sistema di welfare generoso. Il tasso di donne childless ha ripreso a salire tra quelle nate negli anni '40 nell'Europa occidentale, e negli '60 nell'Europa orientale per la combinazione di fattori culturali ed economici.
Ora c'è il nuovo picco, su cui incidono il mercato del lavoro precario e la mancanza di politiche per la famiglia a sostegno delle donne lavoratrici. Sono poche le donne che decidono di non avere figli in assoluto (il 3-5% in Francia e negli Usa), mentre la maggior parte continua a rimandare fin quando è troppo tardi. C'è poi un 2-4% di donne che non diventeranno mai madri a causa dell'infertilità. ''Nell'Europa occidentale e settentrionale il tasso dei senza figli si è stabilizzato, mentre continua a crescere velocemente in quella meridionale, dove fino al 25% delle donne nate negli anni '70 può rimanere senza figli, e continuerà a crescere anche nell'area centrale e orientale'', scrive il rapporto. E se tutta Europa conosce il calo demografico, alcune differenze tra Paesi ci sono. A vincere sono gli Stati, come la Francia, che delle politiche per la famiglia hanno fatto un cavallo di battaglia. Che sostengono economicamente le donne che vogliono fare figli. Nazioni in cui rimanere incinta non è una condanna. All'ombra della Torre Eiffel il tasso di natalità è rimasto invariato da 40 anni ad oggi. Tutto merito del welfare. Il 4% del Pil finisce in aiuti alle famiglie e sostegno economico per i bambini sotto i tre anni d'età. Partorire conviene. Lo studio francese fotografa un salto nel vuoto del Sud dell'Europa e in particolare dell'Italia, con le politiche mai a favore della famiglia e che invitano le donne a far tutto meno che figli. E nel 2050 noi italiani saremo ancora meno, appena 45 milioni. La cura corretta è mettere in condizione gli Europei di fare più figli e sostenere la cultura della procreazione.
L'Agenzia per la Protezione ambientale americana (Epa) ha accusato la società automobilistica di aver usato un software per consentire emissioni diesel sopra i limiti, ed ha notificatoto a Fca violazioni del Clear Air Act, ovvero delle norme sulle emissioni, riguardanti circa 104'000 veicoli. Lo afferma l'autorità in una nota, sottolineando che Fca potrebbe incorre in sanzioni civili. L'accusa delle autorità americane a Fca potrebbe costare fino a 4,63 miliardi di dollari, riporta Cnbc. Le violazioni delle norme sulle emissioni potrebbero tradursi in sanzioni fino a 44.539 dollari per auto, secondo l'Epa. Moltiplicando 44.539 dollari per i 104.000 veicoli di cui parla l'Epa si arriva a 4,63 miliardi di dollari.
I veicoli sui quali sarebbe stato montato il software che consente emissioni diesel più alte degli standard sono i Grand Cherokee e i Dodge Ram.Fca. Non c'è nulla in comune fra il caso Volkswagen e quello Fca. Lo afferma l'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, nel corso di una conferenza stampa dopo le accuse dell'agenzia per la protezione ambientale americana sulla violazione delle norme sulle emissioni. ''Dialoghiamo con l'Epa da più di un anno'' mette in evidenza Marchionne. È curioso e ''spiacevole'' che l'Agenzia per la Protezione ambientale americana abbia deciso di affrontare il caso Fca così pubblicamente, ha aggiunto l'amministratore delegato, replicando alle accuse americane sulla violazione delle norme sulle emissioni. Fca è stata avvertita ieri dalle autorità che qualcosa in arrivo, e ha saputo questa mattina alle 8.00 locali di cosa si trattava.
L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha disposto il ritiro di alcuni lotti della specialità medicinale METFORMINA MYLAN GENERICS della ditta Mylan Spa nelle seguenti confezioni: METFORMINA MY*30CPR RIV 500MG – AIC 039846023; METFORMINA MY*30CPR RIV 850MG – AIC 039846086; METFORMINA MY*60CPR RIV 1000MG – AIC 039846175.Il provvedimento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello 'Sportello dei Diritti', si è reso necessario a seguito della notifica di allerta rapida e della dichiarazione di non conformità alle norme di 'Buona Fabbricazione' del sito di produzione, entrambe emesse dall’agenzia portoghese.METFORMINA MYLAN GENERICS è utilizzato per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, particolarmente nei pazienti in sovrappeso quando il regime alimentare e l’esercizio fisico da soli non danno risultati per un controllo adeguato della glicemia. I lotti in questione non potranno essere utilizzati e la ditta Mylan dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.
Ancora guai per Jessica Alba; padrona della società produttrice di prodotti naturali Honest Company, l’attrice dopo essersi ritrovata ad avere a che fare con una serie di accuse legali dovute alla mancata incolumità dei suoi prodotti, in ultima la società con sede in California, ha deciso di ritirare a titolo volontario da tutti i mercati il talco per neonati e bambini "Organic Baby Powder".
La stessa azienda ha motivato la sua decisione di voler procedere al ritiro volontario dal mercato riconoscendo un aumento del rischio di infezione da microrganismi che hanno contaminato il prodotto che possono causare infezioni agli occhi ed alla pelle dei bimbi. Nello specifico si tratta del lotto 817.810.014.529 del talco "Organic Baby Powder" venduto nel contenitore da 4 once anche sui negozi online di internet. Gli altri prodotti della Honest Company non sono interessati dal richiamo.
Il 10 gennaio nella notifica settimanale del RASSF (Rapid Alert System for Food) per quanto riguarda il mercato italiano e con riferimento a prodotti di interesse veterinario tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state oggetto di allerta sanitaria, vi è la salsiccia di maiale refrigerata prodotta in Italia. Nell'insaccato è stata riscontrata la presenza di livelli di residui di farmaci veterinari (sulfadimetossina) superiori al LMR (Limite Massimo di Residui). La scoperta è avvenuta durante un ispezione da parte del servizio veterinario competente per territorio durante un controllo ufficiale sul mercato. Secondo il rapporto di audit, il prodotto non risulta conforme ai parametri di sicurezza alimentare. La Sulfadimetossina per uso veterinario, è utilizzata nel trattamento delle malattie batteriche sistemiche, respiratorie, gastrointestinali e dell'apparato locomotore, sostenute da batteri Gram positivi e Gram negativi sensibili.
Non è la prima volta, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, che viene segnalata la presenza di antibiotici superiori a livelli dei parametri di sicurezza alimentare, in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. D'altronde in stragrandissima maggioranza i prodotti sono realizzati da animali sottoposti in massa a trattamenti antibiotici perché altrimenti morirebbero. Infatti sono costretti a vivere nei propri stessi escrementi in allevamenti intensivi, cioè in luoghi chiusi in cui gli animali vengono ammassati a centinaia e più spesso a migliaia. Per questo uso spropositato di antibiotici sugli animali, ricordiamo che in Italia il 71% degli antibiotici venduti è destinato agli animali (dati Ema), gli allevamenti intensivi sono dei veri e propri bacini di produzione di batteri antibiotico-resistenti, che minacciano anche la salute pubblica. E sappiamo che quello dell’antibiotico-resistenza è un gravissimo problema, come sottolinea la stessa Oms.
Orrore nella zona di Brooklyn, New York, dove gli operai che erano arrivati con il compito di disostruire la tubatura di fogna, hanno scoperto che a bloccare la conduttura era un feto.
A ritrovare il corpicino sono stati gli operai di una ditta di manutenzione, chiamati per risolvere l'intasamento all'esterno dell'abitazione. Sconcertante la scoperta fatta dagli addetti allo spurgo che si sono trovati di fronte al feto di un bambino. Il feto è stato trovato mescolato tra liquami e carta sporca ed alla prima ricognizione sembrava un pollo. Dopo il macabro ritrovamento e il recupero del corpicino, è immediatamente scattato l'allarme: sul posto sono arrivate le forze dell'ordine che hanno disposto accertamenti sull'accaduto.
La polizia sta indagando sulla triste scoperta ed in particolare su una donna di 38 anni che abita vicino alla Flatlands Avenue a Canarsie che aveva avuto crampi e si era recata in una toilette domenica mattina. Tale circostanza rafforza l'ipotesi che fosse proprio la donna, ad avere avuto in tempi recenti una gravidanza, poi interrotta. La donna era apparentemente inconsapevole di avere abortito. Le indagini sono tuttora in corso per scoprire tutti i risvolti della vicenda. Secondo quanto riferito da fonti della polizia, sui resti del bebè, di cui non è stato precisato il sesso, è stata disposta l'autopsia.
Quello degli sprechi alimentari è un fenomeno che non conosce soste né coscienza sociale. Secondo stime che provengono da ONG internazionali sono, infatti, 1,3 miliardi le tonnellate di cibo che vanno buttate ossia circa un terzo dei prodotti alimentari che finiscono in cucina.
Basti pensare che solo nei paesi industrializzati corrispondono a 222 milioni le tonnellate di cibo che vanno nella pattumiera, una quantità equivalente a tutta la produzione alimentare dell’Africa sub-sahariana. E sono tre i livelli di spreco: quello della trasformazione, della distribuzione ed infine quello domestico (o che avviene nella ristorazione) che però rappresenta nell’ordine solo l’ultimo nella speciale classifica dello sperpero.
Ed è stata l’idea di Jenny Dawson Costa quando ha creato il marchio “Rubies in the Rubble” (letteralmente in italiano “Rubini nelle Macerie”) - che utilizzava solo prodotti scartati da grossisti e mercati ortofrutticoli per preparare le sue confetture, di marmellate e chutney (la tipica salsa agrodolce presente su tutte le tavole di sua Maestà) - ad avviare una piccola rivoluzione nel settore alimentare d’Oltremanica. Correva l’anno 2012, e le conserve di questa geniale “inventore” alimentare, venivano commercializzate solo in pochi mercatini per una clientela di accorti consumatori. Al di là del chiaro intento etico con cui si avviò il “progetto” di “Rubies in the Rubble”, in principio questo marchio era stato immesso in commercio come un prodotto di alta qualità, ad un costo superiore a quello dei vasetti analoghi realizzati senza “avanzi”. Tuttavia l’utilizzo degli scarti, quasi subito ha tramutato un prevedibile elemento di scetticismo in un sorprendente strumento di marketing, favorendo il successo dei prodotti. A soli pochi anni dalla sua fondazione, l’azienda non riesce più a far fronte all’approvvigionamento sui livelli iniziali, ma è stata costretta, per la crescente domanda, a stipulare accordi commerciali direttamente con aziende agricole, a prezzi ovviamente ridotti, di tutta quella frutta e verdura che per ragioni puramente estetiche (di forma o colore) verrebbero scartate dai dettaglianti. Vegetali assolutamente commestibili che altrimenti verrebbero scartati per poi essere mandati al macero. Insomma Dawson Costa ha realizzato una vera e propria start up dell’alimentare. Un’idea che in Italia sembrerebbe di difficile realizzazione per un sentire comune che è poco orientato verso l’idea di ciò che non è “bello” anche se è “buono”, ma ora più che mai, che si sono avviate iniziative legislative contro lo spreco alimentare sarebbe auspicabile che anche le nostre aziende dell’agroalimentare prendano in considerazione questa possibilità perché non è tollerabile che nel Nostro Paese si continuino a sprecare tonnellate di cibo ogni giorno nella dominante noncuranza ed insensibilità della platea dei consumatori.
Allarme salmonella negli Usa rischia di travolgere il gigante Hostess, la marca US di riferimento per la maggior parte delle merendine americane. L’allarme arriva dalla Food and Drug Administration (FDA) che ha appena avviato un’inchiesta al riguardo in collaborazione con la Centers for Disease Control statunitense oltre che i funzionari sanitari locali. Il pericolo riguarda le merendine "Twinkies" che stanno per essere ritirate a titolo volontario e precauzionale. L'azienda Hostess ha deciso di ritirare il prodotto in seguito alla decisione di uno dei suoi fornitori di ingredienti, la LLC lattiero-casearia, di ritirare, a causa di un rischio di contaminazione da salmonella, una parte di latte in polvere usato per la preparazione del rivestimento delle merendine. Non sono stati segnalati fino ad oggi persone affette dalla malattia e nessuna merendina è risultata positiva alla Salmonella.Tuttavia, l'azienda Hostess sta avviando questo richiamo volontario per un eccesso di cautela. Secondo l'azienda il richiamo si riferisce esclusivamente ad alcune confezioni "White Peppermint Twinkies" con l'etichetta UPC 888.109.111.571 vendute in confezione da 9. Questi prodotti sono stati distribuiti a livello nazionale. Le aziende produttrici, oltre al ritiro, hanno subito istituito un numero verde per i consumatori, e nel comunicato hanno descritto sintomi e precauzioni da prendere per limitare l’eventuale danno dovuto ingestione.
In attesa di una risposta del ministero della Salute, si invita ad evitare il consumo di merendine "White Peppermint Twinkies" della Hostess importate dagli Stati Uniti facilmente acquistabili dai consumatori sui negozi online di internet. Anche se il caso di salmonellosi in questione riguarda un paese estero, è sempre buona norma rinfrescarsi la memoria con quelli che sono i sintomi della patologia, comunque ben nota anche in Italia e legata al consumo di numerosi alimenti. Sono febbre, diarrea e dolori addominali che si sviluppano dopo 12-72 ore dal contagio ecco i sintomi. La malattia dura al massimo una settimana e nella maggior parte dei casi non occorre una terapia specifica. Tuttavia in alcune persone la diarrea ed i dolori sono talmente violenti da costringere il paziente ad un ricovero in ospedale. Senza escludere i casi in cui l’infezione dall’intestino si diffonde nel sangue ed in altri organi. Particolarmente a rischio in tal senso sono i bambini, di età inferiore ai 5 anni, ma anche le persone anziane e quelle con un sistema immunitario compromesso. Per loro, ai primi sintomi è sempre importante un controllo approfondito per una rapida diagnosi.
Affetta da un tumore, quando si è accorta di essere rimasta incinta Kayla Gaytan ha deciso, nonostante il parere negativo di molti medici, di portare a termine la gravidanza, dando alla luce quattro gemellini. Due maschietti e due bambine, nati a 30 settimane di gestazione. La giovane del Kentucky, coraggiosa e piena d' amore, ha 29 anni di età ed è già madre di due bambini. Lei ha detto no all' aborto, decidendo di portare avanti la gravidanza fino in fondo prima di sottoporsi ai dovuti trattamenti contro il tumore.
I gemellini sono nati solo pochi giorni prima che la mamma inizi un nuovo doloroso ciclo di chemioterapie contro il cancro del sangue che la sta divorando. In attesa di un trapianto di cellule staminali, Kayla ha il linfoma di Hodgkins, e a maggio scorso, ad un mese dal termine dei trattamenti si era ritrovata incinta: il tumore era in remissione. Obiettivo di Kayla è stato subito riuscire a portare avanti la gravidanza plurigemellare almeno sino alla 34esima settimana. Ma a novembre scorso la doccia fredda: il cancro era tornato. I quattro piccoli sono stati fatti nascere il 30 dicembre. Le nuove terapie per la madre inizieranno il 18 gennaio.
Gli utenti che effettuano quotidianamente continui controlli al proprio cellulare, sono consapevoli di aver sviluppato una cattiva abitudine e di essere ossessionati dai loro dispositivi, ma riuscire a staccarsene completamente non è facile. Lo sanno a loro spese sei giovani indiani che sono in osservazione nei due principali ospedali nazionali perché affetti da gravi disturbi psichiatrici legati ad un un uso compulsivo del telefono cellulare. Questo fenomeno è stato definito da alcuni anche 'selficidio', ed è individuabile da sintomi di inpulsività e sbalzi d’umore. Prendendo lo spunto dalla storia di una ragazza di 18 anni, presentatasi all'ospedale Aiims con una presunta malformazione al naso, ma poi trasferita nel dipartimento di psichiatria, il quotidiano Mail Today dedica al tema della dipendenza dai selfie in India la sua prima pagina. E precisa che tre pazienti sono in cura nello stesso Aiims ed altri tre nel Sir Ganga Ram Hospital.
Lo psichiatra Nand Kumar dell'Aiims ha dichiarato al giornale che i tre pazienti presi in cura "sentivano il bisogno impellente di mettersi in posa davanti allo smartphone" e per questo "avevano sviluppato una patologia conosciuta come 'disordine dismorfico del corpo' (continuo pensiero ad un proprio difetto fisico, ndr.) che li ha portati ad un disordine compulsivo ossessivo".Gli esperti, aggiunge il giornale, ritengono che i sintomi di questo disordine sono così sottili che molti di coloro che usano continuamente il cellulare per ritrarsi in 'selfie' non si rendono conto del perché poi si sentano depressi e disorientati. Secondo l'Associazione psicologica americana (Apa), circa il 60% delle donne che soffrono di questa patologia ossessiva non se ne rendono conto. Riassumendo, come spiegano alcuni studi, in realtà la dipendenza da cellulare è un tentativo utilizzato per migliorare l’umore, la navigazione web un modo per rassicurare gli insicuri e ricevere un conforto, anche se temporaneo.
I denti possono auto-ripararsi. Lo dimostra uno studio inglese condotto sui topi sotto la guida di Paul Sharpe, del King's College London. L'esperimento è stato pubblicato su Scientific Reports che viene pubblicato annualmente e raccoglie i contributi scientifici della ricerca di base e della ricerca clinica. Le cellule staminali che formano il tessuto compreso tra lo smalto e la polpa, ossia la dentina, possono essere stimolate a crescere con un farmaco usato contro l'Alzheimer. L'utilizzo di una molecola già usata nell'uomo, ha osservato Sharpe, potrebbe velocizzare l'applicazione della tecnica sui pazienti. Il metodo si basa sulla capacità che hanno i denti di ripararsi dopo un piccolo danno ma la rende più efficace e la potenzia al punto da non dover ricorrere alle otturazioni, in seguito a un'infezione come la carie. Dopo un danno, i denti, infatti, per proteggere la polpa producono un sottile strato di dentina. Tuttavia questo è insufficiente per riparare grandi cavità lasciate dalla carie e i dentisti usano otturazioni artificiali, come cementi a base di calcio o di silicio.
Però c'è un inconveniente: bisogna sostituire l'otturazione se il dente si riammala oppure se si deteriora e cade. Il nuovo approccio evita questi problemi e si basa su una molecola chiamata GSK-3 (glicogeno sintasi chinasi), che è usata per curare alcune malattie neurologiche, incluso l'Alzheimer, e che in questo caso ha dimostrato di riuscire anche a stimolare le cellule staminali che formano la dentina. Nel test la molecola è stata applicata attraverso spugne di collagene biodegradabili. Una volta imbevute della molecola, le spugne sono state applicate nella cavità da riparare, dove hanno liberato il farmaco che ha stimolato le staminali che producono la dentina, riparando il dente in un periodo compreso tra 4 e 6 settimane.
Un tabù in Italia, ma non nel resto d’Europa. Si tratta dell’assistenza sessuale ai disabili, un servizio del quale se n’è parlato e se ne parla pochissimo in Italia - come se i nostri concittadini fossero degli angeli asessuati privi di pulsioni sessuali - che proprio nei giorni scorsi ha riacceso un dibattito in Germania ove l’attività è in parte già regolamentata, ma alcune forze politiche spingono per garantirne l’assistenza gratuita quantomeno per i più bisognosi. "I finanziamenti per l'assistenza sessuale sono concepibili per me", ha detto Elisabeth Scharfenberg dei Verdi tedeschi al "Welt am Sonntag". Tuttavia, il tutto sarà deciso a livello locale. "I comuni potrebbero individuare consigli e concedere aiuti a tali offerte", ha detto l’esponente politica. Nei Paesi Bassi, questa offerta è disponibile per i pazienti da diversi anni. Vi è la possibilità di ottenere i servizi di assistenti sessuali e di vederne pagate le prestazioni a carico del welfare. Tuttavia, l'interessato deve dimostrare attraverso un certificato medico di non essere autosufficienti sessualmente, e non si ha la possibilità di pagare il servizio. In Austria, l'assistenza sessuale è già offerto da organismi privati. Le offerte sono rivolte sia a uomini e donne con disabilità fisiche o mentali, che hanno bisogno di cure, ma anche persone senza handicap. Gli operatori però, devono essere pagati, privatamente.I primi Servizi di Assistenza Sessuale nascono negli anni Ottanta in Germania e Paesi Bassi: l’attività in questione consiste in prestazioni sessuali e di «tenerezza» da parte di assistenti con una formazione. In Italia una petizione online aveva rilanciato l’esigenza di una regolamentazione.
Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene imprescindibile anche nel Nostro Paese. Nella petizione, si legge che l’assistente sessuale “è uno specialista con una formazione psicologica, sessuologica e medica, in grado di aiutare le persone con disabilità a vivere un’esperienza erotica, sensuale o sessuale, di conoscenza del proprio corpo: come è permesso a qualunque persona”. Sempre da noi un disegno di legge è stato presentato nel 2014 e assegnato alla Commissione igiene e sanità del Senato: a oggi risulta ancora fermo. Tra i primi firmatari ci sono il parlamentare Sergio Lo Giudice e la senatrice Monica Cirinnà. Il progetto di legge prevede l’istituzione di una professionalità complessa e delicata, che richiede molta empatia e una buona dose di preparazione: gli aspiranti love giver, così vengono definiti in inglesi gli assistenti sessuali, dovranno prima di tutto partecipare a un corso di formazione, per poi superare un esame e essere iscritti in un albo pensato per i disabili e le loro famiglie, con un costo contenuto e a loro carico.
I terremoti che stanno devastando l’Italia Centrale hanno evidenziato, ancora una volta, l’elevatissima vulnerabilità degli edifici italiani e i pericoli a cui sono esposte le nostre opere d'arte. L’allarme è di qualche anno fa, ma ora torna sotto i riflettori dopo che il Daily Mail online rilancia la minaccia dell'elevata vulnerabilità della statua più famosa del mondo, uno delle più grandi opere d'arte del mondo: il David di Michelangelo. Esso, infatti, risulta da molti anni assai esposto alle vibrazioni, a causa delle fessurazioni che presenta al livello delle caviglie. Tale elevata vulnerabilità, comprometterebbe la stabilità del David anche in caso di terremoti meno violenti di eventi già avvenuti in passato nell’area fiorentina.
Secondo alcuni studi effettuati sull'opera, all’elevata fragilità della statua contribuiscono sia la sua postura, sia l’essere essa rimasta lungamente all’esterno della Galleria dell’Accademia di Firenze, leggermente inclinata a causa degli effetti di un’alluvione, così da aggravare probabilmente lo stato fessurativo a livello delle caviglie. Tuttavia, i pericoli maggiori vengono da possibili onde sismiche che potrebbero far inclinare o ruotare la statua di 15 gradi, in questo caso la rottura sarebbe molto probabile. Per questo Michelangelo realizzò la statua ponendo il David leggermente proteso in avanti, quindi con il baricentro avanzato rispetto alla base. Cosa che già lo pone in una condizione di staticità precaria. Ora gli storici dell'arte stanno esercitando pressioni per un intervento urgente per proteggere il tesoro, che è ampiamente considerato come una delle rappresentazioni più squisite della forma umana mai creato. La soluzione più promettente per proteggere il capolavoro dalle vibrazioni sismiche e ambientali è quella di inserire sotto lo zoccolo esistente una base antisismica assorbente del potere distruttivo dovuto agli spostamenti tettonici. Ma nonostante i loro sforzi, gli esperti affermano che il governo italiano è riluttante a stanziare 200.000 euro necessari per mettere in sicurezza il David. Infatti il denaro non è ancora stato stanziato.
La scultura di Michelangelo è conservata nella Galleria dell’Accademia da 143 anni. Il trasferimento avvenne infatti nel 1873, in piazza della Signoria fu collocata una copia nel 1910. Sperando che “qualcuno” finalmente si svegli, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilanciando l'allarme del prestigioso magazine inglese Daily Mail, invita il Governo italiano, con la massima urgenza possibile, a stanziare i fondi necessari, per la protezione del David di Michelangelo dalle vibrazioni sismiche e ambientali, inclusi quelli riguardanti il possibile isolamento sismico del capolavoro.
I polpi provocano un interesse che va al di là del ruolo che svolgono nel mondo culinario e la sua intelligenza. Gli scienziati messicani stanno indagando sui potenziali benefici di questi molluschi che potrebbero offrire agli esseri umani per esempio nel campo della salute mentale e in particolare nella malattia di Alzheimer. La saliva del polpo rosso o Maya (Octopus maya), contiene una sostanza responsabile per paralizzare le loro vittime (di solito crostacei, lumache e vongole) e potrebbe avere un effetto sul sistema nervoso centrale degli esseri umani. La scoperta la si deve al ricercatore messicano Sergio Rodriguez Morales, Professore di Chimica Organica e Dipartimento di Farmacia–Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Chimica (UNAM) di Sisal nello Yucatan. Vi è un'evidenza scientifica che uno dei componenti della saliva del polipo Maya inibisce la formazione dei beta-amiloide chiamata placca, che impedisce la comunicazione tra i neuroni ed è associata con l'Alzheimer. Questa sostanza funzionerebbe ad evitare lo sviluppo ulteriore di questa placca nei pazienti che hanno già l'Alzheimer. Mentre in coloro che godono di buona salute funge da azione preventiva. Secondo il professore Rodriguez Morales, per ottenere un farmaco dalla saliva di questo mollusco, dovrebbe essere necessari fra i dieci e i 15 anni di ricerca e sperimentazione con animali da laboratorio, per essere certi della sicurezza del farmaco, cioè, che non ha effetti negativi sull'essere umano. La sostanza che potrebbe essere usata contro il morbo di Alzheimer è estratta dalle ghiandole salivari dei polpi, che sono localizzate tra i visceri (che non vengono utilizzati per il consumo), che oggi sono gettati in mare e nei rifiuti domestici, spiega il ricercatore. Così, senza sacrificare il polpo, un anno e mezzo fa, l'Unità di Chimica di Sisal, UNAM, sviluppando questa ricerca ha scoperto che il corpo di un granchio è in grado di sbarazzarsi dell'effetto paralizzante della saliva del polpo, dopo due ore, recuperando pienamente.
Il morbo di Alzheimer è una fatale malattia del cervello che provoca un lento declino delle capacità di memoria, del pensare e di ragionamento. Circa 47 milioni di persone in tutto il mondo sono affette da demenza senile, ed il morbo di Alzheimer è il tipo più comune. L’inesistenza di una cura, poiché le medicine attuali possono solo temporaneamente alleviare i sintomi, comporta il fatto che non solo chi è colpito dalla malattia ne subisce le conseguenze che lo portano ad un decadimento progressivo sino alla morte, ma anche i propri familiari che devono assisterli. È difficile, quindi stimare, per la loro enormità, i costi sociali che la malattia porta ai sistemi di welfare, ma è ovvio che la scoperta di una cura efficace potrebbe da una parte portare sollievo a milioni di persone nel mondo, ma anche ridurre notevolmente la spesa pubblica sanitaria a livello globale.
L’Italia è stato uno dei primi Paesi al mondo ad equiparare, agli effetti giuridici, i documenti informatici muniti di firma digitale ai documenti formati su supporto cartaceo allo scopo di dare valore giuridico ai documenti destinati a circolare nell’ambito della Rete unitaria della pubblica amministrazione (R.U.P.A.), uno dei più importanti progetti intersettoriali realizzati in questo Paese negli ultimi cinquant’anni. Ora il Tribunale di Milano con la sentenza numero 11402/2016 ha stabilito che alle e-mail può essere dato sempre pieno valore probatorio, senza che a nulla rilevi il fatto che esse siano prive di sottoscrizione qualificata. Infatti, ha ricordato che il regolamento EIDAS dell'Unione Europea, numero 910 del 2014, all'articolo 46 precisa a chiare lettere che il solo motivo della semplice firma elettronica di un documento non è circostanza sufficiente a privare lo stesso dei suoi effetti giuridici e della sua ammissibilità come prova in procedimenti giudiziali.
L’aggettivo «informatico» qualifica il «documento» come scritto su un supporto diverso dalla carta: il documento informatico è infatti un documento scritto su un supporto informatico. Come il documento scritto su carta (o su un qualsiasi altro supporto) il documento informatico svolge nell’ordinamento giuridico la funzione di conservare nel tempo un atto o un fatto (dato) giuridicamente rilevanti. Nel caso di specie, proprio la carenza di sottoscrizione era stata addotta come argomento di opposizione a un decreto ingiuntivo emesso per ottenere il pagamento di alcune fatture per compensi derivanti da un contratto di collaborazione in materia di grafica e informatica. Più nel dettaglio i giudici hanno argomentato tale posizione ricordando, innanzitutto, quanto prescritto dall'articolo 21 del codice dell'amministrazione digitale di cui al d.lgs. n. 82/2005, secondo il quale se al documento informatico è apposta una firma elettronica, esso soddisfa il requisito della forma scritta e può essere liberamente valutato in giudizio sul piano probatorio alla luce delle sue caratteristiche oggettive di qualità, di sicurezza, di integrità e di immodificabilità. Inoltre per il Tribunale non può non considerarsi che nel regolamento EIDAS è contenuto anche un principio di non discriminazione tra firma elettronica e firma materiale e che alla prima "non possono essere negati gli effetti giuridici e l'ammissibilità come prova in procedimenti giudiziari per il solo motivo della sua forma elettronica o perché non soddisfa i requisiti delle firme elettroniche qualificate" (art. 25). A tutto ciò si aggiunge che, ai sensi delle previsioni dell'articolo 3 del predetto regolamento, se l'e-mail è inviata da un indirizzo che può essere riferito ad una certa società, quest'ultimo deve essere considerato come una firma elettronica.
E se è vero che chiunque può modificare i caratteri che compongono un'e-mail, è anche vero che nel caso di specie non era stato né ipotizzato né tanto meno provato che ciò fosse avvenuto. In conclusione si evidenzia inoltre, che la firma digitale,come strumento alternativo alla sottoscrizione autografa, è uno strumento già vecchio, ideato alla fine degli anni Settanta e destinato ad essere soppiantato, a breve, dalla firma grafometrica; l’unica in grado di associare all’unicità del segno grafico apposto di pugno dall’autore del documento la sicurezza dei sistemi di cifratura a doppia chiave e, contemporaneamente, la compatibilità del sistema con un sistema di archiviazione basato esclusivamente su documenti informatici.
Un annuncio postato su Facebook promuove la vendita del Nembutal, un potente barbiturico cercato disperatamente dalle persone che desiderano praticare su sé stessi l'eutanasia e che non possono ottenerla nella propria nazione in quanto ivi proibita. Lo slogan che accompagna l'offerta è inquietante: «Per una morte serena ed indolore». Per fortuna il popolo della rete ha subito reagito in maniera sdegnata. L'indignazione su Facebook è comprensibile e giustificabile. Il Nembutal, conosciuto anche come pentobarbital, viene a volte usato come sonnifero. Attualmente non può più essere acquistato e i medicamenti che ne contengono anche solo piccole dosi sono disponibili solo con la ricetta medica. Per questo, proprio perchè merce rara da trovare, è oggetto di truffe online da parte di falsi venditori del farmaco.
In Svizzera viene utilizzato dalle organizzazioni che si occupano di suicidio assistito come Dignitas ed Exit. Anche i veterinari si servono di questo potente barbiturico per sopprimere animali malati o pericolosi. Negli Stati Uniti viene ancora utilizzato nelle esecuzioni capitali. Gli esperti mettono in guardia sulla vendita di questi prodotti. «È illegale». Ma i venditori, che spesso si trovano all'estero, sono difficilmente perseguibili. Sono invece punibili gli acquirenti. In Australia chi importa illegalmente il Nembutal viene punito con 25 anni di carcere e una sanzione di 550mila dollari. Ma molti sono disposti a rischiare pur di poter scegliere l'eutanasia.