Sono ormai anni che lo “Sportello dei Diritti” dimostra, cifre alla mano anche attraverso indagini demoscopiche spesso non pubblicate sui più importanti network, le conseguenze di una crisi economica che attanaglia il Paese e che troppo spesso si cerca di nascondere. Questa volta, a Giovanni D’Agata, presidente dell’associazione, pare opportuno segnalare un recente sondaggio condotto da AISE che riguarda la voglia di scappare fuori dal Belpaese (forse oggi un eufemismo) di una fetta troppo significativa di nostri connazionali. A documentarlo infatti, il decreto interministeriale (Viminale – Farnesina) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio che ogni anno “certifica”, al 31 dicembre dell’anno precedente, il numero degli italiani residenti all’estero, così come previsto dalla Legge Tremaglia sul voto all’estero.
Il numero dei connazionali nel mondo continua a salire: in totale sono 4.975.299, la maggior parte risiede in Europa (2.686.431); segue l’America meridionale (1.559.591); quindi l’America settentrionale e centrale (451.186) e infine la ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide (278.091). L’anno scorso gli italiani residenti all’estero erano 4.811.163: dunque c’è stato un aumento di 164.136 persone. Proseguendo nel confronto con i dati del decreto 2016, in Europa gli italiani all’estero sono aumentati di 96.394 unità (2.590.037 nel 2015); 46.896 in più in America Latina (erano 1.512.695), 13.476 in più in America del Nord (erano 437.710), e 7.370 in più in Africa, Asia, Oceania e Antartide (erano 270.721).
Si è schiantato contro un'auto in sosta mentre era alla guida della sua Ape un uomo di 78 anni di Querceta, in Versilia. L'anziano guidatore è risultato positivo alle analisi sull'assunzione di stupefacenti: in particolare, l'uomo, alla guida di un mezzo non assicurato e con patentino scaduto, avrebbe fatto uso di cocaina.
Il costruttore auto tedesco Volkswagen AG ha annunciato un richiamo di circa 600.000 veicoli negli Stati Uniti. Si tratta di problemi con l'airbag e di surriscaldamento delle pompe dell'acqua di veicoli sul mercato domestico. Secondo la US Transportation Security Administration (NHTSA), sono soprattutto colpiti i veicoli del marchio Audi. Il richiamo degli Stati Uniti arriva dopo una serie di incidenti in Cina e Israele nel 2016. La casa automobilistica tedesca ha dichiarato Sabato che il richiamo colpisce circa 234.000 modelli A5 costruiti per gli Stati Uniti negli anni dal 2011 al 2017. Un problema di corrosione, potrebbe impedire l'apertura corretta degli airbag. Altro difetto riguarda le pompe di raffreddamento difettose installate in più di 342.000 Audi A4s, A5s, A6s e Q5s prodotte dopo il 2012 che possono surriscaldarsi e causare incendi. Altri 5901 modelli di Audi A4, A6, Q7 e Q5 costruiti fra il 2017 e 2018 hanno problemi con le cinture di sicurezza difettose. Anche i marchi Volkswagen, come le Golf 2016 e 2017 così come il modello della Tiguan 2017 soffrono tutti degli stessi potenziali difetti. Gli airbag ed i pretensionatori delle cinture di sicurezza sono molto particolari, a partire dalla loro costruzione, che coniuga elettricità/elettronica, meccanica e pirotecnica.
Essi devono rimanere stabili per anni, ad onta di vibrazioni, sbalzi di temperatura e invecchiamento, per poi funzionare, una sola volta ma al momento giusto. Se c'è qualche intoppo alcune volte la colpa è di questi componenti ed è proprio questo quel che è capitato a vari modelli del gruppo. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari AUDI Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.
Per circa 50 anni gli agricoltori hanno selezionato i pomodori in base al loro aspetto, senza rendersi conto che il tipo più bello, quello dal colore rosso uniforme, era anche il più povero delle sostanze che gli danno sapore. Il pomodoro moderno ha così perso molte delle qualità organolettiche originarie, anche se matura in modo uniforme passando dal verde chiaro al rosso.
Questa proprietà risponde alle aspettative estetiche del consumatore e permette ai produttori di capire quando i pomodori sono maturi e pronti per la raccolta. Ora ricercatori statunitensi hanno identificato varianti genetiche che permetteranno di ridare sapore ai pomodori coltivati industrialmente, spesso insipidi e senza profumo poiché poveri di zuccheri e di sostanze essenziali.
Un milanese, il genio della truffa, è stato processato in contumacia e condannato per un colpo da 1,8 milioni di euro tentato e riuscito al casinò di Montecarlo. Sfrontato, faccia tosta, indubbia abilità, aplomb e una notevole predisposizione a truffare il prossimo, ingredienti lanciati sul tavolo dell'azzardo che hanno consentito a Paolo Gigli di giocare al casinò senza spendere un euro. E' il marzo del 2009. L'uomo, si presenta nell'ufficio della società che gestisce i fidi bancari e comunica che è sua intenzione di "giocare forte", qualificandosi come custode giudiziario, nominato dal Tribunale di Lodi, delegato alla vendita di alcuni beni di proprietà del suo defunto genitore. Doveva solo scambiare i titoli ricevuti con contante. Si fa consegnare a più riprese "fiches" per un ammontare complessivo di 1,8 milioni di euro e lascia al cassiere, come garanzia, diciotto assegni. Perde tutto e quando ritorna all'ufficio fidi compila gli assegni che aveva lasciato al cassiere. Ma, casualmente, commette un errore nello scrivere la cifra. E non ha altri assegni con se.
Solo un caso? o una truffa studiata a tavolino? Non potendo saldare il conto assicura che appena rientrato in Italia coprirà il debito con un bonifico bancario. Ma, ovviamente, non solo non paga, fa perdere le sue tracce. Le ripetute richieste di saldare il debito da parte della casa da gioco monegasca si sono perse nel vuoto. E alla fine tre giorni dopo è stato denunciato alla procura del Principato. Al processo l'uomo non si è visto. Il presidente del Tribunale ha evidenziato come tutta l'operazione sia stata il frutto di un piano ben congegnato per truffare il casinò ed ha condannato l'italiano a diciotto mesi di carcere senza condizionale e al risarcimento del danno. Nel confronto del truffatore è stato spiccato mandato di cattura internazionale.
Confermata dalla Cassazione la condanna di un professore che eccede nei sistemi educativi che creano turbamenti psichici negli alunni. Integrano il reato anche se non vi sono conseguenze fisiche.
Non è mai stato facile il mestiere dell’insegnante, ma forse oggi lo è ancor di più con la crescita del fenomeno del bullismo e della graduale tendenza ad un’educazione sempre meno rigorosa da parte delle famiglie. Certo è, che è sempre eccessivo il ricorso a qualsiasi strumento correttivo violento, perché al di là delle conseguenze fisiche, a volte neanche visibili, può causare turbamenti psichici nei confronti dello studente che possono essere anche duraturi ed essere suscettibili di sanzione penale. E’ questo, in sostanza il caso preso in considerazione dalla Corte di Cassazione con la sentenza 3801/17 depositata il 25 gennaio che ha confermato la condanna per il reato di abuso di mezzi di correzione nei confronti dell’insegnante, autore di rimproveri, ingiurie e pacche sulla schiena ai danni dei suoi alunni.I giudici della sesta sezione penale, hanno infatti, hanno rigettato il ricorso di un professore che era stato condannato dalla Corte di appello a un mese di reclusione per abuso di mezzi di correzione.
La vicenda traeva origine da una “manata” che sarebbe stata inferta dal professore nei confronti di uno studente e che era stata contestata dalla difesa del primo, in quanto ritenuto un fatto di scarsa rilevanza al fine dell’integrazione del reato in questione, stabilito dall’articolo 571 del codice penale. Per gli ermellini, la decisione della Corte territoriale che con «sintetica ma puntuale ricostruzione del complesso delle condotte contestate (rimproveri, ingiurie, offese verbali, grida, pacche sulla schiena, strattonamenti per la maglia, lancio di un banco) ha assolto al compito di fornire adeguata ed esauriente motivazione della sussistenza dei requisiti del reato contestato».
Va, infatti, ricordato che in tema di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, rileva la nozione di malattia non solo fisica ma anche della mente, di portata più ampia di quelle concernenti l’imputabilità o i fatti di lesione personale, estendendosi fino a comprendere ogni conseguenza rilevante sulla salute psichica del soggetto passivo, dallo stato d’ansia all’insonnia, dalla depressione ai disturbi del carattere e del comportamento».
Dopo l'ultimo richiamo di giugno 2016, HP, la multinazionale statunitense dell'informatica attiva sia nel mercato dell'hardware, ha annunciato nuovamente di aver avviato un programma di ritiro e sostituzione volontaria, in tutto il mondo e in collaborazione con vari enti governativi delle batterie che possono surriscaldarsi e prendere fuoco. La decisione del ritiro è maturata dopo che l'azienda ha ricevuto una segnalazione di incidente in cui la batteria ha preso fuoco liquefacendosi, causando un danno patrimoniale di almeno 1000 dollari. Alcune batterie, infatti, in dotazione a vari modelli di computer portatili della Hewlett-Packard (HP) sono difettose.
I modelli chiamati in causa sono alcuni di quelli venduti in vari paesi tra marzo 2013 e ottobre 2016. Maggiori informazioni sia sugli apparecchi difettosi e le modalità per verificare se il proprio notebook HP è interessato dal provvedimento sul sito della multinazionale HP. Nel frattempo, i clienti che hanno acquistato questo articolo, sono pregati di non utilizzare il prodotto.
Funghi porcini secchi in busta "Oliveri" prodotti in Italia, ritirati in Germania perchè contaminati dalla salmonella. Lo segnala l'Ufficio federale della sicurezza alimentare del governo tedesco.
Una contaminazione, rilevata durante il campionamento di routine da parte degli esperti. Nelle confezioni da 50 g dei funghi porcini secchi qualità commerciale in busta, prima del consumo, sono state trovate tracce di salmonella. Nello specifico si tratta del lotto L 350 161 in commercio da 50 grammi della ditta Oliveri Emilio Req. Fontane 56 15019 Strevi (IT) che riporta come termine ultimo di conservazione la data 15/12/2017 sul mercato tedesco. Sconosciute le cause di contaminazione. Secondo le prime indagini i prodotti sarebbero stati realizzati e commercializzati in piena conformità con i processi validati. La segnalazione è stata diffusa anche attraverso il sistema di allerta europeo, questo vuol dire che tutti i Paesi interessati hanno ricevuto la notizia e si sono attivati immediatamente per verificare che il produttore abbia ritirato il prodotto da tutti i punti vendita, informando i consumatori. La salmonella è l'agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche.
E' stata segnalata per la prima volta nel 1886, in un caso di peste suina, dal medico americano Daniel Elmer Salmon. La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti (i cosiddetti sierotipi) ma i ceppi più frequentemente diffusi nell'uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium. Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee (S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), in cui l'uomo rappresenta l'unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. typhimurium e la S. enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica. I rischi. Le salmonelle non tifoidee, spiega ancora lo sportello, responsabili di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali, sono una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato. Le infezioni da salmonella possono verificarsi nell'uomo e negli animali domestici e da cortile (polli, maiali, bovini, roditori, cani, gatti, pulcini) e selvatici, compresi i rettili domestici (iguane e tartarughe d'acqua).
I principali serbatoi dell'infezione sono rappresentati dagli animali, e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l'ambiente (acque non potabili) rappresentano i veicoli di infezione. Rilanciando l'allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, si invitano i consumatori a prestare la massima attenzione astenendosi dall’acquisto dei fungi porcini secchi provenienti dal lotto interessato dalla contaminazione. L’altra cosa da ribadire è che gli altri prodotti non coinvolti si possono mangiare con serenità.
Tragedia a Pattaya, una città sulla costa orientale del Golfo del Paese: un uomo di 91 anni, pensionato italiano, Giacomo Smedile, è morto colpito dal ramo di un albero per salvare la vita di sua moglie, una tailandese di 49 anni. Inutili i soccorsi. L’incidente è avvenuto, domenica, sul lungomare mentre era in compagnia della moglie. L’uomo vedendo il ramo cadere su di loro,ha spinto la moglie anteponendo il suo corpo ma colpito alla testa dal ramo, si è accasciato.
All’arrivo dell’ambulanza, al personale sanitario non è rimasto altro da fare che dichiararne il decesso. Sul posto anche la polizia locale per i rilievi di rito. Il corpo è stato restituito ai familiari. Smedile era uno dei tanti italiani che hanno scelto di lasciare il Paese per godersi la pensione all'estero.
Il gruppo italo americano Fiat Chrysler Automobiles ha annunciato un richiamo per i modelli Fiat Punto e Linea in Brasile. Sono esattamente 113,512 le unità delle due berline ad essere richiamate. Il richiamo riguarda i modelli realizzati negli anni che vanno dal 2009 al 2012 prodotte tra il 5 Gennaio 2009 e il 15 giugno 2011. Questi modelli devono fare ritorno in concessionaria da giorno 31 Gennaio 2017 allo scopo di procedere a un’ispezione e, se necessario, alla sostituzione dell’asse posteriore. Secondo il produttore automobilistico italo americano, le unità coinvolte di Fiat Punto e Linea possono avere una crepa sul bordo dell’asse posteriore. Questa situazione può comportare alcuni inconvenienti quali rumore eccessivo, disallineamento del volante e anche difficoltà nello sviluppare la velocità desiderata, e in alcuni casi potrebbe creare contatto tra lo pneumatico e lo scudo di plastica interno dal corpo e, in situazioni estreme, potenziare il rischio del verificarsi di incidenti con eventuali perdite e danni e lesioni agli occupanti del veicolo e dei terzi.
Come riporta anche il sito www.ariquemesonline.com.br, Le unità coinvolte di Fiat Punto hanno numeri di telaio, non sequenziali, tra 9BD11812191065435 e il 9BD118181C1165352. Mentre per quanto riguarda Fiat Linea tra il 9BD11056991505203 e il 9BD11056CC1542284. Il tempo di riparazione stimato è di circa quattro ore e mezzo. Questi tempi però possono variare in base al flusso di servizio in concessionaria. La riparazione viene eseguita in loco. Maggiori informazioni possono essere ottenute tramite il Customer Service Center di Fiat, chiamando il numero 0800 707 1000, o dal sito www.fiat.com.br . Per Fiat Chrysler dunque prosegue una lunga stagione negativa che ne ha penalizzato l'immagine di costruttore votato alla qualità globale. Infatti, diversi problemi tecnici hanno costretto la casa italo-statunitense a richiamare migliaia di veicoli. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari o ai Concessionari FCA Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. L'intervento, consiste nella sostituzione dell'asse posteriore.
Secondo lo studioso tedesco Kurt Gödel si può dimostrare l'esistenza di Dio con un teorema matematico. "Se Dio è possibile, allora esiste necessariamente. Ma Dio è possibile. Quindi esiste necessariamente". Questo in estrema sintesi il Teorema, del quale due ricercatori, Christoph Benzmuller della Libera Università di Berlino e Bruno Woltzenlogel Paleo dell'Università Tecnica di Vienna, avrebbero dimostrato la correttezza grazie alla capacità di calcolo di un computer portatile. Il cosiddetto "Teorema di Dio" è una sorta di prova matematica dell'esistenza di un essere superiore ed è stato sviluppato alla fine del secolo scorso, che sulla base di principi di logica modale dovrebbe provare che deve esistere un essere superiore. Gödel sostenne che, per definizione, non può esistere niente di più grande di un essere supremo e propose un modello matematico per provare l'esistenza di un tale potere, fondato su alcuni assiomi: "Ax. 1. {P(φ)∧◻∀x[φ(x)→ψ(x)}] → (ψ) Ax. 2. p (¬φ) ↔¬P (φ) Th. 1.P(φ)→◊∃x[φ(x)] Df. 1.G(x)⟺∀φ[P(φ)→φ(x)] Ax. 3. p (G) Th. 2.◊∃xG (x)Df. 2.φ ess x⟺φ(x)∧∀ψ{ψ(x)→◻∀y[φ(y)→ψ(y)]} Ax. 4. p (φ) →◻P (φ) Th. 3. g (x)→G ess xDf. 3. e (x)⟺∀φ [φ ess x→◻∃yφ(y)] Ax. 5.P (E) Th. 4.◻∃xG(x) ". "Ogni proprietà positiva è necessariamente positiva. Per definizione Dio ha tutte e solo le proprietà positive. L'esistenza necessaria è una proprietà positiva. Quindi Dio, se è possibile, possiede necessariamente l'esistenza. Il sistema di tutte le proprietà positive è compatibile. Quindi Dio è possibile. Essendo possibile, Dio esiste necessariamente". Kurt Gödel nacque nel 1906 a Brünn, odierna Brno, in Moravia, all'epoca parte dell'Impero austro-ungarico, da famiglia di origine tedesca. Dopo gli studi all'Università di Vienna fisica, matematica e filosofia, prese la cittadinanza austriaca diventando docente. Sono gli anni in cui pubblicò "i teoremi dell'incompletezza". Nel 1933 attraversò l'Oceano per andare all'Institute of Advanced Study di Princeton nel New Jersey, su invito di Von Neumann. Qui incontrò Einstein di cui divenne amico. Pochi anni dopo il trasferimento negli Stati Uniti, la docenza allo IAS e, nel 1948, la cittadinanza statunitense. Morì a Princeton nel 1978, all'età di settantadue anni.E' importante aggiungere che Gödel era molto religioso, esattamente l'opposto di Albert Einstein che vedeva Dio come un'entità impersonale da cogliere con la sola ragione. Finché visse Gödel non rese nota mai la prova ontologica di Dio, forse perché temeva di essere frainteso. Venne pubblicata soltanto nove anni dopo la sua morte negli Stati Uniti.
Il problema di molti genitori spesso, è quello di avere un figlio che si sveglia mediamente la notte ogni 30-60 minuti, e non nei primissimi mesi, ma anche intorno all'anno e oltre. Parecchi genitori hanno riscontrano miglioramenti e sono tornati a dormire dopo aver somministrato ai piccoli 'insonni' farmaci a base di niaprazina. Ma questa settimana, i medici tedeschi e le autorità mettono in guardia su questo trend pericoloso, ovvero i sonniferi per i bambini. "Può provocare, anche in piccole dosi, un attacco respiratorio", spiega Hermann Josef Kahl, portavoce dell'associazione del lavoro dei pediatri in Germania, Berufsverband der Kinder- und Jugendärzte (BVKJ). Inoltre queste medicine, che hanno effetti sul cervello, potrebbero provocare dipendenza.
Secondo uno studio dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa Espad Italia (European school survery project on alchol and other drugs) i maggiori consumatori di psicofarmaci non prescritti in Europa sono proprio i ragazzi italiani. Il 10% dei ragazzini del nostro Paese dichiara infatti di averli usati, mentre la media europea è del 6%. In altre parole, un adolescente italiano su 10 fa uso di psicofarmaci senza che il proprio medico glieli abbia indicati con una regolare ricetta. Nel 2014 ad averli assunti sono stati 200mila ragazzini. Tra i medicinali più abusati vi sono i sonniferi: a fare uso di sonniferi sono sempre più ragazzine che ragazzini, l'8% contro il 4% dei coetanei maschi. Seguono i medicinali che aiutano lo studio, quelli che garantiscono concentrazione e iperattività: ad assumere questo genere di farmaci è circa il 3% dei ragazzi italiani. Più del 2% poi prende farmaci per regolarizzare l'umore e una simile percentuale assume quelli per far passare il senso di fame.
Una bambina di 14 mesi è stata sbranata questa mattina dal rottweiler di famiglia a Saint-Aubin nell'Aisne, nel nord della Francia. L'animale "sarebbe saltato addosso alla bambina e l'avrebbe morsa a livello della testa", hanno spiegato le autorità. Un'inchiesta è stata aperta per stabilire le circostanze del dramma. Secondo le prime ricostruzioni, la piccola si trovava in braccio alla mamma con la sorellina di quattro anni nel cortile di casa, quando uno dei due rottweiler della famiglia sarebbe saltato sulla piccola mordendola letalmente. Il rottweiler è stato poi abbattuto.
In verità, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la colpa non è da attribuirsi al cane, bensì al genitore che ha permesso alla bambina anche se in braccio di entrare nel cortile che ospitava il molosso. Difatti, il cane stava facendo il suo lavoro: quello di proteggere il proprio territorio da un potenziale aggressore, tipico quando il bambino entra nel territorio del cane, per difesa indotta, il cane difende qualcosa di sua proprietà. In questo caso l’aggressione è scatenata dal fatto che il bambino inavvertitamente o volutamente è entrato nel suo territorio. Il cane potrebbe essere stimolato anche dalla presenza, attiva o passiva, di un componente del gruppo con il quale un rapporto sociale molto stretto; potrebbe essere il suo dominante oppure il subalterno. Il cane resterà sempre il migliore amico dell’uomo ma l’uomo resterà sempre l’irresponsabile animale che non riesce a gestirlo e nel migliore dei casi darà a lui tutta la colpa della sua imprudenza.
Dopo lo scandalo della carne di cavallo contraffatta che ha interessato la Francia e l'Europa, lo “Sportello dei Diritti”, mette in guardia su un rischio che potrebbe interessare anche il nostro Paese.
Il problema sarebbe più esteso di quanto si pensa; per la frequenza con la quale tali fatti si verificano, sembra confermare che non siamo di fronte a fenomeni episodici che potrebbero interessare anche diversi Stati membri dell’Unione Europea.
L'allarme riguarda una nota catena di distribuzione in Svizzera dove cinque collaboratori di una filiale sono finiti sotto inchiesta nel canton Argovia perché sospettati di aver cambiato le etichette a prodotti che avevano superato la data di vendita. Ma non solo. La truffa interesserebbe anche la vendita di carne prodotta convenzionalmente spacciata per bio, ha spiegato il capo della polizia criminale, Markus Gisin, durante una conferenza stampa. In tutto sarebbero stati individuati 3’920 casi di falsificazione di documenti e di infrazioni alla legge sulle derrate alimentari. Ogni settimana, nell’arco degli ultimi 5 anni, le persone inquisite avrebbero cambiato le etichette a migliaia di chilogrammi di carne. Ora "L'affare della carne" preoccupa i consumatori svizzeri e rimbalza da un sito web all’altro su internet.
A tal proposito,Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” chiede al Ministero della Salute, controlli urgenti per evitare che tali fenomeni colpiscano anche il nostro Paese. Mentre invita i consumatori a scegliere prodotti di cui conosciamo la provenienza prestando attenzione a tutto ciò che di strano troviamo nelle etichette e nelle confezioni.
La Francia è sotto shock per la storia di un bambino di otto anni, annegato per punizione dai suoi genitori nell'acqua gelata della vasca da bagno dove lo hanno immerso ripetutamente provocandone la morte. E' quanto hanno fatto una donna ed il suo compagno a David, un bimbo di otto anni, che hanno ucciso con crudeltà. Ora i due, sono sospettati di omicidio e tortura sul bambino, e si trovano detenuti in custodia cautelare. Il fatto è accaduto mercoledì in un edificio di quattro piani una zona tranquilla alla periferia di Nantes in via la Cremetterie a Saint-Herblain. La coppia aveva chiamato i vigili del fuoco mercoledì pomeriggio. Scattate subito le indagini, l'autopsia ha concluso che la morte è avvenuta per annegamento del ragazzo, "apparentemente in un contesto di violenza", ed il suo corpo presentava diverse contusioni, ha riferito una fonte giudiziaria.
Per diversi mesi, il bambino avrebbe subito "regolarmente abusi. Mercoledì, il giorno della tragedia, il piccolo David, è stato nuovamente punito e colpito con un oggetto non identificato al suo ritorno da scuola prima di dover sopportare "la punizione della vasca", riempita con acqua fredda. Il corpicino del bimbo presentava evidenti segni di legature fatte con una corda che è stata trovata nell'appartamento, attorno a polsi e caviglie. David, nato in Costa d'Avorio e cresciuto dalla nonna, raggiunse sua madre in Francia nel tardo agosto 2016. La storia ha attirato l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica.
I recenti attentati da parte di presunti terroristi, recentemente accaduti portano in primo piano il problema della sicurezza. Prime accusate sul banco degli imputati sono le misure prese per evitare possibili atti di folli. In particolare la vendita delle armi è al centro dell’attenzione ed i politici, tengono il dito puntato su tutto quanto possa far sentire i cittadini più protetti nei confronti di un “nemico” alquanto imprevedibile.
Secondo GunPolicy.org, organizzazione internazionale per il controllo, la prevenzione e la regolamentazione dell’uso delle armi, circa il 12,9 per cento delle famiglie italiane possiede un’arma regolarmente registrata, poco meno di 7,7milioni di armi regolarmente registrate. Un cittadino ogni dieci dispone di una pistola, di un fucile, visto che le armi in dotazione alle forze dell'ordine sono solo un milione. Nello specifico l'Italia risulta essere il quindicesimo Paese al mondo per numero di armi pro capite. A queste vanno aggiunte circa altri 10 milioni di armi detenute illegalmente, il che vuol dire quasi 15 armi ogni 100 abitanti. Per armi possedute, secondo lo stesso sito, in Europa l'Italia è terza dopo Germania e Francia. Il primo posto sul podio al Belpaese spetta invece, secondo i dati questa volta dell'Unione europea, per la produzione di armi. I dati sulla diffusione delle armi di Gunpolicy.org vengono ricavati dall'unica banca dati ufficiale, che è quella della Polizia di Stato, nella quale sono registrate 1 milione e centomila armi (rilevazione 2014) e dall'incrocio di dati provenienti da altre fonti non ufficiali. Un numero sicuramente non piccolo, considerando che non ci troviamo nel Paese in cui il Secondo Emendamento permette il libero acquisto e detenzione di armi da fuoco, gli USA per l’appunto, che rimangono un caso del tutto unico. Eppure in Italia, pur avendo uno dei tassi di possesso di armi più alti del mondo, c’è anche uno dei tassi più bassi di vittime per arma da fuoco. Questo accade, perché le leggi italiane sono fra le più restrittive al mondo. Gli italiani, infatti, non possono portare con sé armi. Per ottenere una pistola occorre ottenere prima un porto d’armi. Coloro che vogliono una licenza devono avere almeno 18 anni ed essere sottoposti a un “controllo di affidabilità”, che comprende la verifica dei precedenti penali, se la persona è alcool o tossicodipendente, se ha malattie mentali o presenta altre particolarità che potrebbero renderla discutibile per le autorità. A rilasciare il porto d'armi per difesa personale sono gli uffici territoriali del governo. Alle guardie giurate particolari viene rilasciato il porto d’armi per difesa personale. Pertanto, senza ulteriori autorizzazioni, possono detenere anche altre armi.
Gli appartenenti alle forze dell’ordine, invece, tranne gli ufficiali di Pubblica sicurezza, come qualsiasi altro cittadino per detenere altre armi devono munirsi dei titoli di polizia previsti dalla normativa vigente. Se è la Prefettura a decidere su chi ha i requisiti per il porto d’armi a uso difesa personale, spetta agli uffici della Questura il rilascio dei porti d’armi per uso sportivo (il tiro a segno, ad esempio) e per uso caccia. Il ritiro di armi destinate alla rottamazione è un altro dei compiti a cui è deputato l’Ufficio armi della Questura. Dal punto di vista formale, esiste una distinzione tra licenza di detenzione di armi e licenza di porto di armi, che consente il trasporto delle armi al di fuori della propria abitazione. La prima include anche l'autorizzazione necessaria, nulla osta, di presentare in armeria per poter procedere all'acquisto. Tuttavia non tutti i tipi di armi sono acquistabili e detenibili da parte dei privati, come ad esempio i fucili d'assalto. L’Italia è al 15esimo posto per numero di armi possedute sia legalmente registrate che no, da ciascun individuo ed al 55esimo per numero di persone che posseggono armi da fuoco ogni 100 individui. Per una volta ci possiamo dire felici di essere indietro in una report.
Il gigante delle vendite online Amazon.com, ha annunciato il ritiro dalla pagina web dell'offerta che riguardava le ciabatte da spiaggia con la faccia del Mahatma Gandhi. Vibranti le proteste del ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj: «Ha offeso i sentimenti del popolo indiano». Le ciabatte disponibili pure in diverse colorazioni, sono in vendita per 1'190 rupie. Decisamente ironica la descrizione: «le nostre flip-flop sono dipinte in maniera professionale, sono sempre bellissime e perfette per far sorridere qualcuno».
Decidendo di risolvere in prima persona la questione, la Swaraj ha chiesto via Twitter ai vertici di Amazon-Canada di cancellare immediatamente la proposta di vendita online del prodotto e di presentare scuse senza condizioni. Altrimenti, ha assicurato, nessun responsabile della compagnia avrebbe più ottenuto un visto indiano, facilitazione che sarebbe stata revocata a quelli che l'avevano ottenuta. Di fronte all'aut aut la compagnia fondata da Jeffrey P. Bezos, si è adeguata ritirando l'offerta, anche se non è noto se alla decisione siano state aggiunte le richieste «scuse incondizionate». Solo pochi giorni fa Amazon ha chiesto scusa per uno zerbino raffigurante la bandiera nazionale venduto on line. Amazon, un'altra volta, è riuscita a far imbestialire l'indiani.
Uno studio del centro di dipendenza e salute mentale del Canada offre le prime stime a livello mondiale del numero di donne che bevono alcol durante la gravidanza: ben il 10 % e dimostra come ogni anno circa 119.000 bambini nascano con la sindrome da alcolismo fetale in conseguenza di questo consumo, secondo i dati pubblicati su 'The Lancet Global Health'. La ricerca dimostra anche ampie variazioni tra regioni e paesi, poiché in alcuni stati si stima che vi siano punte nelle quali più del 45 % beve alcol durante la gravidanza. In altri, come il Canada, dove ci sono indicazioni cliniche a favore dell'astinenza durante la gravidanza, si ritiene che, nonostante tutto, ben il 10 % continua a bere in gravidanza. Le conseguenze più gravi di questo consumo è quasi che 15 persone ogni 10.000 nel mondo soffrono un disordine da alcool fetale, che è caratterizzato da problemi mentali, comportamentali e di apprendimento ed anche disabilità fisiche. La stima è stata effettuata sulla base di giudizi approfonditi della letteratura medica e dell'analisi statistica e cercano di aiutare paesi ad approntare iniziative e politiche di sanità pubblica, quali i sistemi di monitoraggio e migliori programmi educativi sui rischi del bere alcol durante la gravidanza.
I cinque paesi con maggior consumo di alcol durante la gravidanza si collocano in Europa e sono la Danimarca, Bielorussia, Russia, Regno Unito e Irlanda. E l'Europa era anche la “regione” che aveva una maggiore prevalenza, del 2.6 % più alta della media mondiale. I livelli più bassi di alcol durante la gravidanza e di sindrome alcolica fetale, d'altra parte, sono stati trovati nelle regioni del Mediterraneo orientale e nel sud-est asiatico, dal momento che in generale sono regioni con consumo inferiore. Non tutte le donne che bevono durante la gravidanza avranno un bambino con questo disturbo, si stima che riguardi solo i neonati di 1 su 67 madri bevitrici, ha sostenuto Svetlana Popova, autrice principale di questo lavoro. Tuttavia, la ricercatrice ammette che questa statistica è molto riduttiva e non comprende altri tipi di disturbi che possono anche essere collegati al consumo di alcol. Infatti, anche se è ben stabilito che l'alcol può danneggiare qualsiasi organo o sistema del feto durante il suo sviluppo, in particolare il cervello, ancora non si sa esattamente che cosa renda un feto più suscettibile, in termini di quantità o di frequenza del consumo durante la gravidanza, così l’influenza di altri fattori come la genetica, lo stress, il fumo e la nutrizione. Di conseguenza, Popova insiste che "molto probabilmente è comunque meglio astenersi completamente dal consumo di alcol durante la gravidanza".
Ricercatori giapponesi hanno dimostrato che è possibile, da una foto pubblicata su Internet, rubare le impronte digitali. Il simbolo della vittoria, la posa con due dita della mano, indice e medio, per rappresentare una "V" potrebbe compromettere la sicurezza dei vostri dati personali. Questo è ciò che ha appena dimostrato un team di scienziati giapponesi del National Institute of Informatics (NII) che spiega che rubare le impronte digitali è possibile attraverso una semplice fotografia pubblicata sui social network fino a quando il segno "V" è l'immagine visibile e di alta qualità. Molto popolare, soprattutto in Giappone, quel gesto che distingue facilmente l'indice e il medio sarebbe una manna dal cielo per i pirati. Frequentemente utilizzati come un sistema di sicurezza, tra cui per sbloccare i telefoni cellulari, le impronte digitali sono state in precedenza considerate come praticamente inviolabili. Gli aggressori possono così avere accesso a informazioni riservate, ad esempio in applicazioni bancarie.
Nel loro studio, i ricercatori sono stati in grado di ricostruire le impronte digitali attraverso le foto che sono state prese a tre metri dei soggetti studiati. Un'altra preoccupazione, la capacità di ingannare i sistemi di riconoscimento biometrici che utilizzano anche le caratteristiche uniche delle nostre dita. Una impronta digitale completa contiene circa un centinaio di minuzie, ma i controlli sono fatti solo da 12 punti. In passato, questo furto d'identità sarebbe stato possibile solo se un criminale avesse avuto a disposizione una fotografia ravvicinata delle dita, ma l'avvento di sensori fotografici sempre più avanzati sugli smartphone ha permesso ai ricercatori di estrarre le informazioni da una comune fotografia. Fortunatamente la stessa tecnica è inefficace con gli occhi, non è possibile fare la scansione della retina di un soggetto da una fotografia. Insomma, dal Giappone fanno bene a sollevare il problema, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: se pensate che ottenere un’impronta digitale sia un’impresa titanica della quale non dobbiamo preoccuparci, sappiate che non è affatto così. A dicembre 2014, durante una conferenza sulla sicurezza informatica, un gruppo di hacker è riuscito a ricostruire l’impronta digitale del Ministro della Difesa tedesco a partire da una serie di foto ad alta definizione in cui appare la sua mano. E, una volta ottenuta la ricostruzione dell’impronta, è davvero immediato ottenere una stampa 3D con cui ingannare i sensori dei nostri dispositivi. Se consideriamo le impronte digitali come un sistema di sicurezza per i nostri dispositivi, dobbiamo tener presente che il governo statunitense e non solo, ha un’enorme banca dati delle password per sbloccare i nostri smartphone. E insomma, il riconoscimento biometrico sarà anche comodo ed immediato, ma forse è meno sicuro di una cara, vecchia password.
Sono diverse da tutt’Italia le segnalazioni da parte di pensionati già dipendenti di amministrazioni pubbliche, che fino all’incorporazione nell’Inps erano sottoposti alla gestione Inpdap, che hanno sollevato un problema di malaburocrazia. Alcuni utenti, infatti, hanno rilevato che l'Inps (gestione ex Inpdap) opporrebbe un rifiuto al rilascio della certificazione che attesta la quota cedibile (cessione del quinto) utile, per fare solo un esempio, ai fini della sottoscrizione di alcuni tipi di contratti di finanziamento al consumo - per l’appunto mediante attraverso la trattenuta diretta di una quota massima che non può superare il quinto della pensione netta oltre alla soglia della pensione sociale stabilita annualmente, che richiedono quale condizione indispensabile per la conclusione tale tipo di attestazione.
Si tratta, in tutta evidenza, di una falla nel sistema “burocratico” che deve essere risolta prontamente dall’Inps che in quanto Istituto di previdenza unico che ha assorbito integralmente le funzioni dell’Inpdap, sta creando una discriminazione tra pensionati (già Inps) e pensionati (già Inpdap), ledendo il diritto sacrosanto concesso dalla normativa vigente anche a coloro che raggiungono la meritata pensione dopo anni di servizio nel “pubblico”, di stipulare contratti di finanziamento utilizzando la formula della cessione di una quota del percepito. Non va sottovalutato, infatti, che molti di questi pensionati si siano trovati di fronte all’impossibilità del semplice rinnovo di un prestito già concesso quando erano sotto la gestione Inpdap e che oggi gli viene opposto ingiustificatamente se non per il citato problema burocratico.
Ci chiediamo: e se quel rinnovo, solo per fare un esempio, servisse per motivi di salute? E’ quindi risibile l’affermazione contenuta nel sito istituzionale dell’INPS che “Nel 2011 vengono soppressi Inpdap (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica) ed Enpals (Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo) e viene disposto, al 31 marzo 2012, il trasferimento all’Inps di tutte le competenze dei due Enti al fine di rendere più efficiente ed efficace il servizio pubblico, assicurando cosi ai cittadini un unico soggetto interlocutore per i servizi di assistenza e previdenza.”. Ovviamente se non verrà data immediata risposta ai pensionati ex Inpdap, lo “Sportello dei Diritti”, è pronto a promuovere azioni a tutela collettive ed individuali.