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Curiosità Urbisaglia

Urbisaglia, 80 anni fa apriva il Campo di Internamento al Palazzo Giustiniani Bandini

Urbisaglia, 80 anni fa apriva il Campo di Internamento al Palazzo Giustiniani Bandini

Il 16 Giugno 1940, dopo il tramonto, giunsero all'Abbadia di Fiastra Aristide Dello Strologo e Giusto Levi da Livorno, Renzo Bonfiglioli, Nino Contini, Ivo Minerbi e i fratelli Hanau da Ferrara.

Erano i primi sette internati del campo di internamento di Urbisaglia che, fino alla sua chiusura nell'ottobre del 1943, contò il passaggio di circa 350 persone accusate, a vario titolo, di essere pericolose o indesiderabili.

A Urbisaglia, in particolare, il Ministero degli Interni convogliò gli internati per motivi di polizia: civili italiani considerati pericolosi, per motivi di guerra: in particolar modo sloveni, dalmati e croati sospettati di sostenere la guerra partigiana e per motivi razziali: ebrei tedeschi, polacchi, ex cecoslovacchi ed ex austriaci, molti dei quali furono successivamente deportati nei campi di sterminio tedeschi.

Il campo venne allestito all'interno del Palazzo Giustiniani Bandini e aveva una capienza di circa cento posti, che furono occupati da personaggi provenienti da tutta Italia e da figure di spicco della cultura ebraica. Attraverso le memorie e le lettere di queste persone, è stata ricostriuta quella che doveva essere la vita di tutti i giorni nel campo, e, soprattutto, si riesce a percepire le loro paure, i disagi e il dolore di vivere lontano dai propri cari. Con i pochi mezzi che avevano a disposizione gli internati riuscirono ad allestire una biblioteca da cui ognuno poteva prendere in prestito gratuitamente dei libri; organizzarono lezioni su argomenti di loro competenza e lezioni di lingua italiana, tedesca e inglese cercando di sostenersi l’un l’atro tra anzie e privazioni.

Grazie ai continui lavori di ricerca, portati avanti dalla sezione ANPI di Urbisaglia, in questi ultimi anni il Comune di Urbisaglia è riuscito a stabilire un contatto con diversi familiari degli internati che, con grande partecipazione, hanno contribuito alla raccolta di informazioni inviando testimonianze, lettere e foto scattate dai loro congiunti. Alcuni hanno voluto fare visita all'Abbadia di Fiastra per conoscere il luogo dove i loro nonni vissero prima della deportazione nei campi di sterminio, come la signora Marion Scott dagli Stati Uniti, e la signora Jehudit da Israele.

"È assurdo che un posto così bello sia stato usato per fare la guerra - ha commentato Jehudit - Siamo felici di vedere che nostro nonno ha vissuto gli ultimi tre anni della sua vita in un luogo così bello, anche se dopo è seguito il luogo peggiore al mondo."

Sono passati 80 anni da quel 16 giugno ma ci sono ancora tante persone che cercano di ricostruire gli ultimi anni di vita dei loro cari, sapere in quali condizioni vissero, capire dove e quando furono arrestati. Per questo è stato messo a disposizione un sito di studio e ricerca all'indirizzo campodiurbisaglia.org nel quale raccogliere le biografie degli internati e mettere a disposizione di tutti i materiali raccolti. L’amministrazione comunale di Urbisaglia inoltre ha sviluppato con la Fondazione Giustiniani Bandini, ente proprietario del palazzo, l’intenzione di organizzarvi il museo della memoria dove custodire tutta la documentazione e tramandare le terribili vicende che segnarono la storia degli internati di Urbisaglia e più in generale dell’Italia intera prima e durante la Seconda Guerra mondiale.

 

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