Macerata, il giorno in cui Papa Francesco abbracciò l'arte di Stefano Calisti: "Una gioia immensa"
"La gioia è la vostra fortezza". Così Papa Francesco si rivolse ai 73 frati minori Cappuccini della provincia delle Marche, il 10 ottobre 2019, durante un incontro carico di semplicità e fraternità in Vaticano. Parole che oggi, a distanza di anni e in occasione della sua scomparsa, risuonano con emozione anche nella memoria dell’artista maceratese Stefano Calisti, che quel giorno ricevette un onore raro e indimenticabile: vedere una sua opera donata al Pontefice.
Quell’incontro segnò uno dei momenti più intensi della carriera di Calisti. A consegnare il dipinto, realizzato appositamente per l’occasione, fu il Ministro Provinciale Fra Sergio Lorenzini, che lo illustrò al Santo Padre raccontandone la genesi, i colori, l’anima.
L'Osservatore Romano, che dedicò spazio e attenzione a quell'opera, ne descrisse i dettagli, valorizzando quella cifra stilistica che rende il lavoro di Calisti unico, riconoscibile, immediatamente emozionante.
Ma fu la reazione personale di Papa Francesco a rendere tutto ancor più straordinario: "Quando mi è arrivata sul cellulare la prima foto del Pontefice con il mio quadro - ricorda Calisti - la gioia è stata immensa. Ma quando ho visto quella in cui scriveva di suo pugno una dedica sul mio catalogo, mi sono commosso fino alle lacrime".
Una dedica breve, affettuosa, sincera: "Caro Stefano, grazie tante, che Dio ti benedica e non dimenticarti di pregare per me". Parole che l’artista conserva ancora oggi come un tesoro. "Non avrei mai pensato di arrivare fino al Papa - confessa -. I miei quadri hanno girato il mondo, tra ambasciatori, prelati, attori, poeti, ma mai avrei immaginato un momento simile".
Stefano Calisti è considerato uno dei più rappresentativi artisti marchigiani contemporanei. La sua opera, fatta di luce, colore e spiritualità, continua a viaggiare tra collezionisti e istituzioni, ma è in quel giorno di ottobre del 2019 che l'arte e la fede si sono incontrate nel modo più autentico.
"Oggi che salutiamo Papa Francesco - afferma Calisti - voglio ricordare quel momento non solo come un privilegio personale, ma come un tributo che ho potuto offrire a nome di tutti i miei concittadini, dei marchigiani e della mia terra. Quel gesto divenne nostro. E la sua benedizione, un dono che porterò sempre con me".
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