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Cultura Civitanova Marche

"Papà mio bello": Carla Martella racconta la vita incredibile del padre

"Papà mio bello": Carla Martella racconta la vita incredibile del padre

Si svolgerà domani 8 marzo la presentazione del libro “Papà mio bello” di Carla Martella che racconta l'incredibile vita del padre, medaglia d'oro al valore civile e presidente dell'Atel. L'incontro si apre alle ore 17,30, presso la sala “Enrico Cecchetti” della Biblioteca Comunale “Silvio Zavatti”.

Durante la presentazione sarà proiettato il docufilm "La buona stella" di Sergio Basso. L'evento è patrocinato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Civitanova e dall'Ambito sociale XIV.

Il libro sarà presentato anche a Roma, presso la casa del sollievo Wanda all'interno del parco di Villa Glori.

Mario Martella, Cavaliere del Lavoro e Giusto fra le Nazioni, Medaglia d'Oro al valore civile. Salvò la famiglia Sabbadini, tipografi a Roma, a novantanni ha ricevuto a Gerusalemme l’onorificenza che ha meritato con il suo coraggio e il suo senso di giustizia.

Tra le tante storie di orrore, persecuzioni, delazioni, che costituiscono la trama buia degli anni maledetti, ogni tanto emerge un ricordo che porta un po'’ di luce, che dimostra come al male e  all'’indifferenza si possa dire no e restare uomini accanto ad altri  uomini. È così la storia della famiglia Sabbadini, tipografi a Roma  da generazioni. Quando furono promulgate le leggi razziali, la loro attività rischiò di sparire per sempre. Ma trovarono una persona, Mario Martella, che acquistò la proprietà al giusto prezzo (e che  dopo la guerra gliela restituì) e che fece poi molto di più: al  momento dei rastrellamenti e delle fughe, nascose i due anziani della  famiglia Sabbadini in un podere nella campagna vicino Roma. Restarono  molti mesi nascosti, fino alla liberazione. Martella ha raccontato questa storia, insieme a molte altre della sua vita – il lavoro, gli affetti, la Resistenza, il campo di prigionia – in un libro, La buona stella.

In onore di Mario e sua moglie Wanda sono stati piantati dalla famiglia Sabbadini dodici ulivi nella Foresta di Giovanni Paolo II in Israele. I nipoti dei salvati, in particolare Sylvia e Paolo Sabbadini, in memoria del padre Gilberto, hanno intrapreso il  percorso per far attribuire da Yad Vashem a Mario Martella il  riconoscimento di Giusto delle Nazioni.

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