Evento unico alla Music Farm, lunedì 11 giugno, per ricordare la più prolifica songwriter della storia del jazz, inclusa dal musicologo Ted Gioia, insieme a Billie Holiday e Lil Hardin Armstrong, fra le “cinque donne songwriter che hanno modellato il suono del jazz”.
Irene Higginbotham, nipote di J. C. Higginbotham trombonista di Armstrong, fu attiva sulla scena musicale di New York per tutti gli anni Quaranta sino ai primi anni Cinquanta scrivendo sia brani vocali che strumentali che furono incisi da personaggi del calibro di Louis Armstrong, Dinah Washington, Peggy Lee, Nat King Cole, Anita O’Day, Coleman Hawkins, Fatz Waller e Cab Calloway. Il suo standard più noto, Good Morning Heartache, insieme a No Good Man, fu inciso da Billie Holiday nel 1946 ed inserito anche, dieci anni più tardi, nello storico album Lady Sings the Blues. Rilanciato negli anni 70 da Diana Ross come brano portante della colonna sonora del biopic dedicato alla Holiday, negli anni seguenti fu registrato in centinaia di nuove versioni dai più grandi interpreti della musica americana.
Il progetto musicale ideato dalla cantante Claudia Aliotta, promosso in collaborazione con l’Associazione Culturale Tolentino Jazz, prenderà il via alle 19 con la conferenza “La versatilità musicale di Irene Higginbotham” che farà da preludio alla mostra di vinili degli anni Quaranta, foto e spartiti d’epoca che illustreranno la carriera della compositrice afro-americana. Alle 21 il concerto celebrativo, “Good Morning Heartache”, vedrà di scena Claudia Aliotta accompagnata da Lorenzo Francioli al pianoforte, David Padella al contrabbasso e Roberto Bisello alla batteria. In programma song, blues, jive, ballad e ben tre inediti, brani mai incisi recuperati attraverso rari spartiti: I’ve Got to Change My Ways, firmato in coppia con Nat King Cole, It Must Be You e Love is a Frustrated Thing
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