Montecosaro, "Nella terra della pietra gialla": le foto di Giandomenico in mostra al Bicchiere della Staffa
Si intitola "Nella terra della pietra gialla" la nuova mostra fotografica di Andrea Giandomenico, fotoamatore di Montecosaro, allestita con immagini selezionate dal suo ultimo workshop fotografico negli Stati Uniti, nel parco nazionale di Yellowstone.
"E' stato un viaggio veramente impegnativo" ci confessa Giandomenico, mentre ci illustra i suoi scatti, "il jet lag che non sono riuscito a smaltire ed i molti chilometri macinati durante le due settimane si sono fatti davvero sentire ma avevo una tale adrenalina addosso per l'esperienza che stavo vivendo che sono riuscito a superare ogni difficoltà". "All'arrivo, nei primi giorni, le temperature erano abbondantemente sotto lo zero e c'erano una ventina di centimetri di neve", continua Giandomenico, che tuttavia ci dice che dal quarto giorni sono passati a temperature sui 15 gradi, in cui era molto più agevole scattare foto. La giornata tipo prevedeva una sveglia alle 5 e via sul furgone in cerca di paesaggi e animali da fotografare, con spostamenti che in media erano di circa 350 km giornalieri.
Durante il tragitto occhi sempre aperti nel caso si fosse avvistato qualcosa di interessante e, a quel punto, ci si fermava e nel più breve tempo possibile si era pronti a immortalare il soggetto individuato. Unica accortezza era quella di usare la massima prudenza perché ci si poteva imbattere in animali molto pericolosi, tra cui il principale era sicuramente l'orso, motivo per cui il parco era disseminato di cartelli che invitavano a fare attenzione.
Uno degli avvistamenti che è rimasto più impresso a Giandomenico è stato quello della nascita di un alce, che ha descritto in questo modo: "sembrava di essere in un documentario naturalistico, di quelli che si vedono spesso in televisione, ma era tutto meravigliosamente reale. Siamo arrivati quando il piccolo era stato partorito da una decina di minuti e siamo rimasti a fotografarlo per 3 ore, da quando la mamma lo puliva, ha mangiato la placenta, fino a quando il piccolo ha iniziato a stare sulle proprie zampe e muovere i primi passi".
Un altro incontro interessante è stato quello con il Grizzly, uniersalmente riconosciuto come il simbolo di Yellowstone. Durante un trasferimento hanno visto delle auto ferme e la guida ha detto al gruppo che ci poteva essere l'orso. Scesi dal furgone, effettivamente l'hanno visto che scendeva dalla montagna ed hanno speso tre ore e mezza a fotografarlo. Fortunatamente sono molte le specie di animali che Giandomenico è riuscito a fotografare, anche se non era per niente scontato, dato che molti sono difficili da incontrare. E' con una punta di soddisfazione che ci racconta della marmotta, avvistata quasi per caso tra le rocce di una montagna ed il caso ha voluto che l'abbiano incontrata mentre faceva lo spostamento dei cuccioli da una tana all'altra.
C'è stato anche un momento con un po' di paura, quando il gruppo ha incontrato un orso nero sotto la collina dove loro si erano piazzati. Ci racconta Giandomenico che vedendo la direzione che stava prendendo, hanno cercato di anticiparlo e si sono appostati in un punto migliore ma quando questo stava passando, innervosito per qualche ragione, ha dato segnali di un attacco imminente ad un altro gruppo di fotografi e a qual punto è stato un fuggi fuggi generale, anche per loro che non erano comunque direttamente minacciati.
Pietro Melappioni, titolare del ristorante, ci dice che i clienti sono entusiasti delle foto e molti di loro chiedono informazioni. Il locale non è nuovo all'arte e alla cultura, dato che prima delle foto erano esposti alcuni quadri del cognato, il famoso pittore civitanovese Franco Morresi e scopriamo addirittura che il figlio Giovanni è uno scrittore di successo, premiato con diversi riconoscimenti a livello nazionale e tra i primi dieci in Italia nella classifica delle vendite di libri storici.
Il signor Pietro ci racconta un simpatico aneddoto sulle foto di Giandomenico: una signora canadese che viene tutte le estati a Civitanova, un giorno a pranzo nel suo locale vede alcune foto che le piacciono particolarmente e chiede se sia possibile incontrare l'autore. Lei sarebbe tornata anche a cena e casualmente, quella sera sarebbe stato presente anche Giandomenico. L'incontro si concretizzo e finì con una foto dell'aurora boreale ceduta in dono alla signora.
"Questo spazio che gli abbiamo dato se lo merita tutto, perché le foto sono bellissime e piene di significato", conclude Melappioni, e ci dice che l'esposizione non ha una scadenza, ma resterà fino a quando non ci sarà un nuovo viaggio e nuove bellissime immagini per sostituire quelle presenti.
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