Macerata, grande evento poetico al Caffè Venanzetti: Guido Garufi presenta l'autore Mario Broglia
Si dovrebbero definire, momenti di rara bellezza, gli eventi dedicati alla poesia. E' per Sabato 15 Dicembre alle ore 17.15, al Caffè Venanzetti, la presentazione della raccolta poetica, "Lungo una strada di terra", di Mario Broglia. Sarà il noto poeta Guido Garufi a presentare l'autore di questo piccolo pamphlet che raccoglie ben 41 componimenti in versi sciolti. E' sempre di Guido Garufi l'epifanica prefazione all'opera che ci spalanca al mondo di questo novello poeta alla sua opera prima. Il professore individua nel titolo di questa inedita raccolta "un indirizzo di lettura, una indicazione generale per la comprensione di una poetica della essenzialità che tanto ricorda il Pascoli di Myricae. Un autore, Mario Broglia, che ben si muove nel panorama poetico regionale e nazionale e che sa far diventare la sua esperienza personale cifra universale.
E parafrasando sempre le parole del prof. Garufi, potremmo dire che molti testi, quasi tutti, di questa strada di terra, così adiacente all’avventura umana, rimandano ad una mitografia personale , una mitografia in cui si intreccia l'elemento georgico( la terra-le foglie-il vento-l'acqua) e il campo semantico della luce e della speranza. Il collante fra le due dimensioni sembra essere assicurato dalla memoria, una fertile ricerca del tempo perduto. Un poeta,Mario Broglia, che ricorda sicuramente la poesia delle piccole cose e degli spazi ristretti del Pascoli di Myricae, ma che sa spaziare oltre l'hortus conclusus , oltre la siepe, di leopardiana memoria, e restituirsi all'infinito. Alcuni testi sono di struggente commozione e si percepisce come la vita palpiti nei versi, commuove questo attaccamento alla poesia come luogo proprio, luogo di autenticità, luogo-scrigno in cui nessuno può entrare senza il permesso dell'autore. Poche sono le note biografiche che l'autore mette a disposizione credendo che le parole poetiche possano essere il miglior veicolo comunicativo, tuttavia, Mario Broglia vive e lavora a Corridonia. Fin da bambino ha coltivato l'amore per la poesia e la scrittura.
Dal 2001 ha partecipato a prestigiosi Concorsi Letterari Nazionali ottenendo note di stima e benemerenza. Si è sempre occupato di poesia nei suoi spazi privati e l'ha sempre concepita come un percorso di conoscenza di se stesso e degli altri. Uno dei poeti che crede nella necessità e nell' urgenza dello scrivere. La scrittura come terapia, come memoria, come varco per conoscere se stessi. E' grazie agli incoraggiamenti di alcuni cari amici, fra cui Silvio Natali, a cui appartengono i dipinti che accompagnano i versi del libro, che il nostro autore si è deciso a pubblicare le sue poesie, ad aprire, quindi, un dialogo prolifico con l'altro da sè, con un pubblico ipotetico.
E' il prof. Guido Garufi a darci una anticipazione critica della poesia di Mario Broglia: " Tutto, tutto complotta e viene costruito per una fertile regressione, una ricerca del tempo perduto, magari con una foto che possa ricordare un compagno di scuola ( “Una cara foto”). Ma più ancora, e questo ci sembra essere il segnale più interessante di questa palquette, è il “salto” ( come in Pascoli) che si attua ampliando e amplificando due dimensioni: quella del racconto “georgico” ( campagna-infanzia- e povertà, aggiungerei) dove le cose sono minute, tattili, umili, come le foglie o le zolle, e l’immediato sguardo verso l’alto che prevede l’intuizione delle stelle brillanti, il campo semantico della luce, come la strada di terra, e della speranza, vorrei aggiungere, che va a lenire qualche lacrima nascosta in certi versi. Si sprofonda, è vero, ma si conserva, lo dice lo stesso autore, ma fortemente e dimessamente : “ dove è contenuto il passato nessuno può entrare”. Il testo è, allora, uno scrigno."
E' di Oriana Salvucci la direzione e la cura dell'evento e a lei chiediamo lumi sull'evento: " L'evento nasce dall'amore per la poesia e per la parola nel senso più ampio del termine. Qualcuno ha parlato di inverno-inferno della poesia, una poesia prossima al grado zero, intendendo con questa definizione non la morte della poesia, ma la sua tenace capacità di resistenza che si esplica attraverso un dialogo con e sulla precarietà. Una poesia ossimorica, binaria, segno dei tempi, come alcuni versi di Mario Broglia, il nostro poeta, quella sua ricerca quasi ossessiva del tempo perduto, quel suo attaccamento alla terra, al vento, all'acqua, datità di un paesaggio tipicamente marchigiano che, però, trascendono il dato fisico e diventano cifre universali. I piccoli spazi, i rifugi, le piccole cose non diventano crogiuolo, orto concluso, ma un limite da superare per raggiungere l'infinito. Mi sembra interessante il salto da Pascoli a Leopardi, per intenderci. E concludendo dantescamente, i versi di Mario Broglia sono un salire a riveder le stelle".
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