G.I.G.A. (Gruppo d’Incontro Giovani e AggregAzione) è un progetto coofinanziato dalla Regione Marche e dal Dipartimento della Gioventù nell’ambito dell’intervento “AggregAzione”, creato e coordinato dall’associazione Strade d’Europa, con la partecipazione del Comune di Macerata e di altre sette associazioni maceratesi. L'obiettivo principale del progetto è quello di valorizzare alcuni spazi del centro storico, in particolare i Magazzini Uto e la Biblioteca Mozzi Borgetti, coinvolgendo ragazzi e ragazze del territorio comunale in attività di aggregazione e partecipazione.
Diversi sono gli appuntamenti della settimana:
Giovedì 19 Ottobre alle ore 14,00 presso i Magazzini UTO l'Associazione culturale Les Friches propone un incontro laboratoriale dal nome IODesign con la classe indirizzo multimediale del Liceo Artistico "Cantalamessa" Macerata.
Il progetto vuole far partecipare i giovani nel ripensare uno dei contenitori culturali più interessanti della nostra città dal punto di vista della luce. I ragazzi studieranno l’ambiente, il contesto, l’uso e la versatilità del luogo, attraverso l’utilizzo di diversi materiali ed il pensiero progettuale creativo.
Sempre giovedì, un altro interessantissimo appuntamento è alle ore 14.15 presso la Sala Castiglioni della Biblioteca comunale “Mozzi-Borgetti” dove avrà luogo l’ultimo appuntamento di “Strade che Aggregano”, a cura dell’Osservatorio di Genere.
Questo ultimo incontro avrà come protagonisti le studentesse e gli studenti della classe 4a D indirizzo Sistemi Informativi Aziendali dell’ITE “Gentili” di Macerata, coordinati dalla professoressa Letizia Catarini, che presenteranno La piccola umanità internata: il vicolo delle orfanelle, output del lavoro di ricerca scaturito dal percorso proposto dall’Osservatorio di Genere dal titolo “Strade che aggregano”.
Si prosegue alle 18,30, presso i Magazzini U.T.O, con l'Associazione Alter Eco che propone un incontro dal titolo "Elogio del vino sfuso".
Grazie alla presenza di Corrado Dottori, vignaiolo dell'azienda agricola "La Distesa" di Cupramontana e autore del libro "Non è il vino dell'enologo" (DeriveApprodi) si parlerà di vino sfuso, segno di genuinità produttiva e di civiltà di un territorio vinicolo che ha minor impatto sull'ambiente, garantisce l'instaurazione di un rapporto diretto tra consumatore e vignaiolo e illumina quotidianamente con la sua nobile semplicità i cibi in tavola e dona piacere rinfrancante.
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