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Cultura San Severino Marche

Le carte di Montale in mostra, tra i custodi delle Opere anche il settempedano Giorgio Zampa

Le carte di Montale in mostra, tra i custodi delle Opere anche il settempedano Giorgio Zampa

La città di Pavia, il 3 e il 4 aprile prossimi, dedica due giornate agli archivi di Eugenio Montale, poeta e scrittore italiano, Premio Nobel per la Letteratura nel 1975. Molte lettere, foto, autografi e note dell’autore di Ossi di Seppia, furono conservati dal suo grande amico Giorgio Zampa, giornalista e critico letterario nato nel 1921 a San Severino Marche che, giovanissimo, conobbe Montale al caffè delle Giubbe Rosse di Firenze guadagnandone subito la fiducia fino a diventarne proprio l’archivista ma anche il collaboratore più stretto.

A Zampa il poeta Montale affidò la cura delle opere complete nei Meridiani. Zampa fece stampare a San Severino Marche, era il 1966, la prima edizione degli Xenia scegliendo la tipografia settempedana dei fratelli Bellabarba. Quell’opera, cui il Comune e l’Archivio storico tipolitografia Bellabarba hanno dedicato una serie di iniziative in questi anni, ad oggi risulta essere uno dei componimenti più celebri del Nobel.

L’aver scelto questa periferica  e “autorevole” tipografia, ponendola al  “centro” della memoria poetica, questo sentimento forte e  autentico che Eusebio (così gli amici più intimi chiamavano Eugenio) volle “stampare” non è solo  casuale o una “occasione”, è  in qualche modo un tributo e una “ricordanza” per la nostra terra.

La storia degli “Xenia”, infatti, lega il poeta alla città di San Severino Marche in modo indissolubile. Il 20 ottobre 1963 moriva Drusilla Tanzi, moglie e compagna di tutta una vita di Eugenio Montale. Tre anni dopo lui faceva stampare in città la raccolta dedicata a sua moglie in pochi esemplari da regalare ad amici e parenti in una edizione semplice “da curato di campagna”. Quell’opera, tuttavia, era di enorme importanza per i temi e il linguaggio. La mostra “Amare un’ombra” ha ricordato a San Severino Marche, di recente, proprio questa grande importanza.

Sarà facile, dunque, trovare in occasione dell’apertura delle porte del Fondo manoscritti dell’Università di Pavia tracce di una storia già raccolta, custodita e raccontata in quella che fu la seconda casa di Montale, in quella San Severino Marche crocevia di cultura e poesia in un passato assai recente.

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