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Cultura Macerata

"L’adolescenza di Mattia Pesce", alla Mozzi Borgetti la presentazione del nuovo romanzo di Enzo Nardi

"L’adolescenza di Mattia Pesce", alla Mozzi Borgetti la presentazione del nuovo romanzo di Enzo Nardi

"L’adolescenza di Mattia Pesce": una satira e una autobiografia per tutti. Giovedì 29 giugno, alle 17,30, la presentazione del nuovo romanzo di Enzo Nardi alla Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata.

Enzo Nardi, chi non lo conosce? A parte i suoi alunni al Liceo Classico e oggi allo Scientifico, Nardi è un professore “classico”, uno di quelli che “ancora” ama la lingua italiana non troppo “infestata” da algoritmi e banalità psicopedagogiche.

Ma Nardi, ancora e soprattutto come musicista (chhitarra) e davvero amante e vera passione per la canzone francese, insomma la Chanson e con quella sua intrigante atmosfera poetica e sentimentale, sempre più affossata dal baratro del Rap e dalla cacofonie istintivo- reattive in voga. Decide allora allora di presentare un suo libro, “L’adolescenza di Mattia Pesce” ( Il “fu Mattia Pascal” di Pirandello, almeno come antico riferimento).

Qui emergono le ansie, i turbamenti, le emozioni, le umiliazioni del giovane Mattia Pesce tra sogni platonici, crisi familiari, desiderio di Dio e di perdono. Una sorta di “romanzo pedagogico”  in un linguaggio lucido, tagliente, ma al tempo stesso ironico e lirico.

L'autore ci fornisce accanto a un ritratto psicologico anche uno spaccato della provincia italiana. Per me - ci ha detto Enzo- “si è trattato di una discesa agli inferi dove ho riassistito ad antiche zuffe tra angeli e diavoli. Alla fine provo un senso di liberazione e quasi di svuotamento”. Non è una confessione ma e un 'rientro', diciamo una "Ricerca del tempo perduto" (siamo in Francia con Marcel Proust e non con il corridore, anche lui francese Alexandre Proust, come ad un primo momento pensava un giovane amico mentre parlavo del libro in questione).

Quanto allo stile direi che è secco, frontale, in alcuni passaggi  sfiorano il grottesco e il burlesco, tra un Decamerone in miniatura e la fotografia di una Macerata dissolta e che non esiste più. Far emergere il “bello” e il “buono” di un tempo, non è cosa malvagia, anzi è una provocazione. Lo faceva un “classico” come Menippo che inventò la Satira che da lui prende il nome: la satira “menippea”. Un misto di serio e di faceto come sarebbe necessario oggi.

(Guido Garufi) 

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