Povera per pagare il gas, ma "ricca" per ricevere gli aiuti pubblici: il dramma di una mamma di Tolentino
Sono tante le storie di questa Italia devastata che ci giungono ma sono anche molte le storie di un Paese in crisi e che non riesce ad aiutare la propria gente. Questa è la vicenda di R.G., mamma single di Tolentino che non trova più il modo di vivere una vita dignitosa.
Sono circa due mesi che la donna vive senza gas perché non è riuscita a pagare le bollette arretrate. Trovatasi in difficoltà è andata a chiedere aiuto all’assessore ai Servizi Sociali di Tolentino, il comune è in fondo la casa di tutti i cittadini, è il luogo dove trovare le persone che lavorano al servizio dei residenti, ma purtroppo non è stato così per la mamma tolentinate. La donna aveva infatti chiesto la possibilità di accedere a un prestito d'onore. "L’assessore in un primo momento mi ha rassicurato, dicendo che entro una settimana mi avrebbe dato una risposta sull’eventuale aiuto per allacciare il gas, ma in realtà non mi è mai arrivata nessuna risposta. Non ricevendo notizie, ho chiamato il Comune che non aveva novità da darmi e mi ha invitato a presentarmi gli ultimi giorni del mese di luglio o all'inizio di agosto".
Oggi, la protagonista di questa storia, è ritornata all’ufficio Servizi Sociali purtroppo, ancora una volta, senza trovare una soluzione. La dipendente dell’ufficio le ha spiegato che questo tipo di aiuti, come i prestiti d'onore, vanno solo a chi non ha lavoro e visto che lei ha un impiego part time non rientra nella categoria. La donna infatti, lavora da dieci anni per una ditta. Fino a qualche anno fa lavorava 8 ore al giorno poi ha ridotto il suo orario su richiesta dei titolari in un momento di crisi. Quando a febbraio è stata la mamma in difficoltà a chiedere aiuto, l’azienda non ha potuto ricambiare il favore e non le ha permesso di tornare al full time.
In sostanza, la giovane mamma ha trovato accolta la sua richiesta relativa alle agevolazioni, i cosiddetti bonus energetici previsti per le persone in difficoltà economica, ma non essendo comunque riuscita a pagare le bollette, l'utenza le è stata staccata. L'unica mano che le è arrivata dalle istituzioni, quindi, alla fine si è rivelata sostanzialmente inutile.
Né il Comune né l’azienda per la quale lavora, infatti, hanno la possibilità di darle l’aiuto che le serve per riallacciare il gas, una cifra che si aggira intorno ai 1.000 euro. Non un’enormità, ma per lei che ha una bimba di quattro anni, paga un affitto di 382 euro al mese e ne guadagna 700 è un ostacolo difficile da superare. Ha anche provato a cercare un altro lavoro per il pomeriggio ma neanche in questo caso ha avuto fortuna. A tutto questo, si è aggiunto in questi giorni anche il fatto che l'abitazione dove vive è stata lesionata dal sisma.
“Mi sento delusa, arrabbiata, indignata e stanca. Stanca di non avere risposte o di essere trattata con il rispetto con cui io ho sempre trattato l’azienda per cui lavoro. Il Comune non mi dà mai una risposta definitiva, rimango in un limbo in cui non si sa cosa devo fare per essere aiutata. Dovrei licenziarmi per prendere forse l’aiuto del Comune? Dovrei vivere senza gas? Dovrei forse spiegare a mia figlia che questa città, lo Stato non aiuta i suoi cittadini?”: domande forti che giocoforza meritano risposte. Ma soprattutto: cosa dovrà fare questa donna per tornare ad avere il gas in casa?
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