Recanati, officina e rivendita di pneumatici abusive in un casale di campagna: tre denunciati
Attività produttive abusive e gestione illecita di rifiuti: i carabinieri forestali impegnati in controlli ambientali nelle campagne del Recanatese individuano "il casolare del degrado ambientale". Tre denunciati: rischiano, al termine dell'iter processuale, pesanti sanzioni penali.
Si tratta, nello specifico, di un vecchio casale, censito come d’interesse storico e architettonico. All'interno di un capannone della proprietà, in uso a una ditta del settore trasporti, è stata scoperta dai militari un'attività abusiva di autoriparazione in assenza delle prescritte autorizzazioni di legge.
I carabinieri hanno, pertanto, proceduto al sequestro penale delle attrezzature e delle strumentazioni adoperate illecitamente. Contestualmente è stata accertata una gestione illecita dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi (filtri usati, tubi in metallo e plastica, batterie fuori uso, radiatori, ganasce e freni usati, pompe idrauliche, blocchi motori, ingranaggi e rottami ferrosi), che prodotti nell’ambito dell'attività abusiva, non sono stati conferiti a soggetti autorizzati, per il successivo smaltimento e/o recupero, secondo le previsioni di legge.
All'esterno dell'officina, inoltre, erano presenti diversi veicoli dismessi e, in parte, privi di componenti essenziali. È stata quindi contestata anche una gestione, non autorizzata, di veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti e materiali.
Nell’ambito di un successivo sopralluogo congiunto con la squadra di polizia giudiziaria della sezione della polizia stradale di Macerata è stata poi scoperta, all’interno di un altro deposito limitrofo, un’attività abusiva di commercio di pneumatici usati, destinati all’esportazione verso i paesi dell'Africa, anch’essa in assenza delle dovute autorizzazioni e comunicazioni alle autorità competenti.
Rinvenuto, infine, un semirimorchio centinato, all’interno del quale era stoccata una notevole quantità di rifiuti speciali, in particolare carta/cartone, plastica, legno, pneumatici fuori uso e due onduline in "simil fibrocemento". È emerso come il semirimorchio fosse stato acquisito in un’asta fallimentare e poi spostato, da una località sita in provincia di Ancona, nel piazzale del casale, senza che il responsabile si preoccupasse minimamente della presenza a bordo dei rifiuti, provenienti probabilmente dalla medesima procedura fallimentare, che andavano invece smaltiti, secondo le disposizioni vigenti e non spostati come normali materiali.
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