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Cronaca Macerata

Rapporto Dia: "Nelle Marche gruppi criminali calabresi e stranieri, ma nessun sodalizio mafioso"

Rapporto Dia: "Nelle Marche gruppi criminali calabresi e stranieri, ma nessun sodalizio mafioso"

È stato pubblicato dall'Attività Investigativa Antimafia (DIA, ndr) il consueto rapporto semestrale (luglio/dicembre 2019, ndr) relativo alle proiezioni di criminalità organizzata sul territorio nazionale.

Come ravvisato nelle precedenti Relazioni, la regione Marche "non appare essere sede di consolidati sodalizi criminali di tipo mafioso". 

CRIMINALITA' ITALIANA - Nel tempo, però, la Dia sottolinea come siano emerse "presenze criminali calabresi in varie province".

In particolare, a San Benedetto del Tronto (AP), di alcuni soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta del catanzarese; nella provincia di Macerata, così come nell’area di Fermo, di analoghe proiezioni riconducibili a cosche del crotonese; nella provincia di Pesaro-Urbino, sono stati invece individuati soggetti riconducibili a cosche dell’area reggina.

Per quanto riguarda il sequestro e la confisca dei beni alla criminalità organizzata i dati, aggiornati all’inizio del 2020, evidenziano come, nelle Marche, siano "in atto le procedure per la gestione di 38 immobili, mentre altri 19 sono già stati destinati".

Nel rapporto si legge come siano "altresì in atto le procedure per la gestione di 5 aziende operanti nei settori della ristorazione, delle costruzioni e di altri servizi pubblici e sociali (una di queste aziende è già stata destinata). I beni confiscati sono dislocati, secondo un ordine quantitativo decrescente, a Pesaro Urbino, Macerata, Ascoli Piceno e Ancona".

CRIMINALITA' STRANIERA - Nella regione Marche la Dia ha anche rilevato la presenza di gruppi criminali stranieri che "seppur non caratterizzati da strutture organizzate stabili, tenderebbero progressivamente ad occupare porzioni di territorio". 

A riprova di ciò viene citata l’operazione “The Travellers” del 2 dicembre 2019, conclusa dalla Polizia di Stato, che ha disarticolato un sodalizio - le cui basi operative sono state individuate in diverse città, tra le quali Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Teramo - composto da 9 cittadini nigeriani (5 uomini e 4 donne), dediti alla tratta di esseri umani, allo sfruttamento sessuale di connazionali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio.

"Le ingenti somme di denaro - si legge nel rapporto -, venivano trasferite in Nigeria per via aerea, abilmente occultate all’interno dei bagagli, al fine di evitare ogni tipo di tracciabilità. L’organizzazione avrebbe trasferito in Nigeria, con tali modalità, valuta per oltre 7 milioni di euro". 

LA PROVINCIA DI MACERATA - Concentrando l'attenzione sul territorio provinciale di Macerata, sono state segnalate dalla Dia, tra luglio e dicembre dello scorso anno, "azioni predatorie commesse da soggetti napoletani dimoranti in territorio marchigiano". A tale scopo si ricorda l'arresto di un latitante compiuto il 24 luglio scorso (leggi qui). 

Alle predette attività predatorie, si affianca, per le province di Fermo e Macerata, lo spaccio di stupefacenti, ad opera sia di cittadini stranieri che di italiani.

Per quanto attiene Macerata, sono state numerose le attività di contrasto messe in atto dalle forze dell'ordine. Tra queste, l'Attività Investigativa Antimafia cita l'arresto in flagranza di reato di un giovane nigeriano che aveva ingerito 10 ovuli contenenti cocaina (leggi qui). 

 

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