"Mi butto sotto il treno", telefonata disperata ai carabinieri: donna salvata in extremis
Sono sempre più, oggigiorno, i casi di sofferenza di gente che, in mille modi e maniere, comunica di "non farcela più", di non riuscire a sostenere il peso della vita. Questa volta è toccato a una donna di 54 anni, che domenica scorsa, nel pomeriggio, a Pesaro, consumata dal suo malessere psichico, ha effettuato una chiamata straziante ai carabinieri.
In preda allo sgomento, tra un singhiozzo e fiumi di lacrime ha detto: "Ho ingoiato tante pasticche ma ancora non sono morta, mi butto sotto al treno, mi butto sotto al treno”, ripetendo questa frase come fosse un loop, una musica malinconica intrisa di sofferenza.
Dall’altra parte del telefono gli operatori della centrale operativa di Pesaro, gli appuntati Diego Giudici e Davide Pellegrino, accolte le parole di sconforto e strazio, hanno localizzato immediatamente il cellulare della donna, cominciando ad instaurare con lei un lungo dialogo di ascolto, supporto, sostegno, aiutandola a raccontare i suoi malanni, le sue paure, le sue ansie.
La donna è stata salvata in extremis dai militari del nucleo radiomobile di Pesaro, gli appuntati Vittorio Minervino e Cataldo Semeraro, precipitatisi a casa sua mentre gli operatori continuavano con lei il contatto telefonico. La 54enne aveva già ingerito tantissime pillole di "tavor" e altri psicofarmaci, quella chiamata ai carabinieri era stata l’ultima e ancora disperata richiesta di aiuto prima di morire. Rintracciata, con un gran sospiro di sollievo, la donna è stata affidata alle cure dei sanitari del 118.
"E’ sintomatico che nella società di oggi, in cui assistiamo quotidianamente alle sofferenze come guerre, malattie, disagi lavorativi, in cui la sfiducia la fa da sovrana, si ricerchi ancora una volta aiuto concreto nelle forze dell'ordine, non generico come nella quotidianità, ma disperato, l’ultimo inconscio, estremo, grido di aiuto in cui si ripone invece totale fiducia. Sono molto compiaciuto e mi congratulo con gli operatori della centrale operativa di Pesaro per la prontezza con cui hanno accolto il dolore di questa donna, empatizzando e simpatizzando con lei, con le sue emozioni, con i suoi sfoghi, dimostrando capacità di ascolto e di comprensione, allo stesso tempo riuscendo a mantenere la calma e ad avere mente fredda per localizzarla inviando subito una macchina che potesse raggiungerla per metterla al sicuro, grazie per il vostro sostegno alla fragilità umana". Queste le significative parole del segretario provinciale Unarma (l'associazione sindacale carabinieri) di Pesaro e Urbino, Marco Ravizzone.
"E’ incredibile pensare che la vita di questa donna fosse legata davvero a un filo così sottile, voleva farla finita, aveva ingerito tutte quelle pasticche, quella chiamata sarebbe potuta essere l’ultima e invece le ha salvato la vita, perché si è sentita capita, accolta, ha sentito che qualcuno, anche fosse un carabiniere sconosciuto, riusciva a comprendere il suo dolore. La sensibilità dimostrata dai carabinieri che hanno operato è lodevole e meritevole di un riconoscimento". Così conclude, in una nota, anche il segretario provinciale aggiunto Floriana Casciabanca.
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