Macerata, scoperta una maxi evasione fiscale: due denunciati e sequestro di beni per oltre 1.500.000 euro
Si è conclusa, con un sequestro di beni per oltre 1.500.000, un’articolata indagine di polizia economico-finanziaria e giudiziaria svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Macerata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, nei confronti di un gruppo di imprese, di cui una risultata formalmente domiciliata all’estero.
La complessa attività investigativa eseguita nei confronti delle società coinvolte, risultate tutte direttamente riconducibili ad una medesima persona fisica, ha permesso di individuare un articolato sistema elusivo, finalizzato, nell’insieme, ad ottenere rilevanti e indebiti vantaggi fiscali sia ai fini delle imposte sui redditi che dell’IVA, mediante l’interposizione di una società con sede formalmente dichiarata in un Paese a tassazione fiscale privilegiata.
Infatti, le indagini eseguite hanno sostanzialmente permesso di confermare che la sede effettiva di quest’ultima società è sempre rimasta in Italia ed il suo amministratore, pur essendo iscritto all’AIRE, è risultato avere operato, gestito ed organizzato, in prima persona, tutte le operazioni svolte sul territorio italiano, dove aveva, come rappresentante legale, solo un amministratore di facciata.
Complessivamente, l’indagine della Guardia di Finanza ha portato alla constatazione di un’evasione fiscale di oltre 10.000.000 di euro, con un’imposta evasa pari ad oltre € 1.500.000.
Due le persone deferite alla Procura di Macerata, la quale, previa autorizzazione del GIP, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, diretto e per equivalente dell’intera imposta evasa, per un importo complessivo di oltre 1.500.000 euro.
In esecuzione del provvedimento dell’A.G., i finanzieri hanno sottoposto a sequestro una villa, peraltro strumentalmente confluita in un Trust con il fine di sfuggire ad un’eventuale azione esecutiva, un fabbricato industriale, un’abitazione e varie disponibilità bancarie, riconducibili agli indagati.
Inoltre, nell’ambito delle attività investigative, è stata accertata l’indebita fruizione dei benefici previsti per le imprese che avviavano la propria attività entro il 31/12/2017 nella cosiddetta “zona franca urbana”, istituita a seguito degli eventi sismici, ovvero della possibilità di poter compensare imposte e contributi previdenziali ed assistenziali dovuti per circa 200.000 euro, di cui circa 65.000 euro già utilizzati in compensazione.
In relazione a tale circostanza, è stato interessato il Ministero dello Sviluppo Economico per la revoca dell’agevolazione concessa.
Il sequestro per equivalente è uno degli strumenti più efficaci per contrastare l’evasione fiscale. È la migliore risposta per rendere immediatamente esecutivo il prelievo erariale e scoraggiare gli imprenditori disonesti che, confidando anche nelle lunghezze burocratiche, pensano di poterla fare franca spogliandosi dei beni o intestandoli a prestanome.
In tal senso, a Macerata, Guardia di Finanza, Procura della Repubblica e Agenzia delle Entrate operano sinergicamente attraverso uno specifico protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2015, che porta, in presenza di reati tributari, all’ottenimento in tempi brevi del sequestro di una quota equivalente di beni commisurati all’evasione fiscale perpetrata. È una sorta di corsia preferenziale che viene accordata proprio per colpire le gravi evasioni d’imposta ed impedire che i beni dei trasgressori vengano fatti “sparire” prima che arrivi il giudizio del contenzioso.
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