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Cronaca Macerata

Macerata, maxi operazione antidroga: emanate 27 misure cautelari

Macerata, maxi operazione antidroga: emanate 27 misure cautelari

Polizia e Carabinieri stanno conducendo una maxi operazione antidroga a Macerata, volta a smascherare il sommerso traffico ilecito che sta interessando la città da mesi. In seguito alle indagini condotte dalla Polizia di Macerata e dai Carabinieri di Macerata e Tolentino, il gip Domenico Potetti ha concesso 27 misure cautelari contro cittadini stranieri, perlopiù di nazionalità nigeriana.

A chiarire la portata dell'operazione è il procuratore Giovanni Giorgio: “Delle 27 misure cautelari 17 sono avvenute in carcere. La Polizia ne ha eseguite sette, mentre i Carabinieri sei. Tra i destinatari dei provvedimenti anche Innocent Oseghale (già condannato per l’omicidio di Pamela Mastropietro), Aelima Lucky e Lucky Desmond (accusati, ma poi non risultati coinvolti nell'omicidio di Pamela). Altri nomi non potranno essere comunicati visto che l'operazione è ancora in corso".

Le indagini, particolarmente articolate, sono state realizzate con lo strumento delle intercettazioni telefoniche, l’impiego di strumentazione tecnica altamente sofisticata, presidi tecnologici di ripresa e di localizzazione, appostamenti, pedinamenti e personale sotto-copertura che, in forza della normativa esistente, in varie occasioni, ha acquistato sostanza stupefacente dagli spacciatori.

L’attività di indagine ha permesso, quindi, di accertare una fiorente attività di spaccio gestita da cittadini extracomunitari di origine africana, la maggior parte di nazionalità nigeriana i quali, in numerosissimi luoghi della provincia, cedevano sostanza stupefacente del tipo eroina.

I luoghi in cui i soggetti cedevano la sostanza stupefacente insistono nel comune di Treia e la sua frazione Passo di Treia nonché in numerose zone del centro cittadino come i Giardini Diaz, Parco Fontescodella, via Pace, via Roma ma soprattutto nei pressi di due istituti scolastici di questo centro: Scuola Enrico Fermi e Istituto Galilei, luoghi frequentati anche da minori che, in varie occasioni, erano loro stessi gli acquirenti della sostanza stupefacente. 

Secondo quanto emerso, la città era stata sostanzialemente divisa dagli spacciatori in tre aree distinte e blindate. L'acquisto delle sostanze stupefacenti avveniva in gran parte nel territorio di Ancona per poi essere portata in città attraverso il loro ingerimento. 

Il contesto operativo si presentava da subito difficile per gli investigatori ma le tecniche di indagine adottate hanno consentito di documentare in modo inoppugnabile la rete di spaccio mediante l’utilizzo di strumentazione tecnica all’avanguardia come telecamere ad altissima risoluzione installate nei luoghi attenzionati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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