E’ partita da Civitanova Marche una lettera indirizzata direttamente al governatore di Bankitalia Ignazio Visco. La missiva, a firma dei vertici della Bcc di Civitanova Marche e Montecosaro (Presidente e Vice Presidente del CdA Sandro Palombini e Marco Bindelli, Presidente del Collegio Sindacale Stefano Torresi, Direttore Generale e il suo vice Giampiero Colacito e Fabio Di Crescenzo) è finalizzata a ribadire al Governatore le preoccupazioni dell’Istituto di credito civitanovese riguardo alla recente riforma del Credito Cooperativo, soprattutto nel metodo ed in parte anche nei contenuti (la legge n. 49 dell’8 aprile 2016, che ha convertito il d.l. n. 18/2016 modificando l’articolato del Testo Unico Bancario per la parte riguardante le banche di credito cooperativo).
“Il percorso di avvicinamento alla legge di riforma del Credito Cooperativo è stato contraddistinto da scarsa trasparenza, senza alcun diretto coinvolgimento delle stesse banche da parte di Federcasse, che ha quindi agito, attraverso la presentazione di un progetto di autoriforma (di cui oggi si vanta essere stato recepito nella quasi integralità), senza alcun specifico mandato”. Così contesta, nella forma, il presidente Palombini. “Per quanto riguarda i contenuti – continua il board dell’Istituto civitanovese - la legge in esame, seppur apprezzabile in termini generali, presenta alcuni aspetti di dubbia legittimità costituzionale. E proprio su tali aspetti stiamo valutando procedimenti giudiziari”.
Resta ferma, comunque, da parte della Bcc di Civitanova Marche e Montecosaro, la totale condivisione della necessità di una riforma del Credito Cooperativo “per caratterizzare il sistema da maggiore stabilità. Per consentire tempestivi interventi di risanamento patrimoniale di aziende in difficoltà. Per migliorare la governance delle banche di credito cooperativo affinché, in prospettiva, il nuovo sistema possa efficacemente competere in un nuovo e più complesso contesto esterno”.
Il punto che preoccupa maggiormente l’Istituto civitanovese è, tuttavia, quello della governance della futura capogruppo del Credito Cooperativo “da assegnare a soggetti in possesso di indiscussa correttezza e meritevolezza” mentre i vertici della Bcc civitanovese, come da tempo sostengono, non condividono “le scelte della riforma volte a conservare il vecchio “banco di regia” che non sempre ha dimostrato di essere in grado, sia presso le proprie aziende di credito che presso gli Organismi centrali, di saper gestire tempestivamente ed efficacemente le complesse situazioni del contesto esterno”. Proprio per tali motivi la BCC fa appello alla Banca d’Italia affinché, attraverso i decreti attuativi che dovranno essere emanati, riesca a garantire quel cambiamento necessario per il Credito Cooperativo, assicurando la futura stabilità dell’intero sistema.
Il progetto di riforma, lo ricordiamo, interessa la storia e l’esistenza di circa 370 Bcc italiane (in numerosi casi banche ultracentenarie, come per la Bcc di Civitanova) e di complessivi 1,2 milioni di soci”.
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