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Cronaca Cingoli

Incidente con il cinghiale, danni da oltre 3mila euro al camion: "La regione Marche dovrà risarcire"

Incidente con il cinghiale, danni da oltre 3mila euro al camion: "La regione Marche dovrà risarcire"

Incidente con un cinghiale mentre è alla guida del camion, il Giudice di Pace condanna la regione Marche al risarcimento dei danni. È quanto stabilito da una sentenza, pubblicata oggi, del giudice Alessandra Capecci. Nello specifico, il Giudice di Pace di Jesi ha condannato la regione Marche a risarcire i danni subiti dall'autoveicolo di proprietà di S.G., residente a Jesi, e a pagarne le spese legali.

IL FATTO - Cruciale ai fini della sentenza è stata la testimonianza di un conducente che seguiva l'autocarro guidato dall'uomo. Il fatto è avvenuto quando il veicolo percorreva la strada provinciale 502, nel tratto che conduce da Jesi di Staffolo, con direzione Jesi-Staffolo

Il signor S.G. era giunto al Km 7+900, tratto della strada provinciale 502 situato nel comune di Staffolo, quando la carreggiata stradale è stata improvvisamente e repentinamente invasa da un cinghiale, proveniente dalla destra, rispetto al suo senso di marcia. L'animale selvatico ha urtato la parte anteriore dell'autocarro.

L'incidente ha provocato al mezzo danni liquidati in 3.449,86 euro. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia provinciale di Ancona, che hanno redatto il verbale ed effettuato i rilievi di rito. 

Nella causa civile davanti al Giudice di Pace di Jesi, l'uomo era difeso dall'avvocato Marco Belli del foro di Macerata. L'avvocato ha provato come la regione Marche sapesse che il luogo del sinistro fosse stato teatro di precedenti incidenti con animali selvatici. Nonostante ciò, non è stata prevista alcuna precauzione. 

Nella sentenza è stata ribadita la legittimazione passiva della regione, la cui responsabilità va individuata nell'articolo 2052 del codice civile. Inoltre, è stato affermato il principio secondo il quale "spetta alla regione fornire la prova liberatoria del caso fortuito, dimostrando che la condotta dell’animale si è posta del tutto al di fuori della propria sfera di controllo, come causa autonoma, eccezionale, imprevedibile o, comunque, non evitabile neanche mediante l’adozione delle più adeguate e diligenti misure", ha ribadito l'avvocato Belli. 

(Foto di repertorio) 

 

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