Giallo dei Sibillini, inchiesta verso la chiusura: nessun indagato, ipotesi del sequestro finito male
Dopo quasi mezzo secolo resta ancora senza verità quello che è passato alla storia come il “giallo dei Sibillini”. La morte della baronessa Jeanette Rothschild e della sua collaboratrice Gabriella Guerin, scomparse il 29 novembre 1980 a Sarnano e ritrovate solo 14 mesi più tardi in un bosco nei pressi di Fiastra, continua a non avere un colpevole.
La procura di Macerata aveva riaperto il caso lo scorso autunno, ipotizzando un duplice omicidio legato a un sequestro finito male. Sono stati ascoltati nuovamente alcuni testimoni dell’epoca e il Ris ha effettuato nuovi accertamenti, ma gli elementi raccolti non sono stati sufficienti per individuare i responsabili.
Jeanette Rothschild, 40 anni, ex modella ed ex moglie del banchiere inglese Evelyn de Rothschild, si era trasferita a Sarnano con l’idea di ristrutturare un casolare. Con lei c’era Gabriella Guerin, 39 anni, friulana, sua interprete e assistente di fiducia. Dopo un incontro per questioni edilizie, le due si misero in viaggio verso Sassotetto e da quel momento sparirono nel nulla.
Le ricerche portarono alla scoperta di una capanna con segni del loro passaggio, ma solo nel gennaio 1982 i resti vennero ritrovati da due cacciatori. L’inchiesta percorse piste molto diverse: dal possibile incidente in montagna al rapimento con moventi internazionali finito male, fino ai sospetti su bande criminali italiane e straniere. Tuttavia non emersero prove né richieste di riscatto.
Nel 1989 il giudice Alessandro Iacoboni fu costretto ad archiviare l’indagine, escludendo l’ipotesi dell’incidente ma senza riscontri sull’omicidio. Oggi, dopo l’ultimo tentativo di riaprire il fascicolo, la conclusione appare la stessa: troppe ombre, poche certezze.
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