Aggredito e colpito dal volto da un uomo, Ivo Costamagna, presidente del consiglio comunale di Civitanova, ha esternato il suo pensiero sulla vicenda con un post sul proprio profilo Facebook dove, fra l'altro, in tantissimi hanno voluto esprimergli solidarietà e vicinanza.
"Nella giornata di sabato 14 novembre" scrive Costamagna "ho subito un'aggressione mentre ero appena risalito a bordo della mia auto. Sono stato colpito al volto di un uomo, sono stato oggetto di sputi e ripetuti insulti, oltre che minacce rivolte a me e ai miei più stretti familiari.
L'aggressione fisica, con le ore trascorse al pronto soccorso per accertamenti, antitetanica ed altri esami, il dolore alla testa per il colpo subito, passa in secondo piano. Ancor più dolorosa è la violenza morale, a me, ma più in generale verso la comunità civile. Mai in tanti anni di vita pubblica mi era capitata l'umiliazione di subire sputi in faccia, improperi di ogni genere, sentirmi dare del ladro e del farabutto, io che ho combattuto una vita per il valore dell'onestà e per dimostrare di essere un uomo ed un politico onesto. Un episodio simile non si può derubricare a gesto di uno sconsiderato, a maggior ragione dal momento che il soggetto responsabile di tali azioni è noto per le sue posizioni di estrema destra. Quando si semina odio, qualche testa calda pronta a raccogliere quell'odio si trova sempre. Faccio riferimento, ultimo tra i tanti episodi, agli indegni manifesti in cui il sindaco Corvatta e il vicesindaco Silenzi vengono invitati a dimettersi perché interessati da un'indagine che rappresenta un atto dovuto nel momento in cui una Procura viene raggiunta da esposti. Non pensavo mai di poter sentire minacce come 'spezzo le gambe a tuo figlio'. Credevo e speravo che un lessico e comportamenti del genere appartenessero ad un'altra epoca storica, e per questo vale la pena di riaffermare che il fascismo è un crimine, non un'opinione”.
Da parte del sindaco Tommaso Claudio Corvatta, un messaggio di “piena solidarietà ad Ivo, alla persona ed alla carica istituzionale, per l'aggressione subita. L'accaduto non si può ricondurre semplicemente all'azione di una persona alterata. E' inevitabile, lo dico senza vittimismi ma con fermezza, interrogarsi sul legame tra episodi di questo genere e l'abitudine ormai consolidata al linciaggio a cui viene sottoposto chi affronta la gestione della cosa pubblica”.
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