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Civitanova, noto ristoratore a processo per usura, estorsione e lesioni si difende: “Sono innocente”

Civitanova, noto ristoratore a processo per usura, estorsione e lesioni si difende: “Sono innocente”

Sotto accusa il gestore di un locale sul lungomare Piermanni di Civitanova MarcheUsura, estorsione e lesioni: sono queste le accuse verso il 62enne Giulio Fanelli. Ad accusarlo un imprenditore elpidiense al quale Fanelli avrebbe prestato circa 10mila euro. Un prestito che avrebbe raggiunto tassi usurari del 133%; a questo si aggiungono i reati, contestati all’imputato, di estorsione e lesioni. L’udienza si è tenuta ieri presso il Tribunale di Macerata.

I fatti risalgono al 2017. Fanelli avrebbe chiesto interessi, per i 10mila euro prestati all’imprenditore elpidiense, pari al 133% annuo. L’imprenditore sarebbe riuscito a restituire, secondo l’accusa, una prima parte del prestito, pari a 6.500 euro, in cinque mesi. Fanelli poi, sempre secondo l’accusa, avrebbe minacciato l’imprenditore con ripetute telefonare dal “tenore aggressivo” e l’avrebbe anche picchiato. Accuse che lo stesso ristoratore, assistito dai legali Gabriele Cofanelli e Francesco Grilli, ha respinto, dichiarandosi innocente.

Fanelli, assistito dai suoi legali, ha spiegato che “l’imprenditore, se così può definirsi, si è avvalso in questi anni della mia amicizia e di quella della mia famiglia e in questo periodo ha copiosamente usufruito della mia ospitalità e di una serie reiterata di aiuti finanziari che potessero permettere il sostentamento economico dello stesso “imprenditore”. Quest’ultimo, gravato da plurimi procedimenti penali e da una assoluta disperazione economica, tanto da aver maturato una devastante esposizione debitoria con Equitalia per circa un milione di euro, sembrerebbe ora identificare nella mia persona chi lo avrebbe rovinato; viceversa, e credo che ciò verrà dimostrato nel corso del processo, sono state innumerevoli le occasioni nelle quali l’”imprenditore” si è rivolto a me per affrontare il proprio sostentamento economico per poi dimenticare tutto ciò, sino al punto di aggredire fisicamente sia me che un componente familiare, provocando una serie di lesioni personali.”

“Dinanzi a questo quadro asseritamente indiziario e che, ad avviso scrivente, poggia unicamente sulle dichiarazioni dell’”imprenditore”, - prosegue Fanelli - sussistono una serie di elementi di natura oggettiva che, a nostro avviso, potranno essere confutati dai diciassette testimoni indicati a difesa pur se, nel contempo, lo scrivente ha dovuto subire una carcerazione di natura cautelare. Inutile affermare la più ampia ed incondizionata fiducia nell’operato della Magistratura e che, sia nel corso delle indagini preliminari che nella successiva fase dibattimentale, ha dimostrato e dimostrerà di certo equilibrio e senso di responsabilità dinanzi una vicenda che purtroppo ha riaperto antichissime ferite oramai sepolte nell’animo esponente e che ritenevo appartenessero a una vita diversa popolata da vecchi fantasmi”.

“Attendo con ansia il giorno in cui potrò chiedere un pubblico confronto con l’”imprenditore” e comunque sin d’ora vorrei togliermi un sassolino evidenziando come detto “imprenditore” si è sempre rifiutato di ricevere le notificazioni che per ragioni procedurali ero costretto ad inoltrare nel corso del periodo di custodia e con l’unico obiettivo risultato di appesantire la mia detenzione senza in alcun modo interloquire con lo stesso scrivente” conclude Fanelli.

Ieri, durante l’udienza, è stato nominato un perito per trascrivere tutte le intercettazioni. La prossima udienza si terrà il 17 giugno.

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