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Cronaca Cingoli

Cingoli, spacciavano droga vicino alla pensilina degli autobus: i carabinieri sequestrano cocaina, marijuana e hashish. Arrestati quattro giovani

Cingoli, spacciavano droga vicino alla pensilina degli autobus: i carabinieri sequestrano cocaina, marijuana e hashish. Arrestati quattro giovani

I Carabinieri della Compagnia di Macerata, guidati dal Tenente Colonnello Luigi Ingrosso, nelle prime ore della mattinata odierna, hanno eseguito quattro misure cautelari per spaccio di stupefacenti di cui una di custodia in carcere per un 25enne di Cingoli, conosciuto alle cronache giudiziarie; due custodie in regime di domiciliari nei confronti di un 23enne e di un 20enne, entrambe di origini straniere ma residenti a Cingoli; e una misura dell'obbligo di dimora a carico di un 21enne, anche lui di Cingoli e di origini straniere, conosciuto per spaccio di stupefacenti. Il 23 enne è stato arrestato anche per tentata estorsione.

L'operazione, denominata "Shelter" poiché gli accordi e le cessioni di stupefacenti avvenivano in una pensilina degli autobus di Cingoli, nei pressi di un Istituto Scolastico, è iniziata la notte del 9 ottobre 2018. L'inchiesta, partita dai Carabinieri di Cingoli, coodinati dal Maresciallo Umberto Paglioni, ha visto la collaborazione dei colleghi di Appignano, Apiro, Montefano, Treia e Tolentino, di quelli del N.O.R.M. di Macerata, nonché di un'unità cinofila dei militari di Pesaro.

Tutto inizia appunto nella notte del 9 ottobre dell'anno scorso quando due soggetti, travisati con tuta da lavoro, gunti, mefisto e occhiali da sole, hanno tentato un furto all'interno di una sala slot di Cingoli "senza successo", in quanto è subito scattato il sistema di allarme che ha allontanato i due. Nella mattinata, i militari, hanno rinvenuto, in una zona boschiva e periferica della città, un borsone rosso occultato con all'interno arnesi atti allo scasso, abbigliamento tipico da "Diabolik", del nastro isolante e anche una pistola Beretta 92 "a salve". La borsa, nonostante il luogo umido e boschivo in cui era stata rinvenuta, era completamente asciutta e questo dettaglio ha subito insospettito i Carabinieri, i quali hanno deciso di posizionare delle telecamere nella speranza che i malviventi sarebbero tornati sul "luogo del misfatto". E così è stato. La sera stessa due soggetti, a bordo di una Citroen C3, si sono aggirati per svariati minuti alla ricerca disperata di qualcosa che, alla fine, non hanno trovato. I malviventi non hanno desistito e sono tornati il giorno dopo, sperando nel favore della luce del giorno. A quel punto, le telecamere dei Carabinieri hanno permesso di identificare la targa dell'auto e i tre "cercatori".

Acquisite poi le immagini delle telecamere dell'esercizio dove era stato perpetrato il tentativo di furto, i Carabinieri si sono resi conto che sussitevano dei collegamenti tra i due eventi. A quel punto i militari hanno approfondito le indagini e chiesto uno screening delle conversazioni telefoniche dei soggetti immortalati e ne è scaturito uno scenario che apriva panorami su possibli traffici di stupefacenti. Da approfondite attività tecniche si è constatata la "scaltrezza" dei quattro giovani, oggi destinatari delle misure cautelari per lo spaccio di sostanze stupefacenti, in quanto comunicavano tramite specifiche piattaforme social e con un linguaggio criptato.

A quel punto i militari hanno deciso di modificare gli assetti investigativi, concentrandosi sulla Polizia Giudiziaria di "vecchio stampo", fatta di pedinamenti e osservazioni, anche in bicicletta e fuori dall'orario di servizio, e sfruttando le capacità informatiche dei militari più giovani che hanno "navigato" sulle piattaforme social e hanno portato alla luce le fiorenti attività di spaccio di sostanze stupefacenti, nello specifico cocaina, marijuana e hashish. Gli indagati, oltre che chiamare "puffi" i Carabinieri, facevano parte di un gruppo Whatsapp denominato 'Chi l'ha visti', riferito ai Carabinieri, all'interno del quale veniva segnalata la presenza dei militari in Città. Inoltre in un telefono cellulare, che gli spacciatori si passavano tra loro, è stata rinvenuta della cocaina al posto della batteria. Nel dicembre del 2018, le investigazioni hanno consentito di sequestrare, in quattro diverse circostanze, 30grammi di hashish e 10 di cocaina.

Le indagini sono durante circa sei mesi e i militari hanno accertato che il 25enne aveva un ruolo predominante e si serviva di due "galoppini", il 23enne ed il 20enne, per rifornire la piazza di stupefacenti. I Carabinieri hanno accertato che il terzetto riforniva di droga non solo Cingoli ma anche altre città limitrofe e che, tra le decine di acquirenti, vi erano anche soggetti minorenni. Il 20enne inoltre spesso lavorava in proprio avvalendosi della complicità del 21enne.

Raccolti tutti gli elementi, i Carabinieri hanno rapportato il tutto al PM Rastrelli, titolare dell'indagine, che ha concordato con le ipotesi formulate avanzando le richieste che poi sono state accolte dal G.I.P. Manzoni, che ha emesso le odierne misure di custodia cautelare. Il 23enne è stato colpito anche da un'ordinanza per tentata estorsione in quanto aveva minacciato, telefonicamente e non solo, il 20enne, reo di non aver pagato una fornitura di droga. 

Durante le indagini sono stati acquisiti anche elementi su tre ragazzi che hanno avuto ruolo di minor rilievo e oggi sono stati sottoposti a perquisizione: un 23enne, un 22enne e un 21enne, tutti di Cingoli. I Carabinieri hanno anche segnalato e denunciato una decina di persone per detenzione di sostanza stupefacente. Nel corso dell'esecuzione, in casa del 23enne, è stata rinvenuta anche una dose di eroina.

In totale, i Carabinieri, hanno sequestrato 15 grammi di cocaina, 40 grammi di hashish e 15 di marijuana. Sono state intercettate oltre 5000 conversazioni e analizzate centinaia di chat sui vari social. Sono stati effettuati 15 sequestri e 40 perquisizioni tra penali e amministrative e ricostruite circa 500 cessioni per un "volume di affari" di oltre 40mila euro.

 "Voglio sottolineare che, nonostante le normali attività quotidiane sul territorio, i Carabinieri di Cingoli non si sono sottratti a questa indagini e l'hanno portata avanti anche fuori servizio: di questo sono molto orgoglioso - ha commentato il Tenente Colonnello Ingrosso -. L'attività dell'Arma indirizzata al contrasto delle sostanze stupefacenti sarà sempre alta e continuerà quotidianamente."

 

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