Preoccupante furto lampo quello subito da una coppia di genitori intorno alle ore 16:05 di oggi pomeriggio. L'episodio è avvenuto nei pressi dell'Istituto Giacomo Leopardi di Potenza Picena, dove i genitori si erano recati per riprendere il figlio da scuola.
Come testimoniano le immagini, nel solo tempo impiegato per recuperare il bambino, i ladri hanno rotto il vetro del finestrino posteriore della vettura appropriandosi di tutto ciò che si trovava all'interno dell'auto.
Il tutto è avvenuto davanti a una scuola elementare in un'orario particolarmente trafficato come quello dell'uscita dei bambini da scuola. Sono in corso le indagini dei Carabinieri per accertare quanto successo e tentare di individuare i colpevoli.
I carabinieri forestali di Recanati, durante il servizio di polizia idraulico-fluviale e prevenzione contro le violazoni in danno all'ambiente, hanno comminato una multa di quasi sette mila euro totali nei confronti dei proprietari di quattro autovetture trovate in evidente stato di abbandono.
È stato possibile risalire agli effettivi proprietari dei veicoli in seguito ad accertamenti avvenuti tramite consultazione di banche dati.
Nell'ambito della medesima attività, i carabinieri forestali hanno scoperto molteplici rifiuti urbani abbandonati lungo gli argini del fiume Potenza. A seguito di riscontri investigativi, sono stati individuati due soggetti ritenuti responsabili dell'abbandono che hanno ricevuto una multa complessiva di 1200 euro.
Nella trasmissione di Rai Uno "Storie Italiane" andata in onda questa mattina si è trattato il tema della morte di Pamela Mastropietro. Ospite in studio la moglie di un detenuto che avrebbe incontrato in carcere Innocent Oseghale, chiamata con un nome di fantasia "Antonella" e intervenuta nel programma con una voce distorta.
Il detenuto in questione sarebbe entrato in confidenza con Oseghale e - in quanto collaboratore di giustizia - avrebbe rivelato particolari agghiaccianti sulla morte di Pamela. Ospite in studio anche lo zio di Pamela Mastropietro, l'avvocato Marco Valerio Verni.
L'INCONTRO - La donna racconta tramite una lettera il rapporto intercorso tra suo marito e Oseghale, sin da primo incontro: "Il 5 luglio scorso mio marito è stato portato nel carcere di Marino del Tronto. Mio marito è stato ubicato in una sezione con due celle, in una c'era lui insieme ad un altro collaboratore di Palermo, nell'altra il nigeriano Innocent Oseghale. Nonostante mio marito stia scontando una lunga pena, non ha mai tollerato certi reati. L'8 luglio incontrò Oseghale e lo insultò, ci fu un'aggresione. Le guardie li allontanarono. In quei giorni mio marito stava collaborando a processi importanti, per gli interrogatori veniva trasferito in modo diverso dagli detenuti".
LE CONFIDENZE - "Oseghale vedendo quel trattamento si rivolse ad uno dei suoi compagni di cella per riappacificarsi con lui. Mio marito accettò di conoscerlo. Oseghale gli chiese scusa, voleva il suo aiuto. Fu così che iniziò a confidarsi. Mio marito avvisò subito un ispettore del carcere e un brigadiere. Riferì agghiaccianti rivelazioni. Il 19 luglio, durante un interrogatorio, disse tutto ciò che aveva saputo. Riferì anche che Oseghale gli propose di fare da testimone in sua difesa. Avrebbe dovuto testimoniare che Pamela era morta di overdose in quanto collaboratore estremamente credibile"
LA MORTE DI PAMELA - Secondo la ricostruzione fornita dalla donna sarebbe nota anche la dinamica che ha portato alla morte della Mastropietro: "Pamela il giorno in cui se ne andò dalla comunità pagò la droga a Desmond Lucky con una collanina d'argento che le aveva regalato la mamma, Oseghale le diede due euro per comprare la siringa. Andarono al supermercato e poi a casa di Oseghale. Desmond voleva un rapporto con Pamela e Oseghale, ma Pamela seppur sotto l'effetto della droga rifiutò. Si alzò dal divano e respinse Desmond, lui le diede uno schiaffo e Pamela cadde vicino al seggiolone della figlia di Oseghale battendo la testa. Desmond allora se ne andò. Oseghale le gettò dell'acqua in faccia per cercare di risvegliarla. A quel punto la spogliò e abusò di lei".
"Quando Pamela si riprese minacciò di chiamare la polizia e si avvicinò alla porta per scappare e cercare di difendersi graffiando Oseghale al collo. Oseghale in preda alla rabbia accoltellò Pamela, la lasciò che stava malissimo e in preda alla paura uscì per cercare Desmond. Voleva farsi aiutare ma Desmond si rifiutò. Oseghale tornò a casa convinto che Pamela fosse morta. Quando si accorse che non era così, la colpì di nuovo e poi iniziò a sezionarne il corpo per poi nasconderlo in due valigie".
LA MAFIA NIGERIANA - Oseghale avrebbe anche confidato di appartenere alla mafia nigeriana: "Disse a mio marito che se lo avesse aiutato gli avrebbe fatto arrivare 100 mila euro da Castel Volturno. Gli rivelò di essere un referente della mafia nigeriana a Macerata e di appartenere a un gruppo criminale chiamato Black Cats. Gli fece vedere dei segni incisi sull'addome, simbolo di affiliazione a questa organizzazione criminale nigeriana. Voleve entrare in affari con mio marito.
In carcere aveva molta disponibilità economica. Gli disse che il suo ruolo all'interno della mafia nigeriana era quello di trovare case per ospitare ragazze da avviare alla prostituzione e di gestire traffici di droga. Il punto di snodo di arrivi e partenze è Castel Volturno. Per far arrivare le ragazze la mafia nigeriana ha appoggi importanti in Libia. Gli disse anche che lui era ritenuto insospettabile in quanto compagno di una ragazza italiana.
Da quando mio marito ha iniziato a collaborare io ho paura. Ho chiesto a mio marito di non collaborare più".
Ecco il link completo dell'intervista, la vicenda di Pamela Mastropietro viene trattata a partire dal minuto 46: clicca qui
I Carabinieri del Nucleo Operativo e radiomobile della compagnia di Tolentino, coadiuvati dai colleghi della Stazione Carabinieri di Urbisaglia, nel tardo pomeriggio di ieri hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, due coniugi, lui 36enne N.P., lei 34enne O. L. B., entrambi dell'alto maceratese, trovati in possesso di un vero e proprio market della droga.
In particolare i militari da qualche giorno erano sulle tracce di una nuova filiera di approvvigionamento che stava per radicarsi nell'alto maceratese. La capillare penetrazione nel connettivo sociale dei militari dell'Arma e l'alto livello di attenzione rivolta dagli stessi verso il nuovo mercato delle droghe sintetiche, ha permesso di stroncare la fiorente attività che la coppia di coniugi aveva di recente intrapreso e che già aveva reso loro cospicui guadagni.
Nell' ambito della perquisizione domiciliare i militari hanno trovato vari tipi di droghe sintetiche del tipo: metanfetamine, SPEED, chetamine, LSD, EXTASI, oppio e circa kg 0,600 di hashish, oltre che materiale idoneo (bilancino, cellophane, nastro adesivo e bustine plastificate) a confezionare le singole dosi ed una considerevole somma di danaro, circa 3.000 euro, di cui la coppia non ha saputo dare giustificazione adeguata, dato che non hanno occupazioni stabili.
Gli arrestati hanno occultato la loro “preziosa “ merce in comuni bombolette contenenti deodoranti spray. Gli involucri erano stati modificati e perfettamente funzionati attraverso una carica ridotta di deodorante che, premendo l’ugello consentiva l’erogazione del prodotto, di fatto, poi, una parte della bomboletta poteva essere svitata e quindi consentiva di poter nascondere nello spazio residuo lo stupefacente. Altra parte della droga era stata preservata nel freezer del frigorifero insieme a prodotti alimentari.
L'uomo è stato tradotto presso il carcere di Montacuto, mentre la donna è stata posta agli arresti domiciliari dovendo assistere il figlio di sette anni.
Nel pomeriggio di ieri a Macerata sono stati svolti servizi finalizzati al contrasto dei reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Con l’impiego di alcune pattuglie e di personale sia in borghese che in divisa, sono stati passati al setaccio ancora una volta i parchi pubblici e le aree verdi della città, nonchè i luoghi di ritrovo maggiormente frequentati dai giovani come il terminal bus.
Nel corso dell’attività, quando era già buio, gli agenti hanno notato nei pressi dei giardini Diaz un soggetto allontanarsi velocemente.
Accertamenti effettuati sul posto hanno consentito di rinvenire un involucro in cellophane contenente 15 grammi di sostanza stupefacente che, analizzata dal locale Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica, è risultata essere hashish.
La droga è stata sequestrata ed è in corso attività anche da parte della Squadra Mobile per giungere all’identificazione del giovane, che con molta probabilità si trovava sul posto in attesa di “compratori”.
Nel corso dei servizi sono state identificate 25 persone e sottoposti a controllo 18 veicoli.
Due espulsi (un nigeriano e un pakistano) e una denuncia nei confronti di una cittadina ucraina per immigrazione clandestina nella mattinata di ieri ad opera del personale dell’Ufficio Immigrazione, diretto dal vice questore Maurizio Marcucci, a cui il questore Antonio Pignataro ha dato il massimo impulso per quanto riguarda la lotta ai reati connessi all’immigrazione clandestina.
Il cittadino pakistano, 35 anni, al quale era stato diniegato l’asilo politico, presentatosi presso lo sportello dell’Ufficio Immigrazione, e’ stato colpito da provvedimento di espulsione prefettizia e intimato dal Questore a lasciare il territorio italiano entro 7 giorni.
Stesso iter burocratico e’ stato effettuato sempre dalla sezione espulsioni nei confronti di un cittadino nigeriano, 27 anni, rintracciato dalla volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico nei pressi di un centro commerciale dove chiedeva l’elemosina.
Il nigeriano, poiche’ privo di documenti e destinatario anch’egli di un rifiuto del permesso di soggiorno del Questore di Macerata e del diniego della protezione internazionale, veniva colpito da espulsione emessa dal prefetto di Macerata Iolanda Rolli e scortato dal personale della Questura che lo ha accompagnato al centro di permanenza e rimpatri di Potenza.
Invece, una cittadina dell’ucraina, presentatasi per chiedere un permesso di soggiorno, e’ risultata clandestina e pertanto deferita all’autorita’ giudiziaria per il reato di immigrazione clandestina ai sensi dell’art. 10 bis del Testo Unico immigrazione. La stessa ha poi espresso la volonta’ di chiedere asilo politico.
Un cinquantenne, di nazionalità straniera, ha perso la vita intorno alle ore 9:00 di questa mattina mentre era al lavoro su un'impalcatura posta al quarto piano di un palazzo in via Caio Arrio. Sono stati inutili i tentatavi di soccorso del 118 per via dei gravi traumi riportati dall'uomo in seguito alla caduta: il 50enne è morto sul colpo.
(SERVIZIO IN AGGIORNAMENTO)
Serata drammatica a Porto Recanati. Roxana Adela Alessandra Ercolani, trentenne residente a Civitanova Marche, è morta in seguito a una probabile overdose. Il suo corpo, ormai privo di vita, è stato trovato a bordo dell'auto della madre: una Hyundai Getz di colore grigio, parcheggiata lungo il viale che conduce all'Hotel House. La ragazza era scomparsa dalla mattinata di lunedì 28 gennaio, tanto che i familiari avevano lanciato l'allarme via social e allertato i carabinieri per tentare di ritrovarla.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i sanitari del 118, ma per lei non c'è stato nulla da fare. Saranno ora l'autopsia e le indagini delle forze dell'ordine a chiarire quanto avvenuto e ricostruire gli spostamenti di Alessandra nelle ore precedenti al decesso.
Chiusura straordinaria per la sala scommesse Eurobet di via Morbiducci a Macerata.
Nella serata di oggi il Questore di Macerata, Antonio Pignataro, ha firmato un provvedimento ex art.100 TULPS disponendo la chiusura dell'attività e, verso le 20, nella sala sono giunti gli Agenti della Questura che hanno provveduto a dare atto al provvedimento.
L’art. 100 del Tulps dispone infatti che la misura di pubblica sicurezza della sospensione della licenza può intervenire in caso di “tumulti o gravi disordini”, oppure “qualora il locale sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose” o, comunque, se il comportamento costituisca “un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini”.
Nel locale, negli scorsi mesi, era stato tratto in arresto uno spacciatore e forse a seguito di questo episodi e dalle risultanze dell'attività investigativa, è scaturito il provvedimento.
Il provvedimento dispone la chiusura dell'esercizio per 15 giorni
I carabinieri di Monte San Giusto hanno denunciato alla Procura di Macerata per furto con destrezza due donne di origini balcaniche, una 23enne ed una 38enne, senza fissa dimora e conosciute alle forze dell’ordine.
Nei primi gorni di gennaio, Giovanni, questo il nome di fantasia di un anziano di quelle aree, si reca presso l’ufficio postale per ritirare la pensione. All’uscita viene avvicinato da due giovani donne, dall’apparenza di etnia “rom”, le quali gli chiedono la “questua”. Con un pretesto e agilmente, le due lo distraggono a tal punto che riescono a sfilargli il portafogli contenente la pensione.
Giovanni se ne accorge in ritardo e non gli resta che rivolgersi ai carabinieri. I militari, raccolta la denuncia, acquisiscono le immagini delle telecamere cittadine. La mossa è vincente in quanto la scena dell’avvicinamento viene filmata.
Inizia così un serrato controllo del territorio, ritenendo che le due potessero essere in zona visto che il “colpo” era andato a buon fine e la zona ritenuta quindi “fruttosa”.
I militari di Monte San Giusto, proprio in questi giorni, hanno proceduto al controllo di una giovane donna che si aggirava in quelle zone e che veniva riconosciuta come la più giovane delle due che avevano messo a segno il furto.
Proseguendo negli accertamenti i carabinieri scoprono che la donna fermata è solita accompagnarsi con un'altra donna. Recuperata la foto dell’amica, i militari eseguono una comparazione con le immagini delle telecamere acquisite e scoprono che si tratta effittivamente della sua complice.
I carabinieri consigiano di prestare attenzione quando si effettuano operazioni agli uffici postali/bancari e di avvertire il “112” di ogni situazione ritenuta anomala.
Ieri 28 gennaio 2018 i Carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche, gli Ispettori del Lavoro e il Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Macerata, nelle campagne di Montelupone e Recanati, hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio al fine di contrastare il fenomeno del “caporalato” e dell’immigrazione clandestina.
In particolare, a seguito di una precedente attività infoinvestigativa che aveva permesso di verificare nelle predette campagne la presenza di numerosi braccianti agricoli, con l’impiego di circa 20 Carabinieri e di personale dell’Ispettorato Territoriale, hanno proceduto al controllo in alcuni campi agricoli, ove era in corso la raccolta degli ortaggi.
Al termine del controllo , sono state identificate complessivamente 62 persone, in gran parte prive di documenti di riconoscimento in originale. Pertanto sono state tutte accompagnate presso il Comando Compagnia di Civitanova Marche dove sono state identificate compiutamente. Prevalentemente sono risultate di nazionalità Pakistana, ma vi erano anche Indiani, Senegalesi, Nigeriani e Bengalesi. Di questi, 6 stranieri sono risultati in possesso di permesso di soggiorno scaduto o negato per mancato accoglimento dello stato di rifugiato. Infatti diversi stranieri sono risultati in carico presso delle ONLUS quali migranti. Per loro è stata avviata la procedura di accertamento sulla permanenza nel territorio nazionale in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Macerata.
Per tutti, comunque, sono in corso i necessari accertamenti sulle corrette assunzioni, il rispetto delle retribuzioni orarie previste dal CCNL di categoria, l’uso dei dispostivi di protezione, la sottoposizione alle visite mediche, etc, al fine di verificare che non si tratti di altri casi di “caporalato” come già invece era emerso lo scorso 31 agosto.
Furto con gran destrezza questa sera a Colbuccaro, piccola frazione di Corridonia.
I padroni di casa erano a lavoro al piano di sotto, dove gestiscono il Bar Ilario, oltre all'albergo ristorante Apollo 17, quando ignoti sono saliti al piano superiore dove si trovano gli appartamenti, facendo razzia di ogni bene di valore.
I malviventi sono entrati forzando una finestra del piano superiore a cui sono giunti attraverso la scala antincendio.
Bottino ancora da quantificare, ma che al momento sembra di poche decine di euro oltre a carte di credito.
Rilevanti invece i danni dovuti alle effrazioni, tanto che è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco per poter riaprire le porte degli appartamenti che i ladri avevano forzato per entrare e richiuso prima della fuga.
Sul posto i Carabinieri del Radiomobile di Macerata per i sopralluoghi di rito
Tremendo incidente mortale nel primo pomeriggio di oggi sulla strada Picena Aprutina, a circa due chilometri dal territorio di Comunanza. Un'auto e un tir si sono scontrati in un terribile frontale, causando il decesso di una donna di 66 anni, Giovanna Stagno e il grave ferimento del marito, Nello Viozzi (70 anni, ndr).
Nonostante l'arrivo immediato di un'ambulanza del 118 e dei Vigili del Fuoco per la donna non c'è stato nulla da fare. Il consorte è stato trasportato d'urgenza all'ospedale Torrette di Ancona.
Forse un' indecisione, o un ostacolo improvviso, il motivo che ha fatto sì che un giovane perdesse il controllo del proprio veicolo ribaltandosi.
Erano da poco passate le 23.30 in via Alberotondo, nel quartiere "Pace" di Macerata, quando per cause in corso di accertamento, una fiat Panda che risaliva verso Macerata, si è ribaltata sulla sede stradale dopo che il conducente ne aveva perso il controllo.
Il giovane conducente, maceratese, cuoco di professione, molto conosciuto ed apprezzato, stava rientrando a casa al termine della serata lavorativa.
Prontamente intervenuti sul posto il personale dei Vigili del Fuoco e del 118 e Carabinieri hanno soccorso il ragazzo che è stato trasportato all'ospedale di Macerata, le sue condizioni attualmente non destano preoccupazione.
I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Fermo, a conclusione di una complessa e articolata attività investigativa, iniziata alla fine dell’anno 2017 da una segnalazione di alcune mamme abitanti nella frazione Casette d’Ete, hanno portato a destare sospetti con conseguenti azioni di controllo e pedinamenti, su un 27enne, R.A., di origini pugliesi.
Il ragazzo residente a Porto Sant’Elpidio, ma di fatto stabilitosi nella piccola frazione di Casette d’Ete, faceva da gestore e organizzatore dell’organizzazione, ove aveva a disposizione giovani del luogo che facevano uso di sostanze stupefacenti, utilizzati dallo stesso per spacciare ad altri coetanei abitanti in provincia di Fermo e Macerata.
L’operazione nel complesso ha portato al sequestro di mezzo kg di cocaina pura e 2 kg di marjuana, insieme a una somma contante di euro 5.585,00 e una pistola artigianale clandestina marca kimar mod. 85.
Le indagini hanno portato all'arresto di 8 persone e la denuncia a piede libero di altre 14.
Ignoti nella notte a Caldarola hanno scardinato il bancomat della BCC che si trova presso la struttura temporanea in corso Umberto Primo, non molto distante dalle SAE e dalla caserma dei carabinieri. I ladri lo hanno fatto saltare con della polvere pirica con la tecnica della 'marmotta' e si sono impossessati del contenuto. Il bottino dovrebbe ammontare a circa 10 mila euro. A dare l'allarme sono stati alcuni vicini che la scorsa notte, intorno alle 4:30, hanno sentito un boato.
Non è la prima volta che ciò si verica, sull'accaduto indagano i carabinieri di Caldarola insieme a quelli del Norm di Tolentino.
Terribile incidente quest'oggi, poco dopo le 12:30 a Sforzacosta, al chilometro 0+450della Strada Provinciale 78. La causa del sinistro potrebbe essere un colpo di sonno.
Prima della strada che conduce a Colbucchero, nei pressi del ponte del Fiume Chienti, lungo la Strada Provinciale 78, un'auto ha perso il controllo finendo fuori strada e terminando la sua corsa in un fossato dopo essersi ribaltata su se stessa.
Immediato l'arrivo sul posto dei sanitari del 118, dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco. I pompieri hanno subito estratto l'uomo dall'abitacolo della vettura e hanno provveduto a mettere in sicurezza il veicolo.
Sul posto anche l'eliambulanza dall'Ospedale Torrette, che ha trasportato il conducente del veicolo, un uomo di 39 anni, in codice rosso ad Ancona.
Il parroco della frazione di Troviggiano di Cingoli, nei giorni scorsi, si è accorto che non è presente, all'interno della sua parrocchia, un calice risalente all'Ottocento.
Non sa dire quando è avvenuto l'ammanco, fatto sta che non sono stati riscontrati segni di effrazione nel corso del sopralluogo eseguito dai militari della stazione di Cingoli che hanno avviato le indagini per accertare quanto accaduto.
Nel fine settimana, i Carabinieri della compagnia di Macerata, hanno eseguito un controllo straordinario del territorio nelle zone di Montefano, Appignano, Corridonia e Mogliano per constrastare i reati contro il patrimonio e per controllare i B&B presenti al fine di verificare le corrette modalità di comunicazione degli alloggiati.
Una decina i militari impegnati che hanno identificato 30 persone e controllato 30 veicoli. 8 gli esercizi commerciali sottoposti a verifiche e una paio le contravvenzioni al Codice della Strada che sono state elevate.
I controlli proseguiranno sistematicamente.
A circa un anno dal ritrovamento del corpo di Pamela Mastropietro all’interno di una valigia in un fosso nelle campagne di Pollenza, sono ancora tanti gli interrogativi sul caso.
È infatti notizia di una settimana fa, comparsa sulla stampa nazionale, che lo zio della giovane romana, legale della famiglia Mastropietro, crede che per tre mesi, una parrocchia di Macerata, quella di Villa Potenza, ha pagato l’affitto dell’appartamento di Innocent Oseghale, luogo in cui la ragazza è stata uccisa e fatta a pezzi. Una confessione fatta dallo stesso Oseghale durante uno dei tanti interrogatori: il giovane nigeriano ha infatti dichiarato che i soldi dell'affitto di casa gli venivano dati dalla compagna Michela Pettinari che li recepiva dal parroco.
Una vicenda dai contorni non chiari che però trova la netta smentita di Don Franco, parroco di Villa Potenza, che nega di aver donato i mille e trecento euro in questione alla compagna di Oseghale, nonostante fosse una sua parrocchiana.
Sulla vicenda, la Curia di Macerata, dichiara che “le parrocchie aiutano tanti bisognosi che quotidianamente si rivolgono a loro – sia italiani che stranieri - sempre con piccoli aiuti. È un’azione continua; gesti di carità svolti senza registrare nomi e cognomi, compiuta dai sacerdoti e dai loro collaboratori volontari. È quanto accaduto a Villa Potenza.”
Ci sarebbe anche una seconda ipotesi. Potrebbero essere stati i neocatecumeni che si riuniscono spesso nella parrocchia di Villa Potenza, ad aver donato in modo anonimo del denaro a Michela Pettinari, nella buona fede di compiere un gesto buono e nella carità della fede cristiana.
Da quanto riportato da IlGiornale.it, il 14 gennaio di un anno fa, Oseghale era pure salito sul pulpito della Chiesa della parrocchia di Santa Croce a Macerata per la lettura della lettera pastorale scritta da papa Francesco. Notizia quest’ultima, smentita ufficialmente dalla Curia di Macerata.