26 ottobre 2016, la vita cambia in pochi secondi: le storie dei liceali di Camerino tra passato, presente e futuro
Il 26 ottobre di un anno fa due scosse in successione di magnitudo 5.4 e 5.9, una alle alle 19:11 e l'altra alle 21:18, e un'altra il 30 ottobre poco dopo le 7 di magnitudo 6.5 rigettavano il Centro Italia nell'incubo del terremoto, dopo il sisma del 24 agosto.
Tra i comuni più danneggiati Camerino, antica città ducale e universitaria. Un anno dopo, il territorio e le persone portano ancora i segni del terremoto. "La mia vita è stata completamente resettata - racconta all'ANSA Michela, 18 anni, studentessa del Liceo linguistico di Camerino, plesso antisismico che raccoglie tutti i licei e due istituti tecnici, completato nel 2014, una delle poche scuole a non avere subito danni nell'entroterra marchigiano -. Abitavo a Muccia, il 26 sera dopo la prima scossa abbiamo visto che la casa aveva retto, e poi pioveva, ero con mio nonno, non potevamo uscire. Alle 21 stavamo guardando il Tg e io ero seduta sul divano quando - si mette a piangere - la parete dietro di me è venuta giù".
Una storia simile a quelle della sue compagne: Gloria parla della "notte trascorsa sotto un gazebo in giardino davanti casa, con gli altri condomini". Michela della "tromba delle scale, tutta crepata" nella sua casa di Montecavallo, poi i primi giorni in sistemazioni di fortuna, l'esodo verso le località della costa, il ritorno nei luoghi di provenienza a una vita molto diversa da prima. "Prima vivevamo insieme ai nonni, ora siamo separati, ho capito il valore della famiglia" dice Gloria, che viene da Visso. Michela, che voleva andarsene da Montecavallo ora ha imparato ad amare "questi luoghi e queste montagne".
Diversa l'esperienza di Tatiana, anche lei di Visso: "la nostra casa non è stata danneggiata, ma per mesi siamo stati l'unica famiglia rimasta in paese. Alla fine non ce l'abbiamo fatta più e ci siamo trasferiti a Civitanova Marche". Le ragazze immaginano il loro futuro, chi con le lingue straniere, chi studiando veterinaria. Ma ora non sognano più di andare lontano da casa. (Ansa)
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