''Il dott. Franco Cencetti, oltre che uno stimato professionista della salute, e' stato un punto di riferimento importante per Visso, Castelsantangelo sul Nera e Ussita non solo per i residenti ma anche per i villeggianti.
E dopo il terremoto andava dai suoi pazienti che erano sfollati sulla costa. Una persona splendida, con una umanita' specchiata. Come lui spesso dice, 'questa montagna mi ha dato molto', ma noi diciamo che lui ha superato di molto le vette della montagna, le ha superate con la pazienza, la disponibilita', l'alta professionalita'. ''.
Cosi' Maria Teresa Nori, segretario di Federcontribuenti Marche, sulla situazione creatasi a Visso, Castelsant'Angelo e Ussita senza medico di base dopo il trasferimento di Franco Cencetti a Pieve Torina.
''Si dice che ora ci sono problemi per la mancanza del medico a Visso e Ussita - tiene a precisare Maria Teresa Nori - mentre si sapeva che da un mese il dott. Cencetti era in predicato di un trasferimento. In un mese si poteva porre rimedio consultando gli organi competenti della sanita' marchigiana''.
Dopo aver ricevuto un defibrillatore dall' Anioc, l'associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche di Chieri, in provincia di Torino, il Presidente del Visso Calcio, Quinto Mattioli che aveva lanciato l'allarme peché la squadra rischiava di non partecipare al campionato dilettanti per mancanza di campo di calcio, dopo il sisma del 2016, ha annunciato che il Visso Calcio ha ripreso la propria attivita' quando appena pochi mesi era addirittura a rischio, causa i numerosi problemi causati dal terremoto, la partecipazione al campionato di Seconda Categoria, garantita grazie alla disponibilità dello stadio universitario “Livio Luzi” messo a disposizione dal Cus Camerino.
''Un sentito ringraziamento al Presidente dell' Anioc nella persona del Commendatore Dott. Marco Ruffino ed ai suoi iscritti - ha commentato Gianni Marronaro, consigliere di minoranza del vicino comune di Ussita che fortemente si era battuto per dare la possibilita' al Visso Calcio di giocare almeno nel campo sportivo di Ussita - che si sono fortemente impegnati attraverso una serata di beneficenza , per un contributo utile alla collettività di un’area gravemente danneggiata dal sisma nel mese di ottobre del 2016''.
La donazione è stata recapitata mediante il coordinamento del Dott. Maurizio Eufemi già senatore della Repubblica nel collegio di Torino-Chieri , il quale ha ritenuto di contattare il Consigliere del Comune di Ussita Giovanni Marronaro , rappresentante del gruppo “Ussita 2018 Insieme per la Ricostruzione”, entrambi hanno portato a termine un grande gesto di solidarietà dell’ANIOC ad una società sportiva ,che a seguito del terremoto nel cratere del centro Italia , pur non avendo la disponibilità del campo di calcio a Visso (MC) , con tanti sacrifici tutto lo staff dirigenziale è riuscito a mantenere l’attività sportiva del calcio nell’alto maceratese. ''L’ANIOC - ha detto ancora Marronaro - e tutti gli associati, con la donazione del defibrillatore hanno contribuito a dare un’incoraggiamento ad andare avanti , nonostante le difficoltà da affrontare quotidianamente , per disputare gli allenamenti e la partita domenicale del campionato dilettanti di seconda categoria , per non avere la disponibilità di un campo di calcio nella località che rappresenta, a causa della costruzione delle SAE (Soluzioni Abitative di Emergenza) nell’impianto sportivo del Comune di Visso. ''La speranza - hanno commentato Maurizio Eufemi e Giovanni Marronaro - e' che entro breve tempo si possa ospitare l’Associazione Sportiva Dilettanti VISSO CALCIO presso l’impianto sportivo di Ussita , in modo da poter dare la disponibilità del defibrillatore anche ai cittadini di Ussita, data la mancanza ad oggi di un ambulatorio medico'' .
E' in crescita la popolazione del camoscio appenninico nel Parco dei Monti Sibillini. E' quanto emerge dai risultati del nono censimento autunnale al bramito che si è svolto il 23 e il 31 ottobre, nell'ambito del progetto di interesse comunitario per la conservazione dei mammiferi dell'Appennino centrale, realizzato in collaborazione con il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e quello del Gran Sasso e Monti della Laga, per la direttiva "biodiversità" del Ministero dell'Ambiente.
A fronte di 31 individui rilasciati tra il 2008 e il 2014, 77 sono i camosci osservati il 23 ottobre, mentre il 31 ne sono stati osservati 88; ma la stima complessiva, basata anche sul monitoraggio durante l'anno anche mediante video-trappole, è attualmente di circa 150 individui, per lo più concentrati sull'area del Monte Bove dove evidentemente il camoscio ha trovato un habitat idoneo e ancora capiente per consentire un ulteriore sviluppo della colonia.
Foto di Simone Gatto
(Ansa)
Come da cronoprogramma, sono state consegnate oggi, sabato 3 novembre, le ultime Sae di Visso con la sostituzione dei pannelli isolanti.
L'impegno preso dal consorzio Arcale all'indomani delle segnalazioni dei cittadini, quindi, è stato rispettato. Va ricordato che nel periodo in cui si sono svolti i lavori - ricorda Arcale - il consorzio si è fatto carico di offrire una sistemazione alternativa alle famiglie interessate dal problema.
Soddisfatto il presidente del consorzio Arcale Giorgio Gervasi: "Abbiamo rispettato l'impegno preso con i cittadini di Visso. La sostituzione dei pannelli isolanti ha riguardato 56 Sae sulle 1600 consegnate, quindi una percentuale di circa il 3 per cento del totale. Le Sae erano in garanzia e ci siamo subito attivati per risolvere questa problematica, rispettando i tempi previsti".
(foto d'archivio)
Gli atti di sciacallaggio ai danni dei terremotati sono iniziati purtroppo fin da subito e con diverse varianti, dalle finte raccolte, alla sottrazione di beni destinati agli sfollati, fino ai classici furti negli edifici abbandonati. Sembra però che in questi giorni, a due anni dalle violenti scosse dell'ottobre 2016, ci sia addirittura recrudescenza del fenomeno.
E' di ieri la scoperta nel quartiere Corneto a Macerata, nel palazzone abbandonato di via Cincinelli, di effrazioni ai danni di una dozzina di appartamenti, con gli sciacalli che si sono introdotti all'interno, portando via quel poco che era rimasto, non di particolare valore economico per fortuna.
Nella serata di ieri anche Striscia la Notizia si è occupata della stesso vile fenomeno, con l'inviato Jimmy Ghione ad Arquata del Tronto, a raccogliere le testimonianze di diversi cittadini che hanno segnalato la scomparsa di oggetti di valore e ricordi dalle case abbandonate a causa del sisma.
"Hanno portato via parte delle macerie - racconta un testimone con il viso coperto e la voce camuffata - e tutti i beni che avevamo dentro casa non li troviamo più". E ancora: "È sparito tutto. Chi ha avuto la casa completamente distrutta pensava di poter comunque ritrovare dei valori (catenine, oro, gioielli e oggetti di famiglia) sotto le macerie", purtroppo però, "niente è stato restituito". Sembra addirittura che un addetto alla rimozione delle macerie sia stato preso con le mani nel sacco, e gli abbiano trovato a casa oggetti di valore provenienti dal cratere (sismico)".
La cosa più triste di questa vicenda è che oltre ai danni subìti, questi cittadini che denunciano devono farlo senza farsi riconoscere, perché dicono che "Lo Stato e le amministrazioni non vogliono che diciamo queste cose perché altrimenti ci potrebbero essere delle ripercussioni". E precisano: "Questa è una piccola comunità, dove ci si conosce tutti e metterci la faccia significa avere delle ritorsioni personali se non addirittura delle vere e proprie vendette".
Un intervento politico, quello fatto ieri dal sindaco di Macerata, Romano Carancini, nel corso dell'incontro che si é svolto a Camerino con i sindaci del cratere ed il nuovo commissario alla ricostruzione, Piero Farabollini. Il primo cittadino di Macerata non ha lesinato critiche al nuovo governo, rimarcando l'assenza di esponenti di Lega e Movimento 5 Stelle all'incontro e ammonendo il commissario sul fatto che i comuni del craere devono essere trattati tutti alla stessa maniera.
Un atteggiamento, quello di Carancini, che ha generato ben più di un mugugno in sala e disappunto anche da parte di alcuni che sedevano al tavolo dei relatori, tanto che lo stesso commissario Farabollini ha voluto fare un appello affinchè la politica, e nello specifico le appartenenze partitiche, restino fuori dai temi della ricostruzione.
Oltre 1.500 cantieri aperti nelle Marche, sia nel pubblico che nel privato, per la ricostruzione degli edifici, delle attività produttive e delle infrastrutture, per restituire alle popolazioni gli spazi e le condizioni che stanno consentendo di tornare nei territori di appartenenza. "A due anni dal sisma - spiega il presidente della Regione Luca Ceriscioli - si sta concludendo lo stato di emergenza, previsto fino a dicembre e che probabilmente verrà prorogato. La Regione ha ora lo sguardo rivolto alla ricostruzione". Su un totale di 348 milioni di contributi assegnati alle quattro Regioni terremotate, le Marche hanno assunto impegni finanziari per 240 milioni di euro". "Quella delle Marche è stata una emergenza di carattere eccezionale, perché - ricorda Ceriscioli - ha coinvolto un terzo del territorio"; Delocalizzazione delle attività produttive (322 cantieri aperti) e edilizia scolastica i fattori che favoriscono il ritorno delle popolazioni. Ma "servono strumenti per semplificate la ricostruzione". (Ansa)
A 26 mesi dalle scosse di agosto 2016 e a due anni esatti dalla “botta grossa” che colpì l’Appennino la situazione nei paesi feriti dalterremoto è inaccettabile.Stiamo vivendo una emergenza continua che si replica senza fine: la ricostruzione è una parola che non ha ancora alcun significato, le SAE consegnate solo pochi mesi fa marciscono e costringono i residenti ad un nuovo infinito trasloco, vecchi e nuovi speculatori sono pronti a gettarsi sul nostro territorio per sfruttare la situazione.Il nuovo esecutivo, oramai in carica da 5 mesi, non ha nessuna intenzione di intervenire e sembra ricalcare con passi più pesanti le morme di chi l’ha preceduto. Chi ci governa parla di sicurezza semprein relazione a tematiche su cui speculare politicamente invece di affrontare il più urgente, vero, drammatico, stato di emergenza presente nel nostro paese: quello che riguarda il futuro del nostro territorio ferito e la sua messa in sicurezza.Ma a questi vecchi e nuovi politicanti vogliamo dire che non accettiamo questa situazione, pretendiamo il diritto sacrosanto di restare nei nostri paesi e nelle nostre montagne.Per questo urliamo, parafrasando un ben noto slogan, INSORGI MARCHE. Per questo alle 7:40 esatte abbiamo voluto esporre questo sctriscione in un luogo simbolico come la torre di Visso, rimasta in piedi nonostante tutto e tutti.
Le sue idee le aveva palesate sin dal giorno immediatamente successivo alla sua nomina. E, ora, le ha messe nero su bianco in una lunga intervista rilasciata a Repubblica. Piero Farabollini, successore di paola De Micheli nel ruolo di commissario straordinario per la ricostruzione, usa l'eleganza e un po' di "politichese imparato in fretta" per sottolineare la necessità di cambiare rotta, anche bocciando, se dovesse servire, un modello (quello dell'Emilia Romagna) che a quanto pare non é applicabile al cratere del sisma del 2016.
La strada da seguire, secondo il geologo di Unicam chiamato al difficile compito di avviare concretamente la ricostruzione, appare ben consapevole delle tante difficoltà a cui dovrà andare incontro e sembra aver già scelto "il suo esercito": i sindaci. Il primo nemico da combattere é la burocrazia, ossia tutto quel sistema di norme e carteggi che, di fatto, sta paralizzando un territorio già fin troppo sofferente e seriamente a rischio sotto il profilo dello spopolamento. l'idea appare quella di ricalcare, con le dovute modifiche, l'organizzazione della ricostruzione nelle Marche e nell'Umbria dopo il sisma del 1997. Clicca qui per l'intervista integrale pubblicata da Repubblica.
La lettera del nuovo commissario straordinario alla ricostruzione che chiede di rivedere le perimetrazioni fin qui presentate dai comuni del cratere sta facendo discutere e non poco il territorio. Perché é chiaro da più parti che questa revisione potrebbe comportare ulteriori slittamenti sull'avvio della ricosruzione e rendere inutile il lavoro fin qui fatto da quei comuni che avevano presentato le perimetrazioni più velocemente di altri.
Chi, invece, non sembra dover fare i conti con questa problematica è il Comune di Visso, che già da tempo, controcorrente rispetto a tutti gli altri, aveva scelto di non adottare lo strumento delle perimetrazioni. Lo ha ribadito anche ieri, in un post su Facebook. il sindaco e sendatore della Lega, Giuliano Pazzaglini, che scrive: "Ho letto molte polemiche al riguardo dopo la lettera del commissario. Personalmente ritengo legittimo il suo operato visto che, preso atto di un problema si è immediatamente attivato - afferma Pazzaglini - Evidenzio però che il comune di Visso, seppur destinatario della lettera, non è interessato al problema vista la rinuncia alle perimetrazioni. Siamo stati i primi ad adottarle insieme al comune di Castelsantangelo, ma capito che sarebbero diventate un problema siamo stati i primi a rinunciarvi. Rassicuro tutti quindi che questo ennesimo problema, di certo non creato dall'attuale commissario, non ci riguarda".
La provincia di Macerata è il territorio marchigiano che ha riportato maggiori danni in seguito al sisma del 2016. Un evento che nei suoi risvolti inevitabili ha messo in ginocchio l’economia dell’intero comparto provinciale. Una situazione che ha spinto i senatori Leu Laforgia, Grasso, De Petris e Errani a presentare un’interrogazione al Senato per chiedere al Ministro del Lavoro se intenda attuare politiche industriali e di sviluppo, volte al rilancio delle aree colpite dal terremoto. Oggetto dell’interrogazione anche il job act, dopo che ne è stata più volte ventilata l’ipotesi di cancellazione da parte del Governo.
Una iniziativa supportata anche da alcune notizie apparse sulla stampa in questi giorni che non fanno altro che confermare ed evidenziare questo quadro di preoccupante crisi economica. Il 22 ottobre è uscito sul quotidiano “Il Resto del Carlino”, nelle pagine di Macerata, un articolo che sottolinea come in provincia di Macerata su 1200 assunzioni previste, l’86% di esse risultino essere a tempo determinato e solo il 14% a tempo indeterminato. Assunzioni che nel 56% dei casi riguardano il settore dei servizi e le imprese con meno di 50 dipendenti che si confermano comel’ossatura dell’apparato produttivo del territorio.
In un altro articolo uscito sulla stessa testata, a firma di un’altra giornalista, viene denunciata la cancellazione di diecimila posti di lavoro e la chiusura di oltre duemila imprese, con un tasso di disoccupazione stimato all’8%, che arriva a toccare punte del 15,4% nel caso dei giovani.
Un quadro critico che ha spinto i senatori Leu a sollecitare il Governo sul rilancio industriale e occupazionale della zona.
Si è tenuta il 24 ottobre, nella sede della Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa di Loreto, la riunione della Conferenza Episcopale Marchigiana.
In apertura dei lavori, i Vescovi hanno accolto per un primo incontro il nuovo Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione, Piero Farabollini. Mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano e Segretario generale della CEI, ha illustrato la situazione concernente i danni provocati dal terremoto agli edifici di proprietà ecclesiastica. Il Presule ha fatto unexcursus su quanto le Diocesi sono finora riuscite a realizzare per gli interventi di messa in sicurezza. Il Commissario ha assicurato la massima collaborazione per la soluzione delle problematiche manifestate e avviare l’auspicata ricostruzione. «Le risorse e coperture economiche e finanziarie per la ricostruzione al momento ci sono - ha detto il Dott. Farabollini - anche se dovranno essere ulteriormente incrementare in futuro».
Il Presidente della CEM, mons. Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro, a nome dei presenti, ha ringraziato il Commissario per aver accolto l'invito e auspicato che il dialogo prosegua nel clima di reciproca collaborazione e condivisone.
L'Arcivescovo di Ancona, mons. Angelo Spina ha fatto il punto sulla situazione del Pontificio Seminario Regionale di Ancona, che accoglie 30 seminaristi provenienti dalle diverse diocesi e affidato alla cura del Rettore, don Claudio Marchetti coadiuvato da don Francesco Savini e don Daniele de Angelis. Mons. Mons. Spina ha anche parlato della progettazione dell'Anno Francescano in Ancona per l'ottavo centenario della presenza di San Francesco in Ancona, dal cui porto partì per recarsi a San Giovanni d'Acri, oggi Akko e poi a Damietta in Egitto dove avvenne lo storico incontro con il Sultano.
Su proposta dell'Arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, l’assemblea ha nominato come secondo patrono stabile del Tribunale Ecclesiastico Inter- diocesano di Fermo l'avv. David Andrea Ciarrocca.
Mons. Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno e delegato della CEM per la comunicazione e cultura, riallacciandosi al tema della precedente Assemblea Generale dei Vescovi Italiani del maggio scorso, ha presentato una prima bozza di proposta organica per rendere la comunicazione della Chiesa delle Marche più condivisa, efficace e rispondente alle attuali esigenze dell’evangelizzazione, avviando una riflessione che proseguirà nei prossimi mesi.
A conclusione dell’incontro i componenti della Conferenza Episcopale Marchigiana hanno espresso vivo apprezzamento per il lavoro svolto che proseguirà in futuro al dr. Renato Poletti, Direttore Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha illustrato gli obbiettivi del Tavolo di Concertazione per il “recupero e la valorizzazione della Via Lauretana”. I vescovi hanno anche ringraziato per l’impegno profuso l’Arcivescovo di Loreto, mons. Fabio Dal Cin, presidente dello stesso tavolo di concertazione.
I presuli auspicano che il progetto dei “Cammini Lauretani” possa proseguire in quella necessaria armonia di intenti tra Comunità religiosa e Comunità civile indispensabile a valorizzare il percorso di fede che la storia e la devozione popolare hanno assegnato alla “Via lauretana”.
Le due giornate del 26 e del 30 ottobre del 2016 colpirono un territorio già gravemente ferito dalle scosse di due mesi prima arrivando ad interessare un’area imponente in quattro regioni diverse, l’intero Appennino centrale si era letteralmente spaccato in due.
Sono trascorsi due anni da quelle tragiche giornate e questo eterno post terremoto che forse non è mai veramente iniziato non riempie più le cronache dei giornali e delle televisioni, che salvo qualche rara eccezione, tornano stancamente sull’argomento solo in occasione di ricorrenze particolari. Nel frattempo la ricostruzione e la rassegnazione hanno andamenti opposti: la prima è immobile come le pietre su cui è oramai cresciuta rigogliosa l’erba, mentre la seconda aumenta associata ad una frustrazione che rischia di distruggere il patrimonio umano e immateriale di questi luoghi. [...] Tutto questo in un contesto politico in cui il governo precedente ha lasciato macerie (e non in senso metaforico), mentre per quello attuale la ricostruzione sembra l’ultimo dei problemi [...]
Ma perché proprio Due? Perché non sono solamente gli anni trascorsi da quelle scosse, due sono anche gli schieramenti politici che si sono avvicendati nella gestione di quanto è accaduto, due sono gli eventi sismici (agosto e ottobre 2016) che ci hanno stravolto la vita, due sono le giornate di quell’autunno 2016 che nessuno di noi dimenticherà, due sono gli scenari possibili che il nostro territorio si trova davanti, ma soprattutto due sono le possibili reazioni tra cui scegliere: accettare lo stato delle cose come ineluttabile e inamovibile o provare a riprendere in mano il proprio futuro e quello del nostro Appennino. Il messaggio che vorremmo trasmettere è chiaro: non vogliamo arrenderci agli anni e ai governi che passano! Per questo crediamo sia necessaria una presa di parola collettiva, perché abbiamo il dovere di provare a smuovere questo immobilismo perenne che ci avvolge tutti. Per questo ogni incontro, ogni singola parola, ogni iniziativa non può prescindere da una forte critica della gestione passata e presente. [...]
In lingua inglese due si traduce con “dovuto”, forse dovremmo far riferimento anche a questo per ricordarci che quando pretendiamo una ricostruzione ed un futuro degno non facciamo altro che chiedere qualcosa che ci spetta, che è doveroso, come collettività.
Vi aspettiamo quindi, dal 26 al 30 ottobre, dalla costa adriatica che ha visto l’esodo forzato di migliaia di uomini e donne fino ai Sibillini, per raccontare il recente passato ma soprattutto per immaginare e riprendersi un futuro.
Nel link il programma integrale delle iniziative http://terreinmotomarche.blogspot.com/2018/10/due-non-arrendersi-agli-anni-e-ai.html
"Spero non sia una rottura, c'è la volontà mia e della struttura commissariale e penso del Governo di collaborare e di colloquiare: serve una condivisione adeguata che non è per chi governa ma per i cittadini". Con queste parole il commissario straordinario per la ricostruzione post sisma Piero Farabollini ha commentato lo scontro tra il governo e le Regioni terremotate che si sono sentite declassate dall'emendamento del decreto Genova. Secondo quanto afferma una nota congiunta emessa dai governatori di Marche, Umbria e Lazio, i vertici regionali verrebbero esautorati dal potere di condivisione circa le ordinanze commissariali e la loro funzione "declassata a potere consultivo". Riguardo, invece, le polemiche che hanno alimentato il dibattito politico nazionale circa un maggiore aumento di difformità e abusi causato dall'emendamento, il neo commissario straordinario ha osservato che il suo compito tecnico è quello di rilanciare la ricostruzione snellendo la burocrazia, mentre spetta al governo assumersi l'onere e l'onore di prendere decisioni politiche. (fonte ANSA)
Riceviamo una nota stampa a firma del Consorzio Arcale.
In relazione alle notizie relative a infiltrazioni d’acqua e alla formazione di muffe in circa 50 SAE nelle Aree di Visso su un totale di 1600 SAE realizzate dal Consorzio nel cratere del sisma (cioè il 3% del totale, anche se i nostri tecnici stanno procedendo a un controllo a tappeto), il Consorzio Arcale vuole precisare quanto segue:
Le soluzioni abitative d’emergenza (SAE) sono state costruite nelle aree del Comune di Visso di Villa S.Antonio e di Cesare Battisti 1, individuate dalla Regione Marche d’intesa con il Comune medesimo, e di cui era prevista la consegna come aree approntate per il montaggio delle SAE con urbanizzazioni predisposte tra la fine di agosto e gli inizi di settembre 2017.
Tali aree sono state consegnate parzialmente ed in maniera frazionata al Consorzio tra la fine di ottobre 2017 e febbraio 2018, durante un periodo meteo difficile e con eventi climatici di particolare intensità. Il materiale e i relativi pannelli, che teniamo a precisare non rappresentano elementi strutturali (in riferimento ad alcuni post apparsi sui "social") realizzati dalla ns Consorziata LaCost erano in alcuni casi presenti in cantiere nel periodo previsto per l’inizio di montaggio. Le condizioni delle aree via via consegnate sono risultate difficili e non completate in modo da permettere agevolmente il montaggio. Per questa ragione Arcale aveva sollecitato dalla Regione Marche una sospensiva per la realizzazione e la consegna della Sae.
Questa richiesta è stata respinta, motivata con il fatto dell’incipiente stagione invernale e la necessità di dare un tetto alla popolazione. Nel frattempo per accogliere le sollecitazioni e le istanze del territorio e delle Amministrazioni, la nostra Consorziata LaCost dopo una prima ispezione visiva aveva ritenuto montabili i pannelli nonostante le condizioni atmosferiche ed il lasso di tempo intercorso. Chi oggi “scopre” e utilizza la grancassa mediatica per denunciare infiltrazioni e muffe nelle Sae (anche se i nostri tecnici procedono a un controllo a tappeto) lo fa probabilmente ignorando gli antefatti. Arcale non si è mai tirato indietro rispetto alle denunce pervenute da parte dei Comitati dei terremotati. Prova ne è che ben prima dell’arrivo di stampa e Tv i nostri tecnici erano già impegnati a sistemare le unità abitative.
Va sottolineato a tal proposito che il Consorzio, al di là di qualsiasi obbligo contrattuale, aveva intrapreso a distanza di qualche mese dall’avvenuta consegna delle SAE a tappeto ed in tutte le Aree dell’evento del sisma un controllo generale (accompagnato dai tecnici delle Amministrazioni) denominato “tagliando SAE” proprio per verificare a distanza di qualche mese dalle avvenute consegne definitive ai cittadini le condizioni ed il “confort” delle SAE. E che inoltre sin da subito, conscia dell’avvenuta realizzazione in situazione di emergenza sia temporale che climatica, ha attivato una procedura di contatto e di pronto intervento su segnalazione per le Amministrazioni Comunali e gli assegnatari delle SAE.
Arcale comprende bene le esigenze di visibilità connesse a incarichi pubblici, specialmente se elettivi, ma non può per questo accettare di finire sul banco degli imputati per responsabilità che noi per primi ci siamo assunti, senza attendere denunce pubbliche da parte di chicchessia. Stiamo lavorando per risolvere le insufficienze rilevate nelle abitazioni e intendiamo farlo in stretta intesa con chi vi abita e con il comitato di coordinamento dei terremotati. Lo dobbiamo a loro e alle loro famiglie, ma lo dobbiamo anche al buon nome del nostro Consorzio che ha sempre operato ben consapevole delle responsabilità sociali connesse al ruolo di impresa.
Arcale si riserva, come sempre in questi casi, di tutelare il buon nome e l’onorabilità del nostro consorzio e dei suoi dipendenti in tutte le sedi che riterrà opportune.
È stato effettuato stamattina un sopralluogo a Visso delle Sae, insieme agli ingegneri del consorzio Arcale, assessore Sisini comune Visso, Coordinamento Comitati rappresentati da Francesco Pastorella, Flavia Giombetti, Alessandro Marani.
E come si legge in un post su Fb sono state analizzate le problematiche inerenti 49 SAE. Inoltre è stato verificato il cronoprogramma che prevede interventi di 3 giorni lavorativi a Sae.
"Verificati - si legge ancora nel post del gruppo Terremoto Centro Italia - lavori di ripristino in corso e riparazioni effettuate.Apprezziamo la prontezza con la quale ci hanno risposto e si sono messi a disposizione per illustrarci gli interventi fatti. Vigileremo sul rispetto del cronoprogramma ed inizieremo un percorso di verifica che dovrà obbligatoriamente portare al perfetto funzionamento di ogni Sae. Ovviamente analizzeremo quali e chi ha commesso errori e spiegheremo bene ogni cosa. Adesso priorità a sistemare le Sae. I terremotati si rivolgano al comitato del proprio paese che sta redigendo la lista delle problematiche".
"È fondamentale dare un impulso alla ricostruzione ed eliminare quei colli di bottiglia che fino ad oggi hanno in parte ostacolato alcuni processi": è quanto ha detto il nuovo commissario straordinario Piero Farabollini, in visita a Norcia. Con lui il sottosegretario ai Beni culturali, Gianluca Vacca.Per Farabollini "c'è la necessità di dare risposte immediate al territorio". "Faremo di tutto - ha aggiunto - per trovare le soluzioni necessarie perché la ricostruzione prenda il via davvero. I due anni che sono trascorsi dal sisma sono stati lunghi ma anche necessari per dare metodologie e indicare le procedure. Adesso che le abbiamo acquisite dobbiamo cercare di rimuovere gli ostacoli che impediscono di applicare nell'immediato le stesse procedure".Farabollini ha anche sottolineato che intenderà portare avanti il compito a cui è stato designato "in collaborazione con i territori e con i sindaci". (Ansa)
Appena pochi mesi era addirittura a rischio, causa i numerosi problemi causati dal terremoto, la partecipazione al campionato di Seconda Categoria, garantita grazie alla disponibilità dello stadio universitario “Livio Luzi” messo a disposizione dal Cus Camerino, con il presidente Stefano Belardinelli che aveva accettato la proposta lanciata del presidente della Figc Marche Paolo Cellini.
Ora il Visso, che non ha sfigurato in questo inizio di campionato ottenendo 4 punti nelle prime 4 partite, appare lanciato verso nuovi traguardi. Tutto, sembra, infatti pronto per garantire il rilancio. Alcune indiscrezioni, che non sono state smentite da Fabio Cardona, studente ai licei di Camerino e da tempo impegnato nel sociale, collante dell’intera operazione, parlano di una cordata di imprenditori locali pronti ad impegnarsi in prima persona per aiutare la società del presidente Quinto Mattioli, che resterebbe alla guida del sodalizio, a risolvere le problematiche che, come detto, ne hanno messo a rischio l’iscrizione.
Ci sarebbero, così, nuovi ingressi in seno alla società, con idee e progetti volti a dare nuova linfa alla squadra che continuerà ad essere guidata da mister Fabio Pelagaggi. Sarebbero stati proprio i suoi appelli a convincere i suddetti imprenditori, legati al tecnico da grande amicizia, a “sposare” la causa del Visso, in un’ottica di rinascita, anche attraverso il calcio, di un intero territorio.Un’operazione che sta prendendo corpo sotto traccia, i cui dettagli si conosceranno soltanto nei prossimi giorni.
L’Assemblea d’Ambito Territoriale Ottimale n. 3 Marche Centro – Macerata ha approvato all’unanimità 2 importanti provvedimenti.Con il primo provvedimento sono stati aggiornati i documenti di pianificazione del servizio idrico integrato attraverso i quali sono state recepite le ultime novità regolatorie introdotte dall’Autorità nazionale (ARERA) in termini di adeguamento degli standard tecnici di qualità del servizio. Sono stati in particolare individuati obiettivi incentivanti per i gestori operanti nel territorio nel prossimo biennio al fine di garantire un servizio di qualità sempre migliore.
Ma certamente il provvedimento che desta maggiore interesse è l’approvazione dell’articolazione tariffaria unica d’Ambito. Grazie ad un lungo e complesso iter istruttorio avviato alla fine dello scorso anno è stato possibile definire una struttura dei corrispettivi unica che verrà applicata in gran parte dell’ATO 3 Macerata.
Il Presidente Fiordomo commenta così: “Sono estremamente soddisfatto della conclusione positiva e della votazione favorevole all’unanimità di questo provvedimento e penso sia una decisione per certi versi storica. A partire da oggi, saranno applicate le stesse tariffe a più dell’80% delle utenze sul nostro territorio, superando le ingiustificate differenze presenti fino ad oggi. Questo provvedimento è un ulteriore passo avanti verso il gestore unico d’ambito, grazie al quale potranno essere attuate le economie di scala e di scopo necessarie per una riduzione delle tariffe attuali.”“Assicurare la realizzazione dell’ingente Piano degli interventi previsti nei prossimi anni - continua Fiordomo - servirà per erogare un servizio con livelli di qualità sempre crescenti. Gli investimenti previsti permetteranno un adeguamento delle infrastrutture, soprattutto in termini di riduzione delle perdite idriche.” L’articolazione unica d’ambito verrà applicata in tutta la fascia collinare e marittima dell’ATO 3, con decorrenza dal 1° gennaio 2018. Rimane esclusa la parte montana nei cui comuni continuerà ad essere applicata la struttura tariffaria previgente.
Di questo e di altri temi riguardanti il Servizio idrico integrato si discuterà sabato 13 mattina ad Osimo, nella Sala maggiore del Palazzo comunale dalle 10.00 alle 12.30 in occasione della Giornata della Trasparenza dell’AATO 3.
"Niente da eccepire sulle qualità professionali del nuovo commissario straordinario per la ricostruzione, Piero Farabollini. Ci chiediamo, però, se un tecnico possa avere l'autorevolezza e l'esperienza necessarie a mettere ordine nel caos rappresentato oggi da quattro presidenti di Regione, palazzo Chigi e Protezione civile. Occorre rivedere le procedure e disboscare la giungla burocratica che impedisce alle pratiche per la ricostruzione di andare avanti. Occorre passare dall'ordinario allo straordinario, dalla logica del sospetto tipica di uno Stato etico a quella della responsabilità tipica di uno Stato liberale. Occorre uscire dall'inerzia che dopo i fallimentari governi del Pd caratterizza oggi la maggioranza gialloverde. Farabollini può contare sul sostegno di Forza Italia, speriamo ardentemente abbia la forza di cambiare passo". Lo scrive in una nota il senatore di Forza Italia eletto nelle Marche Andrea Cangini. (Ansa)