Firmato l’accordo fra il CAI e l’Associazione Arena Sferisterio affinché il pubblico del MOF possa sostenere il progetto di recupero della Madonna della Cona, edicola posta a 1.496mt all’ingresso della piana di Castelluccio, nel comune di Castelsantangelo sul Nera (MC)Da tanti anni l’Associazione Arena Sferisterio adotta una causa sociale o un progetto di raccolta fondi da affiancare al Macerata Opera Festival con l’obiettivo di sensibilizzare i propri spettatori verso un tema o una realtà affine al Festival.Così negli anni sono stati raccolti fondi per Action Aid (L’opera è donna, 2014), la Lega del Filo d’Oro (Nutrire l’Anima, 2015), Medici Senza Frontiere (Mediterraneo, 2016) e Anfass (Oriente, 2017). Quest’anno, grazie alla segnalazione del Comune di Macerata, il Charity partner è il Club Alpino Italiano che, attraverso la Sezione di Macerata, si impegnerà nella ricostruzione di una edicola nel Comune di Castelsantangelo sul Nera (MC), denominata Madonna della Cona, purtroppo crollata con il terremoto del 2016. L’edicola è posta a 1.496mt di quota all’ingresso della Piana di Castelluccio, e ha un grande valore simbolico per gli escursionisti: un progetto assolutamente in linea con il tema del Festival #verdesperanza. Marco Ceccarani entra nei dettagli del progetto: «In questo luogo meraviglioso, da centinaia di anni, ogni 2 di luglio, si celebra la Festa della Madonna della Cona, istituita per ricordare la pace sancita nel 1522 tra gli abitanti di Castelluccio (allora Castel Monte Precino) e quelli della Villa di Gualdo” (frazione di Castelsantangelo sul Nera), in seguito ad una guerra scoppiata per dispute territoriali sui pascoli. Inoltre il luogo è da sempre ritrovo degli escursionisti per i trekking e le uscite scialpinistiche nelle incantevoli montagne circostanti. Con l’avvio del progetto di ricostruzione si vuole quindi celebrare la rinascita e la volontà di ripresa e di unione delle popolazioni dell’area, a seguito del sisma che ha colpito la zona, e ridare agli escursionisti amanti del luogo il familiare punto di riferimento». Saranno quindi i volontari stessi – in una serie di spazi all’interno dello Sferisterio – a incontrare il pubblico in teatro per 17 serate, a raccontare le caratteristiche del progetto in corso e a sensibilizzare verso la raccolta di fondi. Lo stesso accadrà durante la Notte dell’Opera del 2 agosto, con banchetti informativi e iniziative specifiche.L’ultima recita del Festival, il 12 agosto, in scena Il flauto magico di Mozart, sarà dedicata al CAI: a chi acquisterà i biglietti per questa data sarà richiesto un contributo aggiuntivo di 2 euro per la raccolta fondi. Alla serata verranno invitati tutti i soci CAI che potranno usufruire della convenzione CAI con lo sconto del 20%. Al termine dello spettacolo, una opportunità esclusiva per solo 200 spettatori che hanno assistito all’opera: sarà possibile – con il proprio kit di sacco a pelo o tenda – dormire sul palco dello Sferisterio, sotto le stelle. L’accordo prevede anche una serie di facilitazioni per i volontari del CAI: ad esempio I volontari che verranno a Macerata per raccontare il loro progetto al pubblico entreranno gratis alle opere in programma allo Sferisterio, mentre familiari e amici avranno uno sconto del 20% sul costo del biglietto. L’edicola della Madonna della Cona, a Forca di Gualdo in Comune di Castelsantangelo sul Nera (MC), è stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2016; costruita nel XVII secolo, si trova a circa 1.496mt sul valico che unisce Castelsantangelo sul Nera a Castelluccio di Norcia, strada un tempo percorsa dai numerosissimi escursionisti. La tradizione vuole che la costruzione di questo luogo di culto sia riferita alla vittoria di Visso nella battaglia contro Norcia nel 1522 che segnò la conquista del piano a ridosso di Castelluccio. Ogni prima domenica di luglio vi si tiene una festa di ringraziamento molto sentita dalle popolazioni di Castelluccio e di Castelsantangelo sul Nera che una volta segnava la fine della transumanza. A seguito del terremoto è caduto il tetto della chiesa lasciando miracolosamente intatta la parte alta dell’altare con la piccola statua della Madonna con il corpo del Cristo crocifisso che è stata recuperata e messa in salvo. Nell’unico teatro all’aperto dotato di palchi, l’ottocentesco Sferisterio di Macerata costruito come stadio per il gioco della palla al bracciale, da oltre cinquant’anni si svolge una stagione d’opera che ha visto alternarsi le più grandi voci del Novecento, da Gigli a Del Monaco, da Pavarotti a Montserrat Caballé, Corelli, Carreras e Domingo. L’originale spazio scenico, dotato di un’acustica strabiliante, ha accolto negli anni importanti registi che hanno segnato la storia della rappresentazione teatrale contemporanea, da Ken Russel a Pier Luigi Pizzi, da Hugo de Hana al duo Ricci&Forte.Nel 2018, durante quattro intense settimane fra concerti, danza, attività per bambini, incontri e aperitivi in cantina, insieme alla ormai storica “Traviata degli specchi” firmata da Svoboda-Brockhaus, andranno in scena Il flauto magico e L’elisir d’amore firmate rispettivamente da due fra i registi più acclamati di oggi, Graham Vick e Damiano Michieletto. In scena, fra gli altri interpreti, Luca Salsi, John Osborn, Alex Esposito, Mariangela Sicilia e Salome Jicia.Inoltre ci saranno una serie di concerti crossover con Max Gazzè, Vinicio Capossela, Elio e Francesco Micheli e una serata di danza con l’étoile Eleonora Abbagnato.Il flauto magico, Wolfgang Amadeus Mozart (20 e 29 luglio / 4 e 12 agosto – Arena Sferisterio)L’elisir d’amore, Gaetano Donizetti (21 e 27 luglio / 5 e 10 agosto – Arena Sferisterio) perLa traviata, Giuseppe Verdi (22 e 28 luglio / 3 e 11 agosto – Arena Sferisterio)www.sferisterio.it
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, oggi al Senato ha concluso il suo discorso per la richiesta di fiducia annunciando, tra l’altro, una visita tra le popolazioni terremotate.
“Ci permettiamo di segnalare – ha dichiarato Marcello Fiori, responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia – che i cittadini drammaticamente colpiti dal terremoto ormai 21 mesi fa, non avvertono l’esigenza dell’ennesima passerella del politico di turno.
Se davvero il Presidente del Consiglio ritiene che l’emergenza terremoto sia una priorità del suo Governo, segua l’esempio di quello che fece nel 2008 l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riguardo l’emergenza rifiuti in Campania: riunisca il Consiglio dei Ministri nelle zone terremotate fino a quando tutti i cittadini di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo abbiano un tetto decoroso, le milioni di tonnellate di macerie siano state rimosse, i professionisti i commercianti e le imprese abbiano ripreso la loro attività, gli studenti e i professori possano frequentare scuole sicure, siano approvati i progetti reali di ricostruzione i tutti i 140 comuni colpiti dal terremoto.
Accolga la proposta del Sindaco Gianluca Pasqui di tenere a Camerino il prossimo Consiglio dei Ministri e scoprirà con sorpresa che dovrà tenerlo dentro a una tenda essendo questa l’unica struttura destinata alle attività della popolazione.
Il Consiglio dei Ministri successivo potrà organizzarlo a Norcia (terra natale di S. Benedetto, Santo Patrono dell’Europa) dove il Sindaco Nicola Alemanno potrà informarlo che l’unica struttura antisismica utilizzabile per incontri con la popolazione, realizzata grazie alla solidarietà degli italiani, e stata posta sotto sequestro dalla magistratura.
Se davvero il superamento dell’attuale emergenza e la ricostruzione di queste magnifiche comunità dell’appennino dell’Italia centrale sono una priorità per questo Governo, il Presidente del Consiglio ha altre due grandi opportunità per dimostrarlo concretamente: 1) tenga per se la delega alla gestione dell’emergenza e alla ricostruzione (come gli consente di fare la normativa della protezione civile) e non si avvalga delle burocrazie regionali o di politici in cerca di incarico; 2) introduca in sede di conversione di legge del recente decreto emanato dal Governo Gentiloni, le modifiche richieste dai sindaci: snellimento delle procedure amministrative, corsia privilegiata per le riparazioni di piccole entità, revisione delle conformità urbanistiche, approvazione di un testo unico per la gestione delle emergenze, efficace utilizzazione dei fondi (oltre un miliardo e duecento milioni) ottenuti dall’Europa grazie all’impegno del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, negoziare con l’Unione Europea l’inserimento dei comuni del cratere nelle ‘zone economia speciale’.
Infine, appare indispensabile rafforzare il ruolo e i poteri del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile al fine di tutelare il diritto alla protezione e alla sicurezza dai rischi naturali e dalle calamità in capo a tutti i cittadini italiani, essendo il Presidente del Consiglio (ai sensi della Legge n. 226 del 1992) il capo del sistema nazionale di protezione civile”, conclude Fiori.
''In queste ore e poi nei prossimi giorni sarà completata la squadra di governo con le nomine e le deleghe per viceministri e sottosegretari. Chiediamo la massima attenzione dalla coalizione di governo per chi dovrà confrontarsi con il Commissario Straordinario, le Regioni, la Protezione Civile. Senza nulla togliere a queste istituzioni, è fondamentale la nomina di una figura di riferimento del governo per le zone colpite dal sisma del 2016 allargando la delega a chi si occuperà della montagna''. Lo scrive, in una nota, la portavoce dei terremotati di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, Maria Teresa Nori. ''Penso al sottosegretario alla Montagna che ampli i propri poteri anche sui crateri colpiti dal sisma - continua Maria Teresa Nori - in una cornice, anche di respiro internazionale, di azioni dedicate al rilancio dei territori di montagna e ai territori di montagna colpiti dal sisma del 2009 e del 2016. Questa delega sara' necessaria alla messa in campo di strumenti mirati allo sviluppo e alla crescita economica dei territori''.
La ricostruzione sta partendo e per qualcuno rischia di diventare un'occasione per spendere troppo e male i soldi pubblici. Sembra esserne convinta la commissaria straordinaria alla ricostruzione, Paola De Micheli, che, però, dice di non voler abbassare l'attenzione su temi come il controllo amministrativo e le rendicontazioni.
"Mi arrivano segnali inequivocabili di un aumento della spesa. Teniamo il fronte. Temo che ci siamo segnali che denotano un'idea della ricostruzione collegata al business. Io lo so, sono un'imprenditrice, non sono Alice nel Paese delle Meraviglie ma non bisogna esagerare. La ricostruzione deve continuare a mantenere un filone etico senza il quale diventa un'altra cosa che non è quello che è immaginato". A lanciare l'allarme è stato il commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016 Paola De Micheli spiegando che "siamo nella fase della ricostruzione perché i cantieri sono aperti e siamo nel tempo della decisione finale. Abbiamo messo delle regole, alcune sono migliorabili ma altre sono dei presidi su come le risorse pubbliche devono essere utilizzate perché possono esserci appetiti illegali. Mi arrivano richieste di abbassare queste difese ma se devo abbassare le difese adesso che sono a un miglio dall'aumento dei cantieri io non sono disponibile".
(fonte Ansa)
È in sicurezza la chiesa di Santa Maria a Vallinfante, nel Comune di Castelsantangelo sul Nera nell'alto maceratese. Sventrata dalle scosse sismiche del 2016, è stata oggetto dell'intervento congiunto della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Marche e dell'Unità di Crisi Coordinamento Regionale delle Marche ed è oggi debitamente assicurata e riconfinata al perimetro ed in copertura.
Con una novità del tutto speciale, i lavori per il recupero della struttura hanno svelato un piccolo tesoro. Si tratta di dipinti pregevoli, databili all'inizio del XV sec. ed emersi dopo il distacco delle scialbature delle pareti nella cappella e sotto la tela dell’altare maggiore di epoca barocca, quindi successiva. Dal ritrovamento inatteso di un pezzo finora inedito di patrimonio storico-artistico prende vita la speranza di rinascita in un'area in cui distruzione e desolazione fanno ancora da padrone ma che è oggi in grado di ospitare nuovamente la maggior parte delle opere mobili che dalle macerie, per la necessaria protezione, erano state ricoverate alla Mole Vanvitelliana di Ancona ad opera del Nucleo di Tutela dei Carabinieri.
Infatti, sono state ricollocate diverse porzioni degli altari lignei e le colonne tortili dell’altare maggiore a cui seguiranno anche le relative tele. La soluzione adottata, in via temporanea, è quella che consente la visibilità del patrimonio scoperto restando in sicurezza nell'antro della chiesa: da lì si possono apprezzare le porzioni più interessanti degli affreschi rinvenuti ed entrambi gli importanti altari lignei, tutti oggetto di accurati interventi di primo restauro. Si tratta di un risultato di assoluta rilevanza, anche sotto il profilo della coesione sociale, reso possibile grazie al contributo di chi ha collaborato portando la propria attenzione, grande professionalità e profonda passione. La squadra di specialisti che ha progettato e realizzato il recupero artistico e la messa in sicurezza è stata diretta da Simona Guida per la parte architettonica, da Pierluigi Moriconi per gli apparati decorativi, entrambi coadiuvati da Cristiano Zoppini, Sonia Melideo ed Annarita Ottaviani per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, insieme a tutto il personale dell'UCCR.
Determinante per il raggiungimento dell'obiettivo una virtuosa sinergia fra pubblico e privato, per questo un ringraziamento sentito va alla Edilfiastra di Lucarini Venanzio &co, Medea restauri di Dania Mari, all'ing. Roberto Frattini, e alla Mantanariglass e a IGuzzini per la fornitura di vetri e corpi illuminanti.
Nella bozza diramata ieri non se ne parlava. E la cosa aveva immediatamente scatenato le ire dei territori colpiti dal sisma di agosto e di ottobre 2016. Poi, questa notte, nel corso dei lavori per modificare il Contratto di Governo Contratto di governo.pdf che Movimento 5 Stelle e Lega stanno sotoscrivendo é finalmente comparso anche un paragrafo dedicato al sisma.
"Per quanto concerne le aree terremotate - si legge - ci impegniamo a chiudere la fase dell'emergenza e passare alla fase della ricostruzione con l'obiettivo di creare anche le condizioni per un rilancio economico delle zone colpite. Tra le necessità prepotentemente emerse negli ultimi mesi prioritaria è la semplificazione delle procedure, sia per le opere pubbliche che per la ricostruzione privata.
Occorre poi la certezza nella disciplina generale contenuta nei decreti e nelle ordinanze. Per questo si coinvolgeranno i soggetti interessati nelle modifiche da apportare che dovranno essere definitive. Sarà garantito un maggiore coinvolgimento dei comuni, mediante il conferimento di maggiori poteri ai Sindaci".
I gruppi parlamentari di Forza Italia di Camera e Senato - rappresentati dai deputati Simone Baldelli, Catia Polidori, Raffaele Nevi, Patrizia Marrocco e Antonio Martino e Maria Spena; e dai senatori Lucio Malan, Maurizio Gasparri, Andrea Cangini, Gaetano Quagliariello, Nazario Pagano, Maria Rosaria Rossi, Fiammetta Modena, Paola Binetti, Francesco Battistoni e Antonio Saccone - hanno incontrato a Palazzo Madama il sottosegretario Paola De Micheli, Commissario straordinario del governo per la ricostruzione sisma 2016, e Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Durante la riunione sono state analizzate le rilevanti criticità e le scadenze delle misure per la ricostruzione delle zone del Centro Italia colpite dai sisma, messe in campo negli ultimi anni dagli esecutivi Renzi e Gentiloni. I parlamentari di Forza Italia hanno avanzato proposte e possibili soluzioni normative - con assoluta priorita' per la proroga e l'adeguamento delle misure fiscali ad hoc e per il blocco dell'addebito dei costi fissi delle utenze - per aiutare concretamente famiglie, professionisti e imprese, che ancora vivono in situazioni estremamente disagiate, e per agevolare la rinascita dei territori coinvolti.
Deputati e senatori azzurri, consapevoli dei gravissimi ritardi accumulati in questi anni dalla sinistra, ritengono che il tema della ricostruzione post sisma dovra' essere una priorita' assoluta nell'agenda del futuro governo.
(fonte Ansa)
Nel testo semidefinitivo del Contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle c'é una parola che non ricorre mai. Quella parola, purtroppo, é terremoto. E la mancanza non è sfuggita a chi del terremoto proprio non riesce a dimenticarsi, ossia a chi tutti i giorni fa i conti con la devastazione e le incertezze che ha lasciato da quel maledetto ottobre 20016. Il Contratto di Governo, il cui testo é disponibile qui, tocca questioni di interesse nazionale e, evidentemente, la gestione dell'emergenza e della ricostruzione non lo sono.
"Se servisse una conferma ulteriore - scrivono amareggiati dal comitato Terre In Moto - del fatto che il disinteresse per i terremotati, ed in generale per le sorti del territorio colpito dal sisma, fosse una scelta che tocca tutte le forze partitiche l'abbiamo avuta.Nel cosiddetto contratto di governo, quella sorta di programma che dovrebbe regolare le attività del nuovo esecutivo Lega / M5s, non c'è un singolo punto sul terremoto e la ricostruzione.È un fatto chiaramente di una gravità assoluta e francamente inaccettabile e lo è ancora di più dopo i vari selfie della campagna elettorale e le comparsate che hanno caratterizzato il periodo del voto.Naturalmente anche qualora fosse stato inserito a livello contenutistico non avremmo avuto nessun tipo di garanzia e non saremmo stati sicuramente tranquilli, ma l'assenza totale la dice lunga sul fatto che siamo passati da "non vi lasceremo soli" (che comunque abbiamo visto dove ci ha portato) a 'non vi pensiamo proprio'.In un documento in cui la cosiddetta sicurezza viene declinata in ogni sua forma dal punto di vista del controllo e della repressione non si è trovato il tempo di declinarla nella sua accezione base, la sicurezza di una casa e del territorio che la accoglie. Andiamo a grandi passi verso i due anni di emergenza, e questo è un nuovo tassello, un macigno, da aggiungere alla storia".
Oggi, stando a quanto é dato sapere, matteo Salvini e Luigi Di Maio avranno un nuofo faccia a faccia per limare ed integrare il testo del Contratto di Governo. La speranza, da parte di quattro regioni messe in ginocchio dal sisma, é che sia anche l'occasione per riportare al centro una tematica, quella del sisma e della ricostruzione, che deve stare tra le priorità del nuovo Governo.
Ieri per la seconda volta, dopo la visita del 19 maggio 2017, una delegazione guidata dal Sindaco Giorgio Marazzina è tornata a Castelsantangelo sul Nera per consegnare un assegno di €.3.300,00 frutto della solidarietà della Comunità e delle Associazioni del Comune Lodigiano.
La delegazione era composta dal Vice Sindaco Rodolfo Finotti, dall’assessore Maria Teresa Coldani, dal Capo Gruppo Mario Moretto, dalla Responsabile del Gruppo locale di Protezione civile Maurizia Bruni, dai volontari del Gruppo Luca Cervi e Gabriele Ferla, dal rappresentante del Gruppo A.N.Art.I. (Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia) Alto Lodigiano Diego Soldan, per la Caritas Parrocchiale Rosanna Micheli e in rappresentanza delle Associazioni Patrizia Cassinari e Mario Cattaneo.
Dopo la consegna dell’assegno il sindaco Mauro Falcucci e il Vice Sindaco Ovidio Valentini hanno rappresentato i sentimenti di profonda gratitudine per la concreta solidarietà e vicinanza alla Comunità di Castelsantangelo sul Nera consegnando una pergamena e un crest in ricordo dell’incontro. L’intera delegazione ha poi visitato il territorio e la commozione nel vedere la devastazione che ha lasciato il terremoto, ha suscitato in tutti emozioni tali da manifestare ulteriore vicinanza al dramma con la promessa di ritornare quanto prima per consolidare il rapporto di amicizia.
Mauro Falcucci (Sindaco di Castelsantangelo sul Nera)
Oltre quindici scosse di magnitudo superiore a 2 in pochissime ore. L'ultima alle 23,20, con epicentro a Pieve Torina, ed una magnitudo di 3,1. La più forte di giornata, invece, alle 21,21, che ha toccato i 3,2 gradi, mentre la prima la notte scorsa, alle 2,46 (2,9 ml). Tutte con epicentro tra Pieve Torina e Muccia. È il bilancio di una giornata in cui il terremoto non ha offerto tregua a una popolazione ormai allo stremo delle forze, alle prese con un nuovo sciame sismico cominciato il 10 aprile scorso. Gli esperti rassicurano che si tratta di aftershock, ma la paura torna a farsi sentire. Anche perchè diversi edifici, giá compromessi dopo le scosse dell'ottobre del 2016, hanno fatto assistere a significativi peggioramenti del livello di danno.
L'ultimo saluto a Massimo Dell'Orso, morto ieri ad Alba Adriatica a seguito di un gesto estremo e disperato (qui il nostro articolo) si celebrerà domani, 3 maggio, alle ore 15, al cimitero di Castelsantangelo sul Nera. Ne ha datto notizia la moglie, attraverso un post pubblicato sulla sua bacheca Facebook. Parole intrise di dolore per una perdita inaspettata quanto feroce, una perdita dovuta allo sconforto che il sisma ha portato con sé. Un terremoto che dopo due anni, a differenza di quello che viene detto, continua a fare vittime.
Massimo Dell'Orso, sfollato, stava cercando di delocalizzare la propria attività, gestita a Castelsantangelo insieme alla moglie. Attivo fin da subito dopo il sisma, Massimo aveva anche scritto un libro isnieme a Maria Cristina Garofalo per raccontare il sisma. "La notte della polvere", questo il titolo, è un originale racconto sul terremoto tra natura, storia e leggenda dei Monti Sibillini che narra il passato e il presente del nostro territorio e la tenacia e resistenza dei suoi abitanti per continuare a viverci. E proprio la co-autrice del libro ricorda Massimo con un post che racconta il dolore per la perdita. "Troppo il dolore che il tuo grande cuore doveva sopportare - scrive - Non siamo riusciti a lenirtelo, l'affetto dei tuoi amici e l'amore della tua famiglia, non ce l'hanno fatta da soli contro il mare di ingiustizie che hai dovuto fronteggiare. La tua generosità e il tuo candore sono stati schiacciati dall'incuria e dall'abbandono di chi avrebbe potuto e non fatto, da chi ha solo promesso e non mantenuto, barricato dietro montagne di burocrazia e passerelle politiche. Grazie per tutto ciò che ci hai insegnato, continueremo a seguire le tue orme insieme a quelle di Lupo Merlino. Anche lui, oggi, è molto solo".
Ingiustizie che hanno avuto il sapore di vere e proprie angherie per Massimo e la sua famiglia: sfollati, senza più fonti di reddito e alle prese con una burocrazia che uccide più di quanto non abbia fatto il terremoto.
E si susseguono i tanti messaggi di chi ha conosciuto Massimo e di chi lo ha visto darsi da fare e preoccuparsi per la sua terra devastata."La scomparsa di Massimo Dell'Orso ha lasciato sconvolti tutti noi - Così scrive l'azienda agricola "La sopravissana dei sibillini" - Il terremoto del 26 e del 30 ottobre 2016 non aveva causato nessuna vittima per crolli. Da quei maledetti giorni ad oggi, però, sono 9 le persone che di fronte all impossibilità di tornare nei loro paesi, di far ripartire le loro attività produttive, si sono tolte la vita. Omicidi veri e propri. Omicidi dichiarati suicidi. Perché la parola forse stona meno. Non stride. Per anni avevamo osservato e letto i lavori di Massimo, per anni avevamo avuto modo di 'seguire da lontano' ciò che faceva e l'amore che metteva nelle sue ricerche. Oggi Massimo non c è più. Ha deciso di lanciarsi da quel maledetto balcone di Hotel dove viveva da sfollato da un anno e mezzo. Non gli è stato possibile riprendere a vivere, da persona normale e non come ospite. Ospite perché la sua casa, il suo lavoro non c'era più. Vogliamo ricordare Massimo con le parole di ammirazione che ci aveva rivolto, quando lo abbiamo conosciuto perché commensali allo stesso tavolo, proprio a Castelsantangelo sul Nera, nell' unico punto ristoro rimasto agibile dopo il sisma, in una calda sera d'estate. Ci chiese: 'avete danni da lupo sul gregge?'. No, gli abbiamo risposto, al lupo pensano i cani. E noi si dorme. Ammirato e soddisfatto, ci promise di venirci a trovare. Non ha avuto il tempo. Riposa Massimo, riposa in pace tra i giusti. E che qualcuno, più di qualcuno, rifletta su questa perdita".
Una perdita ancor più dolorosa forse perché avvenuta lontano da quelle montagne che Massimo tanto amava, come ricordano in un altro post le Brigate di Solidarietà Attiva - Terremoto Centro Italia"Ciao Massimo - si legge - oggi per chi di noi ti aveva conosciuto è stata una giornata molto triste. Massimo Dell'Orso, 56 anni, si è tolto la vita gettandosi dall'abitazione sulla costa nella quale viveva da sfollato, lontano dalle sue montagne e dal Parco che tanto amava. Quanto abbia inciso il dramma del terremoto e l'assenza di prospettive, non sta a noi dirlo. Certo è che il tempo dilatato che ti logora, il muro di gomma di una burocrazia impassibile, l'inettitudine della gestione post sisma sono una coltre che pesa nell'animo di ogni terremotato. Noi vogliamo ricordarti così, insieme a noi mentre ancora ridi. Insieme a noi rimarrai".
Anche il senatore (Fi) Andrea Cangini si esprime sulla morte di Massimo Dell'Orso: "Massimo Dell'Orso, 56 anni, si è buttato dalla finestra del residence di Alba Adriatica dove viveva da sfollato. Il terremoto che ha spezzato le Marche gli ha distrutto casa e attività economiche, lentezze e burocrazia hanno fatto il resto. Attendeva il via libera alla delocalizzazione delle proprie attività, un'attesa ingiustificata e insostenibile. Invece di perseguitare con l'accusa di abusivismo chi ha dovuto sopperire alla lentenza pubblica, Governo e Regione Marche mettano mano alle regole, si sveglino dal torpore e affrontino con decisione l'emergenza di migliaia di famiglie senza casa, di centinaia di piccoli Comuni a rischio spopolamento e della conseguente desertificazione economica del cuore un tempo florido d'Italia".
Anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle sono intervenuti sulla vicenda. "La tragedia di Alba Adriatica - il commento in una nota congiunta dei deputati e dei senatori marchigiani del M5S - ci ha lasciati profondamente scossi lasciandoci grande sgomento e sconforto. Questa è una sconfitta per tutti che deve farci riflettere: tutti ne portiamo il peso. Di fronte al gesto estremo compiuto dal signor Massimo possiamo solo rivolgere le nostre sentite condoglianze alla moglie, ai suoi cari e alla comunità di Castelsantangelo sul Nera”.
Si lancia dal terzo piano nel cuore della notte. È quanto è successo ad Alba Adriatica dove un 56enne di Castelsantangelo sul Nera è morto questa notte. L'uomo, sfollato a causa del terremoto, si trovava in un appartamento di Alba Adriatica insieme alla moglie. Nella notte si è alzato, è andato in bagno e si è gettato nel vuoto. Inutili i soccorsi del 118.
"È l'ennesimo dramma nel dramma - dice Mauro Falcucci, sindaco di Castalsantangelo - e questo fatto che non era minimamente nell'aria ci lascia tutti sconvolti. Il terremoto sta creando danni su danni non solo a livello materiale ma anche nella psiche della gente. La vittima gestiva un’attivita insieme alla moglie a Castelsantangelo ed era in attesa della delocalizzazione ma i tempi si stavano allungando".
"Profondo cordoglio da parte dell'amministrazione comunale - continua il primo cittadino - nessuno di noi si aspettava una notizia di questo tipo anche perché questa persona si stava dando molto da fare per poter delocalizzare la sua attività. Il vero problema è che il sisma ha lacerato l'emotività delle persone e più tempo continuano a far passare e più la situazione diventa difficile per tutti noi".
L'incarico a Commissario Straordinario per la Ricostruzione è, dopo la maternità, l'esperienza più forte della mia vita.
Lo ha dichiarato l'onorevole Paola De Micheli, in una intervista a IoDonna del Corriere della Sera. Tanti gli spunti offerti alla penna del giornalista Fabrizio Roncone, con la commissaria che individua tre motivi principali per giustificare una ricostruzione che non é partita o che, comunque, stenta a procedere a ritmi accettabili. "Primo, i terremotati non conoscono ancora bene i loro diritti. Molti non hanno capito che lo Stato è pronto a coprire tutte le spese e certo non aiuta tanta burocrazia, legnosa e ottusa.
Secondo, la terra, purtroppo, continua a tremare. E questo scatena in tanti un tragico quesito: ha senso restare e ricostruire una casa e una vita qui? Il terzo motivo sono gli abusi edilizi persistenti, per i quali ho pronta una sanatoria 'chirurgica' che dovrebbe aiutarci a superare certi piccoli abusi e sbloccare la cosiddetta ricostruzione leggera". (Qui l'intervista integrale)
Venti persone sono state denunciate dai Carabinieri della Compagnia di Camerino per falso ideologico e indebita percezione di erogazioni statali. Tutti avevano dichiarato, producento documentazioni false, di essere stabilmente domiciliati a Pieve Torina, percependo così il contributo di autonoma sistemazione (CAS) a seguito del sisma dell'ottobre 2016. Stando ai risultati dell'indagine, i venti denunciati (tra cui uno straniero) hanno sottratto complessivamente alle case dello Stato una somma di poco superiore ai 100mila Euro.
L'intera inchiesta é partita nei mesi scorsi, anche a seguito di alcune segnalazioni, e le 20 denunce emesse, stando a quanto é dato sapere, potrebbero essere solo le prime di una lunga serie, visto che l'intero lavoro di indagine non riguarderebbe il solo comune di Pieve Torina.
I piccoli comuni italiani insieme. Per non tremare di fronte alla paura del terremoto. Per fare un gesto concreto per aiutare chi è in difficoltà. Per testimoniare che, proprio insieme, ricostruire è possibile. E’ questo il senso dell’iniziativa che unirà Macerata, Castelsantangelo sul Nera, Romentino (Novara) e Rivarolo Mantovano (Mantova)
“E vissero… sconfitti e vincenti”, ecco il titolo di un libro fatto di storie, aneddoti, racconti e fantasie che unisce tutte queste realtà d’Italia. Un libro che ha coinvolto tante penne e voci del giornalismo sportivo italiano. Per la prima volta insieme. Tutti in nome della solidarietà e dell’etica sportiva.
Un libro i cui proventi sono destinati alla ricostruzione della comunità di Castelsantangelo sul Nera, piccolo centro del Maceratese tra i più colpiti dallo sciame sismico che dal 2016 fino ad ancor oggi sta martoriando il Centro Italia.
Grazie alla collaborazione tra le diverse amministrazioni comunali e la Pindaro eventi, il volume vedrà nei prossimi giorni una doppia presentazione:
Giovedi 19 aprile alle ore 21 presso il Centro Culturale Pio Rocchetta – via Donati 26 a Romentino
Venerdi 20 aprile alle 21 presso la biblioteca Sanguanini di Rivarolo Mantovano
Ventidue gli autori e i giornalisti di fama nazionale che hanno aderito al progetto. Diciannove invece i racconti, di cui molti inediti. Il terreno fertile su cui è nato il libro è un’idea che arriva da «Overtime Festival» (il festival di letteratura e sport che si tiene ogni anno a Macerata, organizzato proprio da Pindaro Eventi), e ha visto coinvolti oltre venti giornalisti. Tutti uniti, nel segno della solidarietà e dell’etica sportiva. La prefazione è di Bebe Vio. Ed è una rivelazione. Scrive Bebe: «Non è stato un oro, ma per me ha un valore maggiore: il bronzo che ho vinto con le mie compagne di Nazionale, Loredana Trigilia e Andrea Mogos. Perché quello lo abbiamo raggiunto insieme». E’ in quest’ultima parola - «insieme» - che va cercato il senso di «E vissero…sconfitti e vincenti». E anche contenti. Per aver fatto qualcosa di utile.
I sindaci di Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Bolognola, Valfornace, Monte Cavallo, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Fiastra, Muccia e il commissario prefettizio di Ussita "contro" il collega di Tolentino.
"Nessuno ha mai parlato di Serie A, Serie B o Serie C. Da oggi, però, possiamo parlare di “inqualificabile”. Perché inqualificabile è quanto afferma il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, quando - forse “infantilmente risentito” per non aver preso parte a un paio di riunioni – sostiene che l’intento di quei sindaci che chiedono una suddivisione del cratere in base agli effettivi livelli di danno sia creare “terremotati di Serie A” e “terremotati di Serie B”. Il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, dovrebbe fare un giro a Bolognola, Castelsantangelo sul Nera (colpito già il 24/08/2016 e epicentro della devastante scossa di magnitudo 6.5), Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle, Ussita, Valfornace, Visso o a Camerino prima di lasciarsi andare a dichiarazioni o a commenti che dimostrano una totale e colpevole distanza dalla consapevolezza di quanto accaduto. Prima di fare certe affermazioni inqualificabili e irriguardose, venga a fare un viaggio nella “vera” montagna colpita. Nessuno ha mai detto che Tolentino debba essere escluso da nulla, e nessuno ha mai parlato di esclusioni. Quella che da mesi portiamo avanti è, invece, una sacrosanta battaglia affinché si prenda atto che equiparare la situazione di 138 comuni con danni diversi, problematiche diverse e contingenze diverse, è pura cecità politica".
"In Serie B - proseguono - il collega Pezzanesi ci si mette da solo quando fa certe affermazioni. Abbiamo chiesto, e continueremo a farlo con ogni mezzo e in ogni dove, che si riconoscano i livelli oggettivi di danno e le necessità delle comunità. Se Tolentino rientrerà o meno in una ipotetica “prima fascia” non lo stabiliremo certo noi. Infine, sia chiaro che la riunione a cui Pezzanesi dice di non essere stato invitato non ha seguito i canoni istituzionali. Quel giorno, alle 5,10 del mattino, c’è stata una scossa di magnitudo 4,6 con epicentro a Muccia. Molti sindaci, che quella scossa l’hanno sentita e che da quella scossa sono stati tirati giù dal letto, hanno raggiunto Pieve Torina dove, nel frattempo, stavano arrivando i vertici regionali e della Protezione Civile, oltre alla commissaria De Micheli. Inviti formali non ne sono stati fatti. Gli inviti, quella mattina, li ha fatti il terremoto….chi l’ha sentito…c’era!".
"E' vergognoso che ci siano sindaci, soprattutto dell'entroterra, che continuano a chiedere che ci sia una suddivisione tra terremotati di Serie A e terremotati di Serie B" - Lo ha dichiarato in una recente intervista a Canale14 (qui il video integrale) il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi. Dichiarazioni, le sue, destinate a far discutere, soprattutto tra quei colleghi sindaci che con le scosse ci fanno i conti tutti i giorni e che con le conseguenze delle scosse ci si devono confrontare ormai da quasi due anni.
"Abbiamo centinaia di sfollati anche noi e non va bene che per il solo fatto di non avere edifici rasi al suolo si pensi che possiamo aspettare o che altri debbano avere la precedenza": questa l'estrema sintesi dell'intervista a Pezzanesi, che sembra un chiaro attacco a quei sindaci, Pasqui e Falcucci in primis, che ormai da tempo chiedono la suddivisione del cratere in base agli effettivi livelli di danno riportati nei vari comuni. Il primo cittadino di Tolentino fa poi riferimento alla riunione che si é tenuta poche ore dopo la scossa dello scorso 10 aprile, a cui hanno partecipato i vertici della Regione Marche, la commissaria Paola De Micheli e il capo della Protezione Civile Nazionale, Angelo Borrelli: "Nessuno ci ha invitati. Non é tollerabile che si facciano riunioni in cui non siamo invitati".
Il sisma ha distrutto vite, case, luoghi di lavoro. E per molti, tutto quello che resta del “prima”, purtroppo, è il mutuo. Si può sospendere, non si può sospendere, conviene o meno sospenderlo, ci sono o non ci sono le condizioni per sospenderlo? Insomma: la fumosità, in una logica tutta italiana, la fa da padrona. E per tanti, troppi, l’ipoteca su un cumulo di macerie pesa come una spada di Damocle nel futuro di chi si trova, già di suo, costretto a riscrivere la sua vita.
E, come spesso accade, gli istituti di credito si trovano nella posizione privilegiata di distinguere cliente da cliente, interpretando secondo convenienza, anche a seconda degli istituti di riferimento, una norma che sembra scritta in funzione di tutti, tranne che dei terremotati.
E così, molti clienti, si sono trovati a fare i conti con le situazioni più assurde. Di seguito, si riportano alcune delle più eclatanti “interpretazioni” di Istituti Bancari del Territorio.
- Sospensione concessa solo se il proprietario di “Prima Casa” è anche il mutuatario; quindi, chi non rientra in questa “condizione” continua a pagare il mutuo pur avendo l’abitazione inagibile e in zona rossa;
- diversi titolari di mutui sono stati segnalati al CRIF come cattivi pagatori a causa della tardiva regolamentazione della sospensione da parte delle Banche;
- alcune Banche hanno intimorito i propri clienti comunicandogli che – se avessero sospeso il mutuo – molto difficilmente avrebbero potuto richiedere altri finanziamenti / mutui in futuro;
- per i mutui sospesi delle attività produttive, la Banca già ha comunicato che dal 2019 il mutuo riprenderà con il pagamento di una doppia rata mensile;
- una Banca di Amatrice - ad ogni sospensione - ha fatto firmare un nuovo piano di ammortamento calcolando, nello stesso, gli interessi per il periodo di sospensione.
A raccogliere le testimonianze di quei clienti che si trovano a fare i conti con queste situazioni è stato il Comitato Mutui Sulle Macerie, nato proprio per fare fronte comune e combattere la “disinformazione”.
“La Legge che prevede la Sospensione dei mutui sino al 31 Dicembre 2020 – scrivono in una nota diffusa nei giorni scorsi - sembra essere stata oggetto delle più ‘attente’ e ‘singolari’ interpretazioni da parte degli Istituti Bancari. Premesso che, all’Art. 21 dell’allegato alla Legge n. 172/2017 così si legge: ‘[…] Con riguardo alle attività economiche nonché per i soggetti privati per i mutui relativi alla prima casa di abitazione, inagibile o distrutta, localizzate in una 'zona rossa' [...] il termine di sospensione dei pagamenti […] è fissato al 31 dicembre 2020’.
Pertanto, la Legge sembrerebbe prevedere la sospensione fino al 2020 delle rate dei mutui qualora ci siano i seguenti requisiti: immobili “prima casa” e attività produttive, inagibili o distrutte, inserite nelle zone rosse dei Comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016. Ne consegue che, nulla da interpretare per le Banche, anzi, i mutuatari non dovevano far altro che presentare l’attestazione che l’immobile era sito in Zona Rossa. Nel caso di specie, molte persone, invece, si sono trovate a iniziare una vera e propria battaglia (persa) contro le Banche, pur avendo tutti i requisiti per rientrare nella sospensione delle rate dei mutui”.
Quanto alle “interpretazioni” degli Istituti di credito, il Comitato Mutui Sulle Macerie aggiunge: “I casi riportati sono tutti stati vissuti e raccontati da persone che non hanno alcun motivo di inventarsi ‘storie’, anzi, purtroppo, non hanno alcuna voce in capitolo. Ti trovi una ‘Banca’ che vuole toglierti anche quello che non hai più! E noi abbiamo diritto ad una soluzione, una possibilità per andare avanti, per continuare a lavorare… non per le Banche ma per la nostra vita! Una vita che ha il consenso di essere ‘devastata’ dalla Natura, ma non da uomini a cui non interessa cercare una soluzione per chi ha perso tutto. SE LA CARA IPOTECA ORA È UN CUMULO DI MACERIE ALLE BANCHE, ALLO STATO, NON INTERESSA”.
“In genere i discriminanti sono la distanza spazio-temporale da un evento precedente (in genere più forte) o più spesso da un raggruppamento di eventi (una sequenza in corso) – a parlare è Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Non ci sono regole fisse e valide sempre sulla distanza in tempo e in chilometri per decidere se un determinato evento è o non è un aftershock di un altro. È chiaro che se siamo nel pieno di una sequenza e avviene un terremoto all’interno del volume già attivo, si tratterà indubbiamente di un aftershock. Se, al contrario, siamo a qualche decina o centinaia di chilometri lontani dalla zona attiva, molto probabilmente i due eventi non saranno collegati; più aumenta la distanza dalla zona attiva e più diventa difficile trovare un collegamento tra i due. Se per di più l’evento avviene a distanza di anni da un altro, le probabilità di un legame tra i due sono ancora più scarse. Secondo numerosi studi effettuati a partire dagli anni ’90 del Novecento, un forte terremoto altera le condizioni di stress di alcune delle faglie intorno, anche a notevole distanza (decine di chilometri) dal volume attivato, allargando così la regione in cui le probabilità di avere dei terremoti aumentano (in altre zone le probabilità invece diminuiscono). Anche in questi casi ì si parla di ‘aftershocks’, ma la materia è dibattuta”.
Nel caso di Muccia, dunque, non sembrano esserci dubbi e a giudicare dalle parole di Amato si rientra perfettamente nella casistica degli aftershock. Ma la domanda, dettata più dalla paura che da basi scientifiche, a questo punto, è se un aftershock potrà mai avere una magnitudo superiore a quella dell’evento principale, con Amato che spiega che ciò può avvenire solo in casi molto rari.
“A quel punto l’evento X diventerà il main shock (l’evento principale) della sequenza, ma resterà pur sempre un aftershock di qualche evento precedente. E’ importante, inoltre, conoscere la distribuzione della sismicità e le sue eventuali ‘migrazioni’ nel tempo e nello spazio. Questo ci permette di fare ipotesi in caso si assista a un’attivazione di una ‘nuova’ faglia (cosa che al momento non si sta verificando per il settore a nord di Muccia). Al tempo stesso, però, questo purtroppo non ci permette di escludere che un’altra faglia si attivi comunque, vuoi perché si sarebbe mossa comunque, o perché riceve una ‘spinta’ da una vicina. Ricordiamo che prima del 24 agosto non c’era stato alcun aumento di sismicità (anche di bassa magnitudo) nella zona della faglia di Amatrice.
Il fatto che una faglia si sia attivata con uno o più forti terremoti non significa che abbia ‘scaricato’ tutto il suo potenziale; perciò se anche l’aftershock in questione avvenisse su una faglia che ha avuto eventi forti in un recente passato, non si può escludere che la stessa faglia possa averne altri, anche forti. Pensiamo ad esempio al terremoto del 30 ottobre 2016, avvenuto nell’area dove già c’erano stati eventi importanti a sud (il 24/8) e a nord (il 26/10).
Poi, l’aftershock potrebbe essere localizzato sì all’estremità di una faglia già attiva, ma accanto a questa ci potrebbero essere altre faglie in grado di attivarsi, quindi si potrebbe assistere a una sorta di ‘migrazione’ dell’attività da una faglia a una adiacente, proprio per il processo di trasferimento di stress, o per una migrazione di fluidi da una faglia all’altra, o altro.
Per di più, secondo alcuni modelli statistici, ogni terremoto aumenta le probabilità di averne altri nei paraggi; la maggior parte di questi sarà di magnitudo minore del precedente, ma anche la probabilità di eventi più forti aumenterà. Sempre secondo questi modelli, che riescono a spiegare abbastanza bene l’andamento statistico degli aftershock di minore magnitudo dopo un forte terremoto, le probabilità di avere un evento forte (per es. M>5.5) dopo un terremoto di magnitudo 4 o 4.5 aumentano ma rimangono comunque molto basse, tipicamente dell’ordine dell’1% in una settimana”.
Sono evidenti gli errori e i ritardi nella gestione dell’emergenza, nella programmazione e nella ricostruzione, da parte della Giunta regionale, a fronte di un terremoto che ha colpito le Marche ormai quasi due anni or sono. Questo il contenuto della denuncia formulata dal consigliere regionale della Lega nord, Sandro Zaffiri, all’indomani della nuova ondata sismica.
“A due anni dagli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia e le Marche, solo un numero irrisorio di interventi è stato attuato – afferma Zaffiri – mentre decine di migliaia di edifici restano ancora inagibili o gravemente danneggiati”.
“Nonostante tale evidenza – continua l’esponente leghista – la Giunta regionale che gestisce la ricostruzione continua imperterrita nella propria miope, inefficiente e incondivisa opera”.
“Purtroppo si tratta di un’opera irresponsabile, perché caratterizzata dalla continua creazione di paletti di ordine burocratico, non destinata a risolvere i veri problemi”.
Secondo Zaffiri, quello della Giunta è un atteggiamento “diabolico”, perché si colloca sullo stesso binario della gestione del terremoto del 1997, quando al Governo della Regione vi erano gli stessi partiti del centrosinistra.
Il consigliere leghista invita la Giunta regionale a fare ammissione di colpa, prendendo atto della miriade di errori e sottovalutazioni commesse finora, affinché si possa presto e finalmente imboccare la strada di una vera ricostruzione.