Il Sindaco di Macerata ha convocato per domani lunedì 9 marzo, alle ore 12, nell’Auditorium della Biblioteca Mozzi Borgetti un incontro con i capigruppo del Consiglio comunale, del presidente dell’assise cittadina Luciano Pantanetti e i componenti della Giunta per fare il punto sull’emergenza Coronavirus.
L'incontro tra il primo cittadino, le Autorità di Protezione Civile e i rappresentanti dell'intero Consiglio Comunale servirà a discutere le nuove norme, in materia di prevenzione, entrate un vigore con il decreto firmato questa notte dal premier Conte oltre che per condividere prospettive, raccogliere eventuali suggerimenti e sopratutto trovare un metodo di confronto per le prossime settimane.
Questa notte il premier Giuseppe Conte ha posto la firma sul nuovo decreto in cui la provincia di Pesaro-Urbino è stata messa tra le zone arancioni presenti sul territorio nazionale.
Un testo composto da tredici pagine e cinque articoli, ecco cosa prevede:
Restrizione in zone rosse – L’articolo 1 riguarda il «contenimento del contagio nella Regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia». Ecco le misure adottate:
a) evitare ogni spostamento delle persone in entrata e uscita dai territori individuati e negli stessi territori, anche se la mobilità è consentita «per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità per motivi di salute», anche se «è consentito il rientro presso il domicilio, abitazione o residenza»;
b) in caso di infezioni respiratorie e e febbre (superiore a 37.5°) è «fortemente raccomandato» di restare a casa e limitare i contatti;
c) divieto assoluto di mobilità per le persone in quarantena;
d) sono sospesi eventi e competizioni sportive, con l’eccezione per atleti professionisti e di categoria assoluta, purché le attività si svolgano a porte chiuse e sotto controllo di personale medico delle società sportive;
e) si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di permettere ai dipendenti di fruire delle ferie e dei congedi ordinari;
f) sono chiusi gli impianti da sci;
g) sono sospese tutte le manifestazioni in luogo pubblico o privato, dalla cultura allo sport, dalle attività religiose alle fiere. Restano chiusi cinema, teatri, pub, sale scommesse, discoteche;
h) restano chiuse tutte le scuole e le università, che possono però continuare l’attività formativa a distanza. Non si fermano invece i corsi per specializzandi in medicina e le attività di tirocinio per le professione sanitarie;
i) i luoghi di culto possono essere aperti solo se permettono di mantenere la distanza di un metro fra i presenti.Sono sospese le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali;
l) sono chiusi i musei e gli istituti culturali;
m) sono sospesi i concorsi pubblici e di abilitazione, con l’eccezione di quelli legati alle professioni mediche e alla protezione civile;
n) le attività di ristorazione e bar sono consentite dalle 6 alle 18 sempre nel rispetto della regola della distanza di almeno un metro fra le persone;
o) sono consentite le attività commerciali, ma con accessi contingentati per evitare assembramenti;se non può essere rispettata la distanza interpersonale di almeno un metro, i negozi devono restare chiusi;
p) sono sospesi i congedi ordinari per il personale medico e sanitario e per quello delle unità di crisi;
q) lo svolgimento di riunioni per le strutture socio sanitarie deve avvenire dove possibile in remoto o garantendo comunque il metro di distanza interpersonale;
r) nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché i negozi presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali deve essere in ogni caso garantita la distanza interpersonale di un metro. La chiusura non è prevista per farmacie, parafarmacie e negozi di alimentari, ferma restando la prescrizione del metro di distanza;
s) resteranno chiuse palestre, centri sportivi, piscine , centri benessere e centri termali (con l’eccezione dell’erogazione dei servizi essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali e centri ricreativi;
t) sono sospesi gli esami di idoneità presso la motorizzazione civile, ma è prevista la proroga dei termini.
Nel resto d'Italia – L’articolo 2 fissa le misure che riguardano il resto del paese. Nel dettaglio
a) stop a congressi, riunioni, meeting e eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità; è sospesa ogni altra attività convegnistica o congressuale;
b) sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali svolti in ogni luogo, pubblico o privato;
c) sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche o locali assimilati, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
d) restano chiusi musei e istituti di cultura;
e) lo svolgimento delle attività di ristorazione e bar può avvenire solo con obbligo a carico dell’esercente di far rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro;
f) è raccomandata in tutte le altre attività commerciali l’adozione di misure per contingentare gli accessi, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro;
g) sono sospesi eventi e competizioni sportivi; resta comunque consentito lo svolgimento degli stessi, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, solo in impianti utilizzati a porte chiuse, cioè senza la presenza di pubblico, ma sotto il controllo di personale medico delle società per controllare il rispetto delle norme per la riduzione del rischio di contagio; in ogni caso deve essere garantito il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro;
h) sono sospese tutti i servizi educativi e le attività didattiche e formative nelle scuole e negli istituti di ogni ordine e grado, ferma restando la possibilità di svolgere attività a distanza; sono esclusi dalla sospensione i corsi di specializzazione in medicina e di formazione specifica in medicina generale, oltre alle attività di tirocinio per le professioni sanitarie;
i) sono sospesi i viaggi di istruzione, le iniziative di scambio culturale e gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche;
l) alla riapertura delle scuole, la riammissione degli studenti assenti per malattie per più di 5 giorni potrà avvenire solo con certificato medico;
m)i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività, modalità di didattica a distanza anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;
n) la modalità a distanza può essere adottata anche nelle università e nelle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica;
0) le università e le istituzioni assicurano, se necessario, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari e di ogni altra prova; le assenze degli studenti causate dalla sospensione non sono computate ai fini dell’eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni;
p) è vietato agli accompagnatori dei pazienti permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione dei pronto soccorso, salve specifiche indicazioni del personale sanitario;
q) l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, Rsa, hospice, strutture riabilitative e residenziali per anziani autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione;
r)il lavoro agile può essere applicato dai datori di lavoro per tutta la durata dell’emergenza anche in assenza degli accordi individuali previsti per legge;
s) qualora sia possibile, si raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o ferie;
t) è disposta la proroga dei termini in favore dei candidati che non abbiano potuto sostenere le prove d’esame per la sospensione;
u) sono previste misure di prevenzione per i nuovi ingressi negli istituti di pena, i casi sintomatici vengono posti in isolamento e si raccomanda di valutare la possibilità di misure alternative al carcere. I colloqui visivi avvengono in modalità telefonica o video e solo in casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale ma a distanza di almeno due metri;
v) ’apertura dei luoghi di culto è consentita solo con l’adozioni di misure organizzative per evitare assembramenti e nel rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro; sono sospese le cerimonie civile e religiose, compresi i funerali;
z) divieto assoluto di mobilità dall’abitazione o dimora per le persone in quarantena.
Informazioni e procedure– L’articolo 3 stabilisce le «misure di informazione e prevenzione sul territorio nazionale».Il primo comma impone l’applicazione delle seguenti misure:
a) Il personale sanitario si attiene alle appropriate misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità e applica le indicazioni per la sanificazioni e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della Salute;
b) è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie di evitare di uscire di casa fuori dai casi di stretta necessità
c) si raccomanda di limitare, ove possibili, gli spostamenti ai casi strettamente necessari;
d) ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (37.5°) è fortemente raccomandato di non uscire, limitando i contatti sociali;
e) nelle scuole e negli uffici pubblici sono affisse le tabelle con le informazioni igienico sanitarie per la prevenzione;
f)i sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni per la prevenzione;
g) è raccomandato ai comuni e agli altri enti territoriali e alle associazioni culturali e sportive di offrire attività ricreative individuali alternative a quelle collettive, promuovendo e favorendo le attività all’aperto senza creare assembramenti;
h) negli uffici pubblici, negli uffici aperti al pubblico e nelle aree di accesso alle strutture sanitarie sono messe a disposizione di utenti e visitatori soluzioni disinfettanti per le mani;
i) nello svolgimento di procedure concorsuali e pubbliche sono adottate misure per ridurre i contatti ravvicinati garantendo la distanza interpersonale di un metro ai partecipanti;
l) le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi;
m) chiunque nei 14 giorni antecedenti la data di pubblicazione del decreto abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zona a rischio epidemiologico, è tenuto a comunicarlo alla Asl di appartenenza. Dal secondo al 4° comma sono indicate le prescrizioni e le procedure a cui devono attenersi gli operatori di sanità pubblica che entrano in contatto con le persone che richiedano l’intervento delle Asl o delle strutture mediche o che siano sottoposte a sorveglianza. Il comma 5 stabilisce che le persone in sorveglianza in caso di comparsa dei sintomi avvertano il medico di base e l’operatore di sanità pubblica preposto al coordinamento; indossino la mascherina chirurgica; rimangano nella propria stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione naturale in attesa del trasferimento in ospedale, ove necessario.
L’articolo 4 fissa le regole per il «monitoraggio delle misure», affidato al prefetto che si può avvalere della collaborazione delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e delle forze armate. L’articolo 5 contiene invece le disposizioni finali.
La Sod Virologia dell'Ospedale di Torrette di Ancona ha comunicato questa mattina gli ultimi risultati dei test sui tamponi positivi al Coronavirus nelle Marche: sono 274 in totale i campioni positivi (74 in più rispetto alla giornata di ieri), su 1028 complessivamente testati dall'inizio dell'emergenza Covid-19.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dal legale Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riguardante le controversie in materia di diritti reali e nello specifico quelle poste in essere dai coniugi in comunione legale. Ecco la risposta dell’avvocato Pantana alla domanda posta da una lettrice di Civitanova Marche che chiede: “Quali sono i diritti del coniuge non proprietario del suolo in cui è stata costruita l’abitazione in presenza di comunione legale?”
Il caso di specie ci offre la possibilità di fare chiarezza riguardo ad una fattispecie molto dibattuta nelle aule dei Tribunali in occasione delle separazioni dei coniugi o cessazioni degli effetti civili del matrimonio.
Nello specifico, ai sensi dell’art. 934 c.c. il proprietario del suolo acquista, a titolo originario, qualunque piantagione, costruzione od opera insistente sopra o sotto il medesimo suolo. Si tratta, ad onor del vero, di una forma di espansione automatica del diritto di proprietà. Questo automatismo nell’acquisto avviene, è bene ribadirlo, a titolo originario e non derivativo, e può essere escluso soltanto se il titolo o la legge prevedono diversamente. Suddetto principio è valevole ancorché la costruzione sia stata realizzata in costanza di matrimonio e nella vigenza del regime patrimoniale della comunione legale. L’acquisto della proprietà per accessione, infatti, avviene a titolo originario senza la necessità di apposita manifestazione di volontà. Ciò significa che il principio in forza del quale il proprietario del suolo acquista ipso iure al momento dell'incorporazione la proprietà della costruzione su di esso edificata non è derogato dalla disciplina della comunione legale tra coniugi.
Mentre, l’art. 177 c.c. sancisce che costituiscono oggetto della comunione legali gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali; i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione; i proventi dell'attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della comunione, non siano stati consumati e le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. Nel dettaglio, la disposizione de qua prevede al n.1, la contitolarità al 50% dei beni provenienti dagli acquisti compiuti dai coniugi anche separatamente, in costanza di matrimonio quali acquisti aventi carattere derivativo. Occorre ora comprendere come si coniugano il principio di accessione ex art. 934 c.c. e il regime della comunione legale ex art. 177, comma 1, c.c.. E’ principio acquisito e costante nella giurisprudenza che, «quando per effetto del principio enunciato dall'art. 934 c.c. il coniuge proprietario esclusivo del suolo acquisti la proprietà dell'immobile realizzato su di esso in regime di comunione legale, la tutela del coniuge non proprietario del suolo opera non sul piano del diritto reale, nel senso che in mancanza di un titolo o di una norma non può vantare alcun diritto di comproprietà, anche superficiaria, sulla costruzione, ma sul piano obbligatorio, nel senso che a costui compete un diritto di credito relativo alla metà del valore dei materiali e della manodopera impiegati nella costruzione» (ex multis Cass. n. 28258/19).
Pertanto, in risposta alla nostra lettrice risulta corretto affermare che: “La tutela del coniuge non proprietario del suolo opera non sul piano reale bensì su quello meramente obbligatorio, rimanendo a carico della ricorrente l’onere di fornire la prova della provenienza del denaro o dei beni utilizzati per la costruzione del fabbricato sul suolo di proprietà esclusiva dell’altro coniuge. E’ quindi onere del coniuge non proprietario del suolo dimostrare che le somme di denaro e i materiali utilizzati per la realizzazione del fabbricato siano di sua provenienza o provengano dalla comunione legale, non potendosi in alcun modo presumere tale provenienza (Cass. Civ., Sez. I, sentenza n. 4794/20).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Nel pomeriggio di ieri gli agenti della polizia locale di Macerata hanno fatto visita ai bar e agli esercizi pubblici per fornire informazioni e aiutare i commerciati a fronteggiare l'emergenza Coronavirus.
Un'opera di sensibilizzazione importante verso una categoria che proprio, in questi giorni, deve attenersi alle disposizioni del Governo in merito al contenimento dell'emergenza Covid-19 e esporre all'interno dei locali cartelli con l'invito ai clienti di rispettare determinati comportamenti come, ad esempio, quello di mantenere la distanza di un metro.
Oltre a questo, c'è anche chi si è munito di dispenser con igienizzanti gel per le mani posti solitamente all'entrata o in prossimità dei banconi dei bar.
Rispettare le regole ministeriali e utilizzare il buon senso, sono questi i concetti esposti dai vigili che continuano comunque il loro servizio informativo sul territorio, il tutto coordinato dal commissario Fabrizio Calamita, per un'iniziativa che sta trovando un grande consenso tra i commerciati maceratesi.
Anche la provincia di Pesaro Urbino è stata inserita decreto legge dove sono elencate le 11 province italiane in cui saranno adottate le misure più severe per contrastare l'emergenza Coronavirus.
Il testo dovrebbe essere approvato in serata e, oltre a quella marchigiana, rientrano tra le zone rosse le province di Rimini,Modena,Parma,Piacenza,Reggio Emilia,Venezia,Padova,Treviso,Asti e Alessandria.
I centri commericali rimarranno chiusi solo nei fine settimana e la chiusura delle scuole in queste zone sarà prolungata fino al 3 Aprile.
"Abbiamo ricevuto poco più di un’ora fa la bozza di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e in alcune province italiane tra cui Pesaro e Urbino - dichiara il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli - Nello specifico si prevede l’obbligo di evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita, dal territorio e all’interno del territorio, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza. Riteniamo corretto intensificare le misure di contenimento vista la forte diffusione del contagio. Abbiamo tuttavia avuto poco tempo a disposizione per elaborare un giudizio su un provvedimento di tale portata.
Come prima istanza chiediamo particolare attenzione soprattutto su tre punti: è necessario aggiungere una previsione che consenta l’attività delle imprese di qualunque natura e qualsiasi in forma costituite, aventi sede legale e/o operativa nel territorio della Provincia; occorre consentire alle persone almeno il rientro presso il proprio domicilio/abitazione o residenza situato nel territorio della Provincia; è necessario consentire spostamenti per motivi di salute".
++ AGGIORNAMENTO ORE 10:00 ++
TUTTE LE DISPOSIZIONI DEL NUOVO DECRETO: LEGGI QUI
++ AGGIORNAMENTO ORE 15:00 ++
"Non siamo in fascia rossa, come ieri sera inizialmente si credeva. Con il prefetto l'abbiamo definita zona arancione". Così il sindaco di Pesaro Matteo Ricci all'Ansa, dopo una riunione del Comitato per l'Ordine e la sicurezza in Prefettura e una giunta straordinaria a seguito delle misure, più restrittive, decise dal Governo per la Regione Lombardia e 14 province italiane, tra cui quella di Pesaro Urbino, per contenere il contagio da coronavirus. "Le aziende sono aperte: si potrà andare a lavorare. Ci si potrà muovere per motivi di lavoro e di salute: vale sia all'interno della provincia che fuori - ha spiegato -. Potranno arrivare e partire le merci. Il decreto salvaguarda il lavoro. Tutte le attività lavorative, ovviamente, devono rispettare le note indicazioni.
"Come mantenere un metro di distanza e lavarsi le mani di frequente". Inoltre "restano aperti anche i servizi pubblici: Comune, poste, banche, evitando situazioni di sovraffollamento".
Attraverso una lettera inidirizzata a tutti gli organi di stampa ha parlato il dott. Marco Sigona, il medico che è risultato positivo al Coronavirus e che nella giornata di ieri ha reso necessario l'evacuazione del reparto di dermatologia dell'ospedale di Macerata a scopo precauzionale.
Ecco le sue parole:
Sono il dott. Marco Sigona il dermatologo ospedaliero risultato positivo al Coronavirus. Non so se sono il paziente 0 a Macerata ma sicuramente, in questo particolare momento, sono un paziente come tanti altri che si trovano nella mia stessa situazione in Italia.
Mi rivolgo a voi, Organi di Stampa, accingendomi a scrivere queste due righe con il preciso intento di evidenziare quanto sia importante non nascondere un proprio momento di difficoltà fisica e psicologica ma renderlo pubblico e condividerlo con tutte le persone care , sia appartenenti alla comunità scientifica che con i tanti amici che ogni giorno mi inviano gesti d’affetto.
Questa situazione del Coronavirus,a cui molti di noi,me compreso, pensavano di essere immuni è invece un qualcosa su cui dobbiamo porre tanta attenzione.
Avrei banalizzato anche io i miei sintomi confondendoli con il classico raffreddamento stagionale, anche perché anamnesticamente non avevo fattori di rischio cosi eclatanti per il contagio. Poi, però, non lo nascondo , il fatto di essere medico mi ha spinto a voler a tutti i costi approfondire il perché di quella febbre a 37,2, 37,5 che si abbassava al mattino e si rialzava la sera e non trovava mai uno stop.
Il 5 marzo, dopo 7 giorni che ero già in malattia presso il mio domicilio, sono riuscito ad effettuare il tampone nasale e la diagnosi e stata immediata. Ora finalmente potevo dare un nome alla mia incertezza diagnostica.
Fatta la diagnosi sono scattate le misure precauzionali d’isolamento per me e per la mia famiglia ed è partito subito un rapporto di collaborazione ottimale con la Direzione della mia AV3. In particolare ho trovato nel personale del Dipartimento di Prevenzione un modo fraterno e confortante di affrontare la particolarità della situazione , colleghi che con una serenità unica mi hanno coinvolto nel ricostruire passo dopo passo i miei movimenti. Ho messo a loro disposizione la mia vita professionale pubblica e privata cercando di non omettere fatti importanti, ma credetemi, non è facile ricostruire tutta l’attività di una persona professionalmente impegnata su tanti fronti.
Questi operatori fanno un grande lavoro, in un momento così difficile, sono angeli a cui ci si attacca nell’estrema fragilità.A loro il mio più grande ringraziamento.
La mia famiglia sta bene ed anche io, gestisco la malattia al bisogno con farmaci sintomatici, tachipirina ed aereosol e mi avvio in questo cammino verso la guarigione che sarà ancora di un lungo isolamento e anche di noia.
La struttura ospedaliera dove lavoro giustamente è stata messa in quarantena ed al momento non mi risultano altri positivi. Ho chiuso anche la mia attività privata che riaprirò non appena avrò certezza della fine di questa vicenda e della mia completa guarigione scusandomi per il disagio che posso aver arrecato a tutti i miei pazienti .
Attraverso queste due righe voglio rafforzare il messaggio del rispetto che dobbiamo avere delle nome procedurali nei confronti del CoronaVirus, sottolineo l’importanza di una particolare attenzione per gli anziani e soprattutto di non trincerarsi dietro la spirito della paura, perché con la paura siamo perdenti ma con la collaborazione riusciremo a venirne fuori più forti.
Sono stati dimessi da Torrette i primi due pazienti affetti da COVID-19. Lo annuncia il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: “Entrambi hanno superato la fase acuta della malattia e presentano condizioni cliniche e psicologiche perfettamente compatibili la prosecuzione della convalescenza in ambito domiciliare. Sia i pazienti che i familiari sono stati adeguatamente istruiti sui comportamenti di sicurezza da adottare. Da questo momento in poi i pazienti saranno monitorati dai servizi territoriali competenti”.
“In entrambi i casi - spiega il prof. Marcello Tavio, direttore della struttura complessa di malattie infettive Ospedali riuniti di Ancona e presidente della Società scientifica italiana malattie infettive - non c’è stato bisogno di terapia di supporto degli organi vitali, ma di sola di terapia medica e di semplice monitoraggio; a conferma del fatto che i soggetti senza comorbosità presentano un andamento molto più lineare e favorevole rispetto ai soggetti anziani e/o defedati. I pazienti potranno essere dichiarati “guariti” quando la scomparsa della sintomatologia si accompagnerà alla negativizzazione della carica virale nelle secrezioni respiratorie (tampone). Resteremo in stretto contatto con i servizi territoriali per condividere il resto del percorso, per reinserire le persone nella società civile e nel mondo del lavoro nel modo più rapido e sicuro possibile”.
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani, in considerazione delle trattative tra sindacati e MI (Ministero dell’Istruzione) sul tema della mobilità 2020 / 2021 e dell’imminente procedura di presentazione della relativa domanda prevista per l’11 marzo, invita l’Amministrazione a favorire il rientro dei docenti fuorisede della legge 107/2015 (Buona scuola), in quanto, come più volte abbiamo ribadito, lo stato di disagio e di difficoltà economiche connesse a tale condizione permangono da ormai cinque anni.
L’età anagrafica degli esiliati continua ad avanzare e anche il servizio di riferimento (molti docenti vantano ormai dieci, quindici, se non venti, anni di servizio); la possibilità di accedere in termini decorosi alla pensione prevede attese lunghe, di conseguenza molti insegnanti sono scoraggiati, anche per le retribuzioni inadeguate rispetto ai costi sostenuti fuori casa, che aumentano inesorabilmente con il passare degli anni.
Diverse classi di concorso (A046 – discipline giuridiche ed economiche; scuola primaria) nel corso degli anni hanno fatto registrare rientri pari quasi a zero. In una fase così delicata, come quella attuale, in cui tutti i cittadini sono chiamati a responsabilizzarsi per contribuire al contenimento del Coronavirus, il nostro pensiero corre inevitabilmente a tutti quei docenti, che, per ottemperare giustamente alle indicazioni pervenute, sono rimasti nei centri assegnati, rinunciando a unirsi ai propri familiari esclusivamente per dovere civico. Ci auguriamo che il nostro Paese possa superare al più presto possibile le serie difficoltà del momento e che il maggior numero possibile di operatori della scuola possa ricongiungersi ai propri cari.
Antonio Pignataro relativamente alla questione “Autovelox e controlli”: "Sento il dovere morale e professionale di ricordare a tutti gli amministratori che hanno nelle loro mani e nelle loro decisioni la tutela e il benessere delle proprie comunità un principio dettato dalla nostra Carta Costituzionale e precisamente l’art. 54 che precisa “tutti i cittadini, cui sono affidate pubbliche funzioni, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” in quanto dalla loro condotta, dalla loro onestà, dal loro buon senso dipende la sicurezza, la giustizia, la libertà, la sanità, l’economia, la salute, il destino e il benessere dei nostri figli, le sorti del nostro stesso paese".
Continua il Questore: "Desidero trasmettere un messaggio a tutti quelli che svolgono funzioni pubbliche che l’inciso della Disciplina è inserito nell’art.54 e non si riferisce ad una disciplina militare bensì alla competenza, alla preparazione, al buon senso, al senso di giustizia e al valore che di volta in volta si dà ai propri provvedimenti e alle proprie decisioni.
Per Onore si deve intendere l’impegno preso con le rispettive comunità improntato alla fiducia e al senso di legalità che non deve mai venir meno in quanto, e questo vale per ogni comunità, se si dovesse incrinare il rapporto di fiducia che deve sempre sussistere tra Stato e cittadino verrebbero meno anche tutti quei principi che hanno permesso al nostro paese di essere un esempio di civiltà e legalità.
Pertanto ogni volta che la comunità lamenta un comportamento, una condotta da parte dell’Autorità che può dare una visione diversa di legalità, di buon senso occorre che chi viene investito e nella fattispecie il sottoscritto quale Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza deputato a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica faccia, per senso dello Stato e per rispetto della comunità, i dovuti accertamenti al fine di dare una risposta concreta alla comunità e che possa non incrinare, ripeto di nuovo, quel rapporto fiduciario che deve sempre sussistere tra Stato e cittadini.
Come Questore ripeto, quale Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza deputato a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, occorre dare risposte concrete ai cittadini che, con forza, lo richiedono.
Nella fattispecie - spiega Pignataro - in esame la Polizia non ha fatto altro che adempiere ad un preciso dovere con la duplice funzione di dare risposta alle lamentele dei cittadini che duravano da tempo e che avevano incrinato il rapporto fiduciario con le Autorità e dall’altro di difendere anche gli stessi Amministratori dalle eventuali illazioni circa un operato discutibile sul piano del diritto e del buon senso, così come richiesto anche, peraltro, dalla Comunità Montana con forale richiesta pervenuta .
Occorre, inoltre, in tale contesto sottolineare che la polizia locale dovrebbe tutelare in primis le strade comunali e provinciali e, in forma residuale, qualora si ravvisasse alta incidentalità collaborare, previa intesa, con la Polizia stradale nella pianificazione dei servizi per tutelare i cittadini, solo in questo modo possiamo dare il messaggio di uno Stato vicino alle comunità e non trasmettere una visione distorta e di comune opinione di “fare cassa” sulle strade statali extraurbane.
Le polizie locali devono pattugliare ogni angolo delle proprie comunità garantendo sicurezza e prevenzione anche nell’ambito della cosiddetta sicurezza partecipata e della polizia di prossimità che il Questore ha sempre, di fatto, e come si può rilevare dai vari servizi effettuati con le molteplici polizie locali, perseguito con una osmosi che può essere di esempio per una collaborazione ancora più incisiva con tutte le altre al fine di tutelare con buon senso, passione e perseveranza le comunità che oggi, più che mai richiedono sicurezza, giustizia e libertà".
"Il Questore vuole sottolineare, ancora una volta, che in questa provincia la Prefettura con il Prefetto Dott.ssa Iolanda Rolli, la Procura con il Procuratore Capo Giovanni GIORGIO e le Forze di Polizia hanno sempre dato prova di un impegno straordinario ed eccezionale che meritano i cittadini della provincia di Macerata per la loro operosità, laboriosità e condotta improntata ai principi dettati dalla nostra Carta Costituzionale e mirante ad incrementare e rinsaldare il senso di legalità che può solo ed esclusivamente portare al benessere dell’intera comunità.
L’indifferenza è il male peggiore della nostra società - conclude Pignataro - è la negazione dello spirito umano e ciascuno di noi è chiamato a fare delle scelte di campo e a non girarsi mai dall’altra parte ma dare il massimo del proprio impegno quando si è chiamati a svolgere una funzione pubblica per incrementare e rinsaldare la percezione di sicurezza e legalità che può discendere solo da una corretta condotta, conforme alla legge e quindi chiedo a tutti i cittadini il massimo rispetto e l’osservanza delle norme e, nel caso specifico, del Codice della strada affinché ciascuno di noi possa contribuire, con la propria semplice condotta, a difendere e tutelare la sicurezza degli utenti della strada, a prescindere dalla presenza o meno dei rilevatori della velocità".
"In giorni in cui siamo tutti richiamati a un atteggiamento di massima responsabilità, sono quanto mai convinto che il ruolo centrale delle donne marchigiane e il loro contributo forte e generoso siano decisivi per affrontare anche questa criticità. Ognuna all’interno della propria cerchia, che sia quella familiare o il luogo di lavoro - È la riflessione del Presidente della Camera di Commercio, Gino Sabatini, alla vigilia di un 8 marzo molto particolare - Penso a questa ricorrenza come occasione di conoscenza e riconoscenza verso le donne, che abbatta i pregiudizi e il terribile disprezzo di cui, troppo spesso sono vittime”.
Le imprese delle donne nella nostra regione sono 38.825, il tasso di "femminilizzazione" sul totale è del 23,1%, in aumento negli ultimi cinque anni anche rispetto al sistema Italia. A fine anno l'analisi della presenza femminile nel tessuto imprenditoriale marchigiano ha visto confermato il trend italiano dell'incremento di imprese a titolarità di donne nei settori che offrono servizi alle famiglie, nell'istruzione, nell'assistenza sociale, nella sanità, con una specializzazione più forte che altrove nella cura e nell'assistenza all'infanzia (incidono per 40,5% sul totale delle imprese femminili).
"Siamo alle solite: la vocazione alla cura è di matrice femminile. In altre parole, le donne si sobbarcano il peso dei piccoli e degli anziani. Più donne capocantiere, più capitane d'impresa farebbero notizia e piacere. Però: prendersi cura è anche curare e recuperare. Azioni che la contingenza socio sanitaria in cui siamo immersi rende particolarmente apprezzabili e preziose- spiega Sabatini - La complessità, si dice, è questione femminile e sicuramente un sistema complesso è quello rappresentato dall'emergenza Coronavirus: ha implicazioni sulla salute, sull'economia, sulle relazioni sociali, sulle abitudini, sul costume, sui sentimenti".
Per Marta Mattioni, componente di Giunta della Camera di Commercio delle Marche e titolare d'impresa "Come in altri ambiti l'emergenza sanitaria ha evidenziato un problema italiano che preesiste all'epidemia: la necessità di supporti alle donne lavoratrici e imprenditrici che, già in equilibrio in condizioni normali tra gestione aziendale e familiare, ora devono fare i conti con le scuole chiuse. Le imprese, a partire dalla mia, stanno organizzandosi in autonomia anche con soluzioni di asili aziendali anche improvvisati ma servono disposizioni nazionali, ufficiali, omogenee e concertate".
Le donne le prime a risentire dei disagi che la situazione di restrizione e contenimento del contagio comporta: non solo minori a casa ma anche gli anziani in isolamento di cui prendersi cura. Gli asili privati, le ludoteche, i centri per l'infanzia (che stanno pesantemente risentendo, come moltissime altre attività d'impresa, dello stallo in atto) sono nelle Marche un pronto soccorso di accudimento fondamentale per le famiglie del territorio: e sono nel 89% dei casi gestiti da donne.
Conclude Mattioni:"Come Camera Marche stiamo cercando, per questi come per altri comparti (il turismo in primis, la ristorazione ma anche la manifattura), di trovare, insieme alle istituzioni regionali, nazionali e dentro il sistema camerale, linee di intervento e misure a partire dal credito, per fare fronte alla situazione di eccezionale difficoltà".
Aggiunge Sabatini:"Quindi in prima battuta il mio ringraziamento e il mio augurio va alle lavoratrici, le dipendenti di Camera Marche, le imprenditrici marchigiane, il corpo docente, sanitario e paramedico - per lo sforzo che stanno compiendo nel quotidiano, semplificando la vita a famiglie e organizzazioni di appartenenza. Al loro lavoro inesausto e silenzioso, al coraggio (che altro è dalla temerarietà ) si deve il mantenimento di quel po' di normalità che la situazione consente. Ma servono ora misure dai livelli istituzionali e territoriali sovraordinati".
L’assessore Fausto Pezzanesi traccia un bilancio della ricostruzione a carico dell’ufficio Urbanistica di Tolentino. Un compito che definisce “laborioso, spesso sottovalutato”, la cui reale portata “è comprensibile soltanto attraverso lo studio dei numeri ad esso connessi”. “Ad oggi – spiega l’assessore – gli edifici danneggiati, e quindi i progetti attesi, sono circa 2mila. Alla fine del mese scorso, risultano presentate sulla piattaforme informatica Mude circa 700 richieste, di cui 418 per danni lievi (ord. 4), 165 per danni gravi (ord. 19), 109 delocalizzazioni (ord. 9) e otto produttive (ord. 13). Tra queste, circa 262 hanno già ottenuto il decreto di concessione del contributo e quasi la metà hanno concluso l’iter autorizzatorio in Comune”. Il totale complessivo del contributo concesso è di oltre 80 milioni di euro, mentre la percentuale di decreti sul totale delle pratiche è del 37,43 per cento. “Mi preme ricordare – continua Pezzanesi – che le pratiche la istruttoria risulta conclusa all’ufficio Urbanistica, ma che non hanno ancora ricevuto il decreto di concessione da parte dell’Usr regionale, sono 66, di cui 41 per danni lievi e 25 per danni gravi. Di conseguenza, le pratiche concluse dal nostro ufficio sono 328: 262 con decreto dell’Usr, 66 ancora in attesa”.
L’assessore ha quindi sottolineato come circa il 90 per cento degli edifici danneggiati dal sisma presentano difformità rispetto all’autorizzato e “questo rende il compito dei nostri tecnici comunali ancora più difficile”. Ad oggi, l’ufficio Urbanistica di Tolentino è dotato di un organico di 12 dipendenti, al quale va aggiunta una figura professionale part-time con Il sisma a Tolentino orario ridotto. “Negli ultimi tre anni – ricorda Pezzanesi – sono state presentate ben 488 pratiche edilizie in sanatoria. Molte di queste però sono raddoppiate, perché inizialmente presentate con procedimento dello Scia, quindi convertite dal permesso di costruire in sanatoria. A queste vanno ad aggiungersi le 558 pratiche sisma pervenute dal 2017 al 2019”. Il report dell’assessore Pezzanesi si chiude con uno sguardo al futuro della città: “Abbiamo pensato di sviluppare – spiega – un nuovo Piano particolareggiato riservato alle aree storiche, per rendere più appetibile il centro e riqualificare il cuore di Tolentino. Inoltre, stiamo ultimando la variante generale del Piano regolatore generale risalente al 1995, per dotare il nostro Comune di uno strumento operativo adeguato e funzionale per gli anni a venire”. “Mi auguro – conclude Pezzanesi – che i nostri tecnici dipendenti vengano confermati e che ci venga assegnato nuovo personale: solo così potremo velocizzare l’iter delle pratiche. Gli uffici comunali sono a disposizione dei cittadini per superare tutte le incertezze delle norme e della burocrazia e rispondere alle loro richieste di chiarimenti, garantendo sempre la massima professionalità”.
Controlli sui seggiolini antiabbandono: Polizia locale al lavoro.
Da ieri, venerdì 6 marzo, non sono più giustificati i genitori con bambini di età inferiore ai quattro anni privi di sistemi antiabbandono in auto accompagnati da un certificato di conformità rilasciato dal produttore.
La Polizia locale di Macerata, in questo primo periodo, effettuerà controlli specifici per sensibilizzare i genitori sull’utilizzo del dispositivo con l’obiettivo non di sanzionare ma piuttosto di far rispettare una norma, che dopo vari rinvii per dare modo e tempo di adeguarsi, adesso deve essere rispettata.
Dal 20 febbraio 2020 è possibile richiedere un contributo di 30 euro per ciascun dispositivo di allarme acquistato entrando nella piattaforma www.bonuseggiolino.it e inserendo le credenziali Spid (Sistema pubblico di identità digitale). Il rimborso vale anche per i dispositivi acquistati in precedenza, dietro compilazione dell'apposito modulo e allegando lo scontrino o la ricevuta fiscale.
Le sanzioni per chi non è ancora munito di un sistema anti-abbandono sono previste dagli 83 ai 333 euro (che si riducono a 58 e 100 euro se si paga entro cinque giorni) con sottrazione di 5 punti dalla patente. Se si commettono due infrazioni in due anni scatta la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi.
New York chiama, San Severino Marche risponde. Diretta radiofonica e social, nei giorni scorsi, dalle suggestive sale della pinacoteca civica “Tacchi Venturi” sulle onde medie e sulla pagina ufficiale di Radio Icn New York, da quasi 40 anni la radio italiana della Grande Mela.
Parte della redazione del quotidiano America Oggi, Radio Icn Ny trasmette al pubblico di italo-americani residenti nella più popolosa città degli Stati Uniti d’America, con informazioni e produzioni culturali volte alla valorizzazione della lingua e cultura italiana. E proprio nell’ambito di uno di questi approfondimenti, la trasmissione “Cari amici vicini e lontani”, Silvia Tamburiello ha intervistato, collegata con Anthony Pasquale nello studio americano, il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, su come la Città di San Severino Marche ha affrontato il terremoto 2016 e altre recenti tematiche di attualità.
Tra gli ospiti della diretta, inoltre, l’ingegner Marco Grassi, comproprietario di palazzo Manuzzini dove ha sede la pinacoteca comunale e membro del board di LoveItaly, la guida turistica Lorenzo Losito, che ha presentato le bellezze del territorio settempedano, il direttore del laboratorio di lingua e cultura italiana Edulingua, Giorgio Massei, l’imprenditore del travel, referente del tour operator Homelike Villas specializzato in incoming straniero e nell’affitto di ville in Italia, Alessandro Teloni, il vice sindaco e assessore alla Cultura del Comune di San Severino Marche, Vanna Bianconi.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza di inagibilità con la quale, a seguito delle scosse di terremoto dell’ottobre 2016, aveva dichiarato non utilizzabile un edificio in viale Europa composto da due singole abitazioni.
Dopo i lavori di riparazione del danno sismico, per un importo di 105mila euro assegnati a seguito dell’approvazione del decreto da parte dell’Ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione Marche, l’immobile è tornato di nuovo in uso ai proprietari.
Misura volontaria e precauzionale per esser venuto a contatto con una persona risultata positiva al Covid-19.
il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche Renato Claudio Minardi ha deciso di auto-isolarsi nella sua abitazione di Fano dopo aver appreso la notizia di una persona risultata positiva al tampone del coronavirus con cui ha avuto, martedì 3 marzo, un contatto seppur minimo. "Ho segnalato il caso e ho seguito per prevenzione e correttezza verso gli altri, sin da subito, le indicazioni previste dalle misure adottate dal Ministero della Salute e dalla Regione Marche" spiega in una nota. "Sto bene e non presento alcun sintomo - sottolinea - ma è assolutamente necessario seguire regole semplici di prevenzione per contenere la diffusione del contagio, al fine di tutelare la salute di ognuno". "Coloro che sono stati in contatto con me negli ultimi giorni non dovranno sottoporsi ad alcuna misura precauzionale - conclude -. Lo dovrebbero fare volontariamente anche le altre persone che si trovano nella mia stessa situazione".
(Fonte Ansa)
"Coronavirus e terremoto sono il combinato disposto per decretare la fine della montagna se non si prendono immediatamente provvedimenti urgenti”.
È quanto dichiarato all’ANSA il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, commentando l’emergenza sanitaria che sta interessando anche le zone del cratere dell'entroterra marchigiano. “Adesso – aggiunge – noi terremotati siamo affetti da due mali, il virus e il sisma che da oltre tre anni si è sedimentato dentro di noi”.
“I sacrifici di una vita, cancellati in pochi istanti dal terremoto – spiega Falcucci – equivalgono a una lunga malattia”.
Il sindaco ha di nuovo chiesto che anche per i comuni più colpiti vengano concessi al nuovo commissario per la ricostruzione gli “stessi poteri straordinari che ha avuto, giustamente, quello di Genova per la ricostruzione del ponte Morandi”.
"Che noi terremotati non contiamo nulla è ormai risaputo e anche in questo periodo dove il Covid-19 (o Coronavirus o novella Sars) la fa da padrone continuiamo a contare meno di niente". Questo lo sfogo di un'impiegata comunale di Camerino, Donatella Pazzelli, a seguito della situazione di stallo che riguarda la ricostruzione post-sisma, a cui si aggiunge il paradosso della scadenza del 18 marzo per mantenere i requisiti valevoli per l'ottenimento del Contributo per l’Autonoma Sistemazione.
Ecco il contenuto integrale della lettera di protesta firmata da Donatella Pazzelli:
"Innanzitutto la gestione dell’emergenza che i ben pagati ciarlatani di Roma portano come esempio di azione governativa efficace è il ponte Morandi di Genova, che senz’altro è stata una tragedia epocale, però anche il terremoto che nel 2016 ha colpito il centro Italia ha avuto il suo bell’impatto su cose e persone. E’ vero però - lì dove il danno è più imputabile all’uomo che alla natura – che qualcosa si sta muovendo mentre in queste zone, dove la terra ha tremato e forte, a parte i movimenti dei Commissari straordinari che vanno e vengono, si muove ben poco.
Sempre in questo periodo di allerta massima si danno battaglia il Governatore regionale con il Governatore supremo del Paese più bello del mondo: chiudiamo qui, anzi no apriamo là, anzi no chiudiamo tutto qui, là, sopra, sotto e anche di più. Pensate che vengono perfino sospese le partite di calcio. Ecco, il calcio viene sospeso e una scadenza importante per i terremotati no.
In pochi sapranno che entro il 18 marzo 2020 i terremotati che beneficiano dei contentini statali tipo il Contributo per l’Autonoma Sistemazione, l’alloggio nelle Soluzioni Abitative d’Emergenza e negli invenduti e anche coloro che ancora stanno nelle strutture ricettive convenzionate, devono confermare il mantenimento dei requisiti.
Tutto ciò lo prevede l’Ordinanza del Capo del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale n. 614 che è uscita lo scorso 19 novembre 2019, dopo essere stata preannunciata per anni, dopo una miriade di incontri con chi il terremoto lo conosce (e le cui esigenze sono rimaste disattese) e dopo svariate uscite sulla stampa, che hanno creato più allarmismi che altro. Comunque l’OCDPC 614 alla fine è uscita nella sua veste peggiore e come scadenza prevede 120 giorni dalla pubblicazione e quindi ecco il famigerato 18 marzo 2020.
Migliaia di cittadini di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo sono coinvolti da questa legge dello Stato. Nelle incertezze dell’ordinanza in molti, ignari che un virus ci cambiasse la vita in quattro e quattr’otto, hanno atteso la scadenza per presentare l’istanza fatta di domande scontate, a volte inutili, di non facile interpretazione e soprattutto lasciate alla coscienza di ciascuno, ed eccoli che per mantenere l’unica regalia prevista per queste zone, si ritrovano in forma massiccia davanti agli uffici comunali per reclamare il loro diritto.
In barba a tutte le previsioni di contenimento del contagio valide per l’intero Paese, una miriade di persone, soprattutto anziane (le così dette persone a rischio che dovrebbero restare a casa) e quindi poco avvezze alle tecnologie, si accalcano davanti agli uffici, incrementando il contatto tra terremotato e terremotato e tra terremotato e addetti, ma di una proroga della scadenza non se ne parla, appunto perché contiamo meno di una partita di pallone.
Ma per quell’obolo in molti sfidano la sorte e il famigerato Coronavirus perché, semmai si riesca a sopravvivere, ogni mese ci sarà quel versamento che, come ho avuto modo di dire anche nel passato, è il prezzo della nostra rassegnazione".
L’aggiornamento del Gores di questa mattina indica un totale di 200 tamponi positivi al test Coronavirus sul totale dei 795 testati fino a oggi dalla Sod Virologia dell’ospedale di Torrette.
L'aggiornamento del Gores delle ore 13 sui casi di Coronavirus.
Il Commissario alla Ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016, Giovanni Legnini, ha visitato oggi la città di Norcia per verificare lo stato della ricostruzione. Accompagnato dal sindaco, Nicola Alemanno, e dal direttore dell’Ufficio Ricostruzione dell’Umbria, Stefano Nodessi Proietti, il Commissario Legnini ha visitato il centro storico della città, che conta oltre 2.300 abitazioni lesionate, molte in modo grave, e danni ingentissimi al patrimonio culturale e alle infrastrutture, con 70 milioni di opere pubbliche finanziate, anche per il recupero degli edifici di culto, ma non ancora spesi .
Subito dopo Legnini ha incontrato i sindaci dei comuni umbri colpiti dal terremoto, il primo vero incontro con gli amministratori locali del cratere, al quale ne seguiranno altri già la prossima settimana.
“L’ascolto dei sindaci non è solo un dovere, ma rappresenta il modo migliore per conoscere rapidamente la realtà, difficile, delle aree colpite dal sisma. Con voi voglio avere un rapporto diretto, costante e apertissimo.È essenziale per recuperare il tempo perduto ed accelerare la ricostruzione” ha detto Legnini, aggiungendo di voler visitare tutti i comuni del cratere.
Ai sindaci il Commissario ha illustrato i suoi obiettivi immediati: accelerare la ricostruzione privata e semplificare quella pubblica. Sulle prime decisioni prese, con il ritiro di cinque Ordinanze non ancora entrate in vigore, reso necessario a seguito dei rilievi dalla Corte dei Conti, ha dichiarato : “Stiamo rivedendo in profondità quei provvedimenti, molto attesi, che riguardano la semplificazione delle procedure e il rapporto con i professionisti, utilizzando tutti gli spazi normativi a disposizione del Commissario per ampliare l’utilizzo dell’autocertificazione dei progetti, prevista dall’ultima legge sul terremoto, uno strumento la cui potenzialità rischiava di essere vanificata dalla precedente impostazione dell’Ordinanza. Il lavoro di riesame avviato, intende verificare la possibilità di allineare le procedure semplificate per la concessione del contributi per la ricostruzione privata , con quelle previste dalla legislazione urbanistica vigente sulla Scia”, la segnalazione certificata di inizio dell’attività, che consente di avviare i cantieri subito dopo il deposito del progetto ”.