Unità cinofile a Genova: "Sembrava un film, ma era tutto vero" - FOTO e VIDEO
"Sembrava un film... ma era tutto vero, sembrava che i cani avessero capito che la situazione era diversa da quella del terremoto e inusuale".
Cinzio Scatassa, del Comando di Pesaro, responsabile del nucleo Cinofili del vigili del fuoco delle Marche, quando si rivolge all'Ansa ha ancora negli occhi le rischiose operazioni di soccorso compiute a Genova da 40 unità con cani di cui alcune dalle Marche (tre sostituite poi da altre due) alla ricerca di superstiti dopo il crollo del viadotto Morandi. Il pensiero torna ai momenti dopo il sisma ad Arquata del Tronto ma la situazione di Genova (contesto notturno con luci accese, escavatori e martelli pneumatici al lavoro) avrebbe potuto 'paralizzare' i cani, eroi per gioco e per fiducia nei loro addestratori: salvano vite per una ricompensa di cibo o una pallina e seguono leali le indicazioni delle guide che li coccolano. Nulla ha invece fermato i marchigiani Hero, Kira e Desmo nelle loro ricerche concluse senza abbaio che è il segno del ritrovamento di una persona viva sotto le macerie.
Durante la conferenza stampa di stamattina, presso la Direzione regionale vigil fuoco delle Marche, l’ing. Pierpaolo Patrizietti, Comandante VVF di Macerata ha introdotto la comunicazione chiarendo i motivi per cui in zone relativamente lontane dalla nostra regione sono stati coinvolti operatori marchigiani: il motivo, essenzialmente e come sempre, risiede nel fatto che tanto più, in un dato scenario, sono coinvolti reparti specializzati del Corpo nazionale, tanto più detti reparti (come avviene per le altre amministrazioni), proprio in ragione della loro alta specializzazione, sono evidentemente “rarefatti” nel territorio.
Perciò, se di questi “specialisti” se ne necessita una data quantità, che è tanto più grande quanto più è rilevante il fenomeno da gestire, appare chiaro che man mano si deve allargare il raggio geografico del prelievo.
Uno dei tre operatori ha illustrato brevemente il lavoro dei cani.
Di questi preziosi animali, in questo caso più che mai amici dell’uomo, vengono gestite alla massima potenza le loro principali caratteristiche, ossia l’elevato, naturale e ancestrale affiatamento con l’uomo e, naturalmente, il preziosissimo olfatto.
In sintesi, il cane è sostanzialmente addestrato ad abbaiare quando percepisce, nelle insidiose montagne di macerie di ogni tipo, gli “effluvi” rilasciati da un corpo umano ancora in vita.
Quando un animale segnala, appunto con un abbaio, la probabile presenza di una persona viva (perché ne percepisce l’effluvio), un secondo cane, precedentemente assente in quel punto, ne deve dare conferma: se ciò avviene, si è quasi certi della presenza di un vivo in quel settore, e naturalmente le operazioni di smassamento delle macerie vengono effettuate con la massima cautela, onde tentare in tutti i modi di portare in superficie, ed in sicurezza, quella persona. E questo, quasi sempre, usufruendo dei sommozzatori delle macerie, ossia delle specializzatissime squadre USAR VVF (Urban Serach and Rescue).
I cani, nel modo di operare descritto, riescono a perlustrare settori molto ampi dello scenario emergenziale, ed hanno l’insostituibile funzione di selezionare amplissimi settori del campo delle operazioni dove poter/dover operare in un modo piuttosto che in un altro.
Ma soprattutto fanno rapidamente concentrare gli sforzi sui “vivi”, onde salvarli, aspetto che notoriamente rappresenta la ragione stessa dell’esistenza dei Vigili del Fuoco.
Nello specifico, cioè nel tragico scenario del Morandi, purtroppo non ci sono state segnalazioni di questo tipo, e quindi ritrovamenti di persone vive: pur tuttavia, anche se non sono addestrati per il ritrovamento di persone decedute, i cani quando risalgono in superficie hanno degli atteggiamenti, diremmo, subliminali, che il conduttore (cioè l’operatore cinofilo) sa percepire.
Questo fatto, assieme ad altri indizi, fa indirizzare i colleghi verso la ricerca pietosa delle spoglie di una qualche persona deceduta situata in quel dato punto: tali eventi sono invece purtroppo occorsi, in quel di Genova.
Commenti