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Sisma: "Ancora troppi precari negli enti per gestire la ricostruzione"

Sisma: "Ancora troppi precari negli enti per gestire la ricostruzione"

“All’indomani dell’ennesimo sisma che ha colpito la Regione Marche, appare necessario porre l’attenzione sul crescente numero di precari che ancora lavorano all’interno delle istituzioni soprattutto del cratere sismico del 2016”.

“Nonostante la prima tranche di stabilizzazioni dello scorso anno realizzata attraverso le misure prescritte dal D.L. 104 del 2020, infatti, si è assistito ad un costante aumento del personale, tecnico e amministrativo, assunto a tempo determinato dai Comuni del 'cratere' nel corso degli anni per assolvere alle incombenze legate alla ricostruzione che, pur avendo maturato i criteri per la stabilizzazione (previsti in tre anni, come stabilito dalla normativa in materia), risultano a tutt’oggi esclusi”.

È l’appello lanciato da alcuni dipendenti del Maceratese (Alessandro Campetella, Gloria Salvatori, Alessio Piccioni, Alessandro Pagliarini, Emanuele Piccioni, Lorenzo Biancini, Silvia Scoppolini, Agnese Marasca, Ludovica Mochi, Marco Lancellotti, Alessia Gagliardini, Luisa Giovenali e Iris Benoni) per porre l’attenzione sui lavoratori precari del sisma.

“Da una stima approssimativa – spiegano -  si parla di almeno un centinaio di persone che hanno maturato o matureranno nei prossimi due anni i requisiti della stabilizzazione, presenti in tutti gli enti del cratere marchigiano”.

Un provvedimento in tal senso è quanto meno necessario per garantire anzitutto ai Comuni ed ai cittadini una certezza nella capacità di assolvere alle complesse procedure necessarie alla ricostruzione, pubblica e privata, in tempi che non siano biblici”.

“Tenendo conto del fatto – continuano -  che la quasi totalità della ricostruzione pubblica (come ad esempio i Comuni e le Scuole) e la stragrande maggioranza della ricostruzione privata deve ancora iniziare, appare sempre più urgente che le istituzioni provvedano ad assicurare agli enti chiamati a garantire gli interventi di tutti gli strumenti necessari affinché non si assista all’ennesimo stallo, dopo anni di impasse legata all’entrata a regime della normativa emanata nel frattempo”.

“In ballo c’è il rischio concreto che, di fronte all’incertezza per il futuro, ci si orienti verso opportunità di lavoro che diano prospettive più certe, al fine di evitare di giungere ad una situazione in cui, trascorsi anni al servizio della ricostruzione, ci si ritrovi dalla sera alla mattina senza più un lavoro negli enti locali, magari con una età tale da risultare troppo ‘anziani’ per il mondo del lavoro privato”.

“E il paradosso risiede nel fatto che, dopo anni di blocco delle assunzioni, i Comuni anzitutto, ma tutti gli Enti del territorio, risultano pesantemente sotto organico, e il personale aggiunto in occasione del terremoto (ma anche del PNRR) appare come una opportunità per aiutare le comunità locali dell’entroterra ad uscire dai ritardi storici che le caratterizza ed a cogliere tutte le opportunità offerte dalle risorse messe a disposizione”.

“Per queste ragioni, invitiamo le istituzioni ad affrontare in maniera costruttiva questo tema, tenendo conto del fatto che in ballo non ci sono solo le lavoratrici e i lavoratori del comparto, ma interi territori che necessitano, oggi più che mai, di un sostegno concreto per il futuro”.

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