"Serve una camera di sicurezza per gli arrestati": la denuncia del Sindacato di Polizia
"Spesso la notte vi è un'unica volante sul territorio, una a Macerata ed una a Civitanova Marche, ognuna con due operatori. Immaginiamo la pattuglia che rientra alle tre di notte in ufficio con due arrestati. Deve gestire la loro vigilanza e deve attivare tutta la delicata attività di polizia giudiziaria che formalizzerà l’arresto con verbali e relazioni. Immaginiamo che i due soggetti, energumeni di oltre un metro e ottanta, siano violenti e pericolosi". Il SIULP, il sindacato di Polizia più rappresentativo in Italia e in Provincia, denuncia l’assenza di una camera di sicurezza agibile sia presso la Questura di Macerata, sia presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitanova Marche.
La camera di sicurezza è un ambiente protetto per soggetti arrestati, adeguatamente attrezzato con telecamere e interni speciali tali da garantire l’incolumità anche da atti autolesionisti, ma fondamentale a garantire la sicurezza degli Operatori di Polizia.
"Ad oggi le persone in stato di arresto accompagnate devono essere sorvegliate a vista dagli agenti, anche durante la notte, in attesa del processo per direttissima nelle stesse stanze in uso al personale operante". Il SIULP ha richiesto un incontro urgente al Questore Antonio Pignataro per esprimere tutti i dubbi e perplessità a riguardo.
"È inconcepibile altresì che gli utenti dell’ufficio passaporti o di altri uffici aperti al pubblico - prosegue il Segretario Generale del SIULP Macerata Damiano Cioppettini -, si debbano ammassare nel cuore pulsante della Questura, attraversando corridoi crocevia di altri uffici operativi riservati al personale interno. In passato fu proposto un progetto finalizzato alla soluzione del problema, ma ad oggi nulla. Come avvenuto per l’Ufficio Immigrazione, il cui trasferimento nella nuova sede sembra imminente, grazie all’impegno attivo del Prefetto Iolanda Rolli e del Questore Antonio Pignataro, anche queste problematiche devono essere risolte a breve. I tempi che corrono non permettono più rallentamenti o errori. La sicurezza degli operatori e della cittadinanza prima di tutto".
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