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Sciopero generale dei lavoratori: la lunga strada verso Roma dei sindacati, in cerca della giustizia sociale

Sciopero generale dei lavoratori: la lunga strada verso Roma dei sindacati, in cerca della giustizia sociale

Roma, Milano, Bari, Palermo e Cagliari. I lavoratori tornano in piazza contro quella che è stata definita una pandemia salariale e sociale. La protesta che per 8 ore fermerà l’intero Paese nasce dal mancato accordo tra governo e parti sociali dello scorso 2 dicembre.

Temi al centro dello scontro per i sindacati la Legge di Bilancio 2022, il peggioramento generale delle condizioni di lavoro, i mancati provvedimenti in materia di IRPEF e la quantità di risorse stanziate per limitare l’aumento del costo delle bollette energetiche.

«La legge va cambiata in modo da diminuire il più possibile le disuguaglianze sociali nel nostro Paese. Siamo partiti in bus alle ore 4.30, dopo aver radunato tutti gli iscritti della regione, per essere presenti a Roma e dare il nostro sostegno allo sciopero generale» – ha dichiarato il responsabile della Uil Regione Marche, Piero Polidori.

«Noi ci siamo mossi questa mattina alle ore 5.30 da Macerata con tre pullman – ha aggiunto il Segretario Organizzativo Cgil Regione Marche, Daniele Principi - con le delegazioni di tutti i settori che hanno aderito allo sciopero, circa 150 persone».

«Non è accettabile - afferma in un video il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini - che una commessa che non arriva a 20 mila euro all’anno possa avere un vantaggio di 100 euro, rispetto a chi riceve migliori vantaggi perché in possesso di un reddito di tre-quattro volte superiore. Gli 8 miliardi destinati al Fisco con questa Legge di Bilancio devono andare necessariamente ai lavoratori dipendenti e ai pensionati a partire dai redditi più bassi».

In questo senso, la proposta avanzata inizialmente da Mario Draghi prevedeva l’esclusione per un anno dalla riduzione dell’IRPEF per i redditi oltre i 75 mila euro. Proposta che, però ha incontrato l’opposizione di Lega, Fratelli d’Italia e Italia Viva. Nel secondo caso, quello legato al rincaro bollette, il disegno di legge di bilancio prevede lo stanziamento di 2 miliardi di euro per compensare gli effetti della crisi energetica sulle bollette della popolazione: troppo pochi per i sindacati.

A smuovere i sindacati, infine, la volontà di essere “Insieme per la giustizia” per combattere i salari fra i più bassi d’Europa, la pensione spostata a 71 anni (una delle più tardive in UE) e la mancanza di stabilità e quindi di futuro per i giovani.

Da segnalare l’astensione da parte della Cisl, giustificata negli ultimi giorni dalla necessità di lasciare un canale aperto di dialogo con il Governo. «Siamo un sindacato popolare e non populista – hanno dichiarato in una delle ultime interviste i Segretari Luigi Sbarra e Roberto Benaglia - È il momento di essere costruttivi, perché la precarietà non la si abolisce con una legge e con uno sciopero. Quello di Cgil e Uil ci sembra un modo per evidenziare il malessere delle persone, ma il sindacato non ha questo compito, il compito del sindacato è di fare gli accordi e portare le soluzioni».

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