"Sandro come here!", Macerata fa meglio di Vittorio Sgarbi: con la "dolce giunta" in piscina
"Sandro, Sandro come here!". Pare che nei giorni scorsi ci sia stata tra le dolci colline appignanesi una riedizione della scena mito de "La Dolce Vita", il capolavoro di Federico Fellini: l’opima Anita Ekberg che semi-immersa nella fontana di Trevi invita a immergersi provocandolo Marcello Mastroianni.
Oddio, bisogna fare le debite proporzioni tra le forme generose della star svedese e quelle della neoprotagonista che ha fisico nervoso e segaligno e tra lo charme di Mastroianni e le chiome albine dell’ingenuo ammaliato che pur smanioso di buttarsi in acqua e fermato all’ultimo andava ripetendo "copri quelle chiappette", ma pare che la scena fosse d'effetto.
Un’inquadratura carica di suggestioni tanto da lasciare basiti parte degli spettatori paganti, almeno quelli sobri, che, ahiloro, non si sono resi conto che stavano assistendo a una retrospettiva di cinema d’essai offerta dal vivo. E con la prospettiva che quella scena così rivista diventi un film di cassetta.
Roba che il maestro Dante Ferretti non avrebbe neppure potuto immaginare. La protagonista di quest'immersione culturale probabilmente ci ha visto lungo nel negare al tre volte premio Oscar la considerazione di uno spazio espositivo a Macerata con la creazione di un centro mondiale della scenografia: non ce n’è bisogno. Basta lasciar fluire come l'acqua di una piscina l’estro creativo e dare (dolce) vita all’impronta a una rappresentazione iperrealista.
A qualcuno è apparsa surreale, ma è la solita critica pregiudiziale e pettegola. Tutto è custodito in un'Osteria che non a caso è detta dei segreti. Ci sono i filmini ripresi abusivamente da qualche avventore che si proiettano clandestinamente. Diventeranno immagini cult. Succede da sempre: le copie tarocche dei film glamour esistono e inquinano il mercato da quando i fratelli Auguste e Louis Lumiere presentarono "La sortie des uisines".
Da quel che si sa ci sono anche scatti di scena gelosamente custoditi che mai e poi mai saranno diffusi. Un vero peccato: chi ha assistito alla performance sostiene che l’atmosfera fosse pervasa oltreché da un alto tasso alcolico anche da un alto tasso di sensualità.
Pare che a un certo punto un assessore sia finito tra le bras (Tinto?) di un'avvenente funzionaria impegnata in un’imitazione di Esther Williams con lui che più che al nuoto sincronizzato pareva allenato a quello alcolizzato.
Si è realizzato un raro medley tra tre capolavori; si è già detto della "Dolce vita", ma la rassegna è iniziata dalla "Grande abbuffata" di Marco Ferreri e si è conclusa con "Una giornata (davvero) particolare" di Ettore Scola. A unire i tre film sempre Marcello Mastroianni.
Tutto è cominciato con un buffet. Bene imbandito per conciliare l’incontro della giunta comunale con dirigenti e funzionari d’alto grado dei diversi uffici. Lo fanno molte aziende di augurare le buone ferie ai collaboratori con un convivio. Il clima era di festa e di armonia al punto che c’è stata anche la pesca con i gadget elettronici (è un cammeo da "Fantozzi, la cena di Capodanno" diretto da Luciano Salce).
Tra un Verdicchio e un Varnelli, una Vernaccia e un mistrà, un amaro e un whisky magari per agevolare la digestione dell’iniziale ciauscolo la temperatura, già elevata anche all'esterno: mercoledì 26 luglio ad Appignano facevano 27 gradi alle 9 di sera, è salita.
Sia chiaro: anche Vittorio Sgarbi sottosegretario al ministero dei beni culturali e sindaco di Arpino ha riunito la giunta comunale in piscina, perché la gente colta, ma colta davvero alla faccia dei giudizi di Dante Ferretti, fa così.
Dunque la giunta a bordo vasca è iniziativa lodevole e commendevole. Lei si è sfilata i pantaloni ampi e griffati e poi con mossa degna del miglior burlesque ha lasciato scivolare la giacca del tailleur acquamarina, ton sur ton e scusate se è poco, mostrando un body in seta di sensuale eleganza e s'è immersa come omerica sirena.
Forse il disio della vasca di caranciniana memoria - un altro indizio di continuità con la precedente amministrazione - non ancora realizzata ha indotto l'assessora a fare ciò che ai maceratesi è tutt’ora negato: un tuffo dove l'acqua è più blu.
Pare che lui con la camicia già sbottonata fosse intenzionato a seguirla, ma come Odisseo si è fatto trattenere da una dirigente e lo hanno sentito sussurrare – dal canto XII dell’Odissea, uno dei classici che notoriamente manda a memoria per esser a di lei pari - "non ci sorprenda ignari il nostro fato, sfuggire in pria delle Sirene il verde prato, e la voce dilettosa ingiunge. Vuole, ch’io l’oda io sol: ma voi diritto me della nave all’albero legate con fune sì, ch’io dar non possa un crollo; e dove di slegarmi io vi pregassi pur con le ciglia, o comandassi, voi le ritorte doppiatemi, ed i lacci".
Mentre lei ripeteva giocando in acqua "Sandro come here” egli replicava; "copri ste’ chiappette". Altri si sono 'ag-giunta' in acqua. Per decoro c’è chi si è tuffato in slip candidi - una volta bagnate le mutande hanno mostrato la dotazione - scortato da alti gradi della municipale impegnati a fare all’assessore la prova del palloncino tanto che lo hanno riaccompagnato a casa dopo l'esibizione di nuoto sincronizzato.
Erano in tre: l’assessore, il pizzardone graduato e la Esther Williams de noantri con tanto di gambe avviluppate e forme in bella vista. Altri in imbarazzo, non certo alimentare, hanno precipitosamente lasciato l’adunata mentre colei che sovrintende alle finanze municipali cercava accappatoi per celare le uscite e asciugare le perdite. È stato per dirla con Shakespeare – le citazioni colte sono indispensabili dati i protagonisti – il "Sogno di una notte di mezza estate".
Del resto Macerata dice d’esser l'Atene delle Marche. Non ci sono state le nozze tra Teso e Ippolita regina delle amazzoni, ma con quello scandito "Sandro come here" è stata un’ottima edizione de la "Dolce giunta".
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