Ricostruzione post sisma. L'Ordine degli Architetti: "ecco perché ci sono ritardi nella presentazione dei progetti"
L’Ordine degli Architetti di Macerata è intervenuto per spiegare le difficoltà che impediscono e ritardano la presentazione dei progetti necessari per procedere con la ricostruzione.
"Continua ad essere al centro dei tavoli di lavoro e di discussione la questione ricostruzione - scrive l'Ordine - non ultimo quello aperto a Treia con il convegno “Ri-costrure la contemporaneità” del 6 maggio scorso. Nel corso della giornata di lavoro, infatti, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti è tornato ad evidenziare la carenza di progetti depositati per la ricostruzione".
"In primis infatti è stato evidenziato - sottolinea - quanto sia complicato ad oggi poter auspicare una ricostruzione veloce prima di tutto perché i sopralluoghi FAST hanno rilevato come tale ricostruzione sia applicabile ad un numero estremamente ridotto di casi, anche all’interno delle numerosissime classificazioni B. In secondo luogo poi è stato posto l’accento su quanto la ricostruzione veloce in realtà, esempio ne è il caso de L’Aquila, non è stata in grado di salvare quegli edifici colpiti dal sisma del 1997 i cui interventi di risanamento non hanno fatto altro che inficiare l’equilibrio delle strutture colpite poi senza tregua dal terremoto aquilano".
"Viene da sé allora che l'enorme contributo economico impegnato dal Paese venga utilizzato ed ottimizzato con intelligenza e proiettato verso la ricostruzione, prima ancora che degli edifici, di un tessuto sociale ed economico attrattivo, come già sottolineato in più di una occasione dagli architetti" continua.
A parlare anche il presidente dell'Ordine Enzo Fusari: "Parlare di ricostruzione oggi, più di ieri, significa quindi studiare il territorio in modo tale da restituire un patrimonio edilizio che possa affrontare con successo gli eventi futuri che caratterizzano inevitabilmente una zona sismica. Non è un caso infatti – spiega Fusari -che solo ora sta per partire lo studio della microzonazione sismica, si sta parlando di predisporre linee guida per le zone maggiormente distrutte, ci si sta interrogando su come rapportarsi con le aree problematiche come i dissesti idrogeologici e con la diffusione degli abusi edilizi, gli uffici tecnici comunali stanno ancora ragionando in merito agli aggregati, ci si sta inventando come sopperire all'assenza di documentazione a seguito della distruzione degli archivi comunali". "Gli ingredienti principali sono già presenti un territorio paesaggisticamente ineguagliabile, una diffusione immane di pregevole patrimonio architettonico e culturale, un popolo volenteroso ed infaticabile; una "ricetta" epocale come questa, legata al terremoto, non può certo essere cucinata al microonde" conclude il presidente Fusari.
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