Quod est dignitas? È questa la domanda ricorrente che negli ultimissimi giorni sta arrovellando tutti i cittadini di Tolentino. Che cos’è, appunto la dignità?
Di questo sostantivo femminile si sta facendo uso ed abuso in consiglio comunale e nei numerosi comunicati stampa che vengono quotidianamente vergati dai principali esponenti politici della città. Il dizionario Devoto Oli, così la rappresenta: “il rispetto che l’uomo, conscio del proprio valore sul piano morale, deve sottolineare nei propri confronti ed imporre agli altri, mediante un comportamento ed un contegno adeguati.” È una brutta storia quella dei nuovi parcheggi di Tolentino.
C’è la convocazione straordinaria del consiglio comunale per autorizzare la concessione, dalla durata di 25 anni. Sono previsti aumenti (da 500 a 1500) dei posti a pagamento. Sono previste coperture d’orario più restrittive in alcuni spazi, mentre in altri addirittura la sosta sarà a titolo oneroso 24 ore su 24. Poi c’è la massima urgenza di deliberare. I maligni dicono che la corsa contro il tempo sia suggerita solo per non incappare nel nuovo codice degli appalti, predisposto dall’autorità anti corruzione, che presto entrerà in vigore. Le opposizioni hanno quantificato un guadagno per il gestore di 800mila euro l’anno. Venti milioni alla fine del contratto venticinquennale, a fronte di una spesa di appena due milioni di euro per qualche lavoretto. Infine ci sono fratture insanabili pure tra parenti stretti all’interno della maggioranza consiliare. E qui entra in ballo la dignità.
Il primo ad evocarla è stato il presidente del consiglio comunale Mauro Sclavi, cugino del sindaco Pezzanesi. Sclavi, non solo ha votato contro la proposta della sua giunta, ma nella sua dichiarazione di voto ha affermato che “una volta che uno si è giocata la dignità, lo ha fatto per sempre. Io non voglio giocarmi la mia dignità votando questo atto”. Pietre, più che parole. Pietre che sono franate in testa al sindaco e alla sua giunta. La risposta del sindaco non si è fatta attendere. In un comunicato stampa, Pezzanesi chiede a suo cugino di dimettersi. “Se si fa riferimento alla dignità forse per coerenza, per rispetto alla stessa, Sclavi farebbe meglio a dimettersi visto che, da quanto ci sembra di capire, non si riconosce più nelle scelte che questa Amministrazione con coraggio e lungimiranza sta concretizzando”.
Pezzanesi, insomma, ne fa solo una questione di disciplina di gruppo. Ma liquidarla così è troppo semplice e non convince nessuno. Poco più di pannicello caldo che per un’ora al massimo, occupa i titoli di qualche giornale, ma che non scioglie i troppi nodi della questione: perché Mauro Sclavi, presidente del consiglio comunale di Tolentino, nonché stretto parente del sindaco Pezzanesi fa questa dura, ma al tempo stesso coraggiosa affermazione dall’alto del suo scranno? Perché Sclavi antepone la sua dignità alle logiche politiche di maggioranza e al suo ruolo di amministratore pubblico? Perché, poi le proposte nel consiglio comunale di Tolentino vengono sempre inserite all’ultimo momento come nel caso della fusione con Camporotondo? Perché, tornando ai parcheggi, non si aspetta che entri in vigore il nuovo codice degli appalti con le nuove normative, fortemente volute da Cantone? E perché ad un anno dalle elezioni, la maggioranza si va ad impelagare su di un progetto che prevede il triplicare dei parcheggi a pagamento, facendo infuriare tutta la cittadinanza, mettendo verosimilmente a rischio la sua stessa rielezione?
Ecco, ci piacerebbe che il sindaco Pezzanesi rispondesse semplicemente a queste domande e facesse per sempre chiarezza sulla necessità di queste procedure urgenti ed indifferibili.
Ne va della dignità di tutti…
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