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Porto Recanati capitale del caporalato? Otto milioni dal Pnrr per baraccopoli "fantasma". L'inchiesta di Report

Porto Recanati capitale del caporalato? Otto milioni dal Pnrr per baraccopoli "fantasma". L'inchiesta di Report

Con 8 milioni dal PNRR Porto Recanati sarebbe la capitale del caporalato, ma gli abitanti non ne sanno nulla. Nella Marche, il Comune rivierasco ha ricevuto quasi più soldi di tutta la Calabria per gli alloggi destinati ai migranti, grazie a un’autodichiarazione che la erge, all’insaputa dei suoi cittadini, la capitale del caporalato del centro nord.

Questo è il focus di un’inchiesta del programma Report (in onda questa sera su Rai 3), che ha messo sotto la lente i finanziamenti del progetto di edilizia connessa al contrasto del caporalato. Lo stesso cospicuo finanziamento, infatti, era stato oggetto di diverse interrogazioni in sede di Consiglio dalla minoranza del centrodestra.  

Il Comune rivierasco ha aderito nel 2022 a un bando nazionale per una progetto di edilizia connesso al contrasto del fenomeno caporalato, con il supporto di Anci. Nella domanda per la richiesta di fondi, Porto Recanati ha dichiarato la presenza di 500 cittadini stranieri connessi al lavoro agricolo, lo stesso numero censito in quattro città della Calabria. Per tali ragioni, il Comune ha ricevuto il finanziamento più alto di tutto il centro nord, pari quasi a 8 milioni di euro.

Tale questione ha sollevato stupore da parte dalla minoranza che ne ha chiesto spiegazioni alla giunta durante l’assise comunale: “A Porto Recanati non ci sono mai state baraccopoli o insediamenti  abusivi” – spiega  l’ex sindaca Rosalba Ubaldi - .

“Sul fenomeno del caporalato, credo sia una questione che non riguardi la città, continua. Basti pensare che manca la materia prima. Porto Recanati è un territorio con una superficie 18 km² e non vi sono estese campagne. Perciò non riesco a capire da dove provenga la richiesta".

Il sindaco Andrea Michelini, dal canto suo, ha riferito a Report che il numero di 500 migranti “riguarda una stima complessiva dei lavoratori agricoli stranieri che transitano a Porto Recanati nell’arco di un anno e che il finanziamento, in realtà, coinvolgerebbe tutti i comuni della vallata del Potenza”. 

Per quanto concerne, inoltre, il costo di acquisto o di ristrutturazione di questi nuovi alloggi destinati ai braccianti agricoli, la risposta del primo cittadino – spiega ancora Ubaldi – è stata quella di “basarsi sui costi di mercato delle agenzie immobiliari". Una risposta – secondo l’esponente del centrodestra  - “molto approssimativa”.

“A mio parere –dichiara Ubaldi – il Comune ha aderito a tale bando sperando di utilizzare i soldi diversamente da quelle che erano la finalità, ad esempio sfruttando i fondi per poter apportare migliorie riguardo la questione Hotel House o migranti in generale”.  “Questo, però, spiega ancora l’ex sindaca, è soltanto un mio pensiero, visto che la maggioranza non ce lo ha confermato. Il problema principale rimane però che il bando era dedicato a una questione ben specifica e il fenomeno del caporalato, come detto, a Porto Recanati non è presente”.

Come andrà finire non è dato sapersi, resta il fatto che il finanziamento a oggi non è ancora pervenuto al Comune, come ha spiegato la stessa Ubaldi, visto che nel bilancio consultivo, votato pochi fa in Consiglio, non compaiono i fantomatici fondi da 8 milioni del Pnrr. “Da come ha risposto il sindaco – conclude Ubaldi – è probabile che stiano rimodulando con gli altri Comuni della vallata, e l’Anci, il bando per chiedere un finanziamento per diverse finalità".

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