Palestre, riaperture il 25 maggio: "Impensabili 2 clienti all'ora, servono agevolazioni dallo Stato"
L'emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha quanto mai messo sotto scacco le palestre e i centri sportivi che giorno dopo giorno, soprattutto perché per oltre due mesi di inattività hanno navigato nell'incertezza che veleggiava sulla data d'apertura. Ora sembra esserci, a detta del ministro Spadafora, il 25 maggio.
“Si riparte, ma le misure sembrano essere davvero drastiche andandone ad elencare solo alcune: attrezzi sanificati subito dopo l’uso di ogni singolo cliente, spogliatoi chiusi così come le aree comuni, nelle palestre più piccole si potrebbe andare solo su appuntamento e nelle altre in base a scaglioni ferrei o a gruppi e si potrà essere seguiti solo a distanza di due metri dall’istruttore (in guanti e mascherina), spiegano Ludovico Solpi, amministratore della palestra BluEnergy di San Severino e il Presidente Regionale ASC Marche in Confcommercio Imprese per L'Italia, Giampietro Cappella.
“Le palestre riaprono con una netta riduzione della clientela ma quei titolari che devono fare i conti con le spese vive poste in essere nei confronti dello Stato, ma ancor più quelle relative ai propri clienti?, domandano .
Un ambito che riguarda soprattutto le palestre, le quali a inizio anno, hanno investito molto sulla loro immagine proponendo all'eventuale clientela, bonus d'abbonamenti su base mensile, trimestrale e annuale. Senza parlare dei relativi sconti destinati ai clienti di vecchia data. Ma concentrarsi sulla clientela generica è quanto mai doveroso in quanto gli abbonamenti possono essere pagati per intero o in tranche. Qui nasce il problema, senza aggiungere le nuove restrizioni. È impensabile che una piccola palestra possa ricevere solo per appuntamento. Un paio di clienti all’ora, quando prima ne entravano cinquanta. E i costi di gestione? Come comportarsi con coloro che in questi mesi di inattività hanno sottoscritto un abbonamento e a causa del forzato lockdown, non hanno potuto usufruire dei servizi per i quali hanno già pagato?
Ludovico Solpi e Giampietro Cappella hanno unito le forze e attraverso una petizione hanno avanzato un'importante ipotesi di rilancio delle palestre e grazie proprio a quest'ultima, tale proposta potrebbero arrivare direttamente al Governo il quale "dovrà farsi carico delle spese che i centri fitness dovranno sostenere, sia per la posticipazione delle scadenze degli abbonamenti (per mancato incasso), sia quelle relative agli eventuali rimborsi che verranno richiesti dagli utenti".
Il nocciolo della questione è semplice. I fruitori dei servizi chiedono agevolazioni ai rispettivi centri, i gestori liquidità. Due rette parallele che senza un sostanziale aiuto economico da parte dello Stato, non finiranno mai per incontrarsi.
Link alla petizione: http://chng.it/r8K8VJYJ
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