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Nuovo dpcm, i commercianti di Macerata 'portano pazienza': "Viviamo alla giornata"

Nuovo dpcm, i commercianti di Macerata 'portano pazienza': "Viviamo alla giornata"

Alla luce del nuovo Dpcm emanato ieri sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, abbiamo fatto qualche domanda ai commercianti del centro di Macerata per conoscere la loro opinione. Alla domanda su cosa ne pensassero del nuovo decreto emanato e del lasciare più potere ai sindaci, un commerciante ha espresso così il suo parere. 

"Ha fatto bene - ci dice -, è un Dpcm abbastanza equilibrato e ha dato più potere ai sindaci, avranno più responsabilità ma giustamente non può essere dappertutto uguale".

"Per quanto riguarda Macerata eravamo ripartiti abbastanza bene, in maniera quasi normale - sottolinea ancora l'esercente -, anche se da una settimana a questa parte si è ribloccato tutto di nuovo, però grazie agli studenti, all'Università ed alle lezioni, che per fortuna ci sono, per lo meno qui in centro c'è vita e movimento. Per fortuna non hanno chiuso le scuole, certamente non è una situazione normale però ci accontentiamo e viviamo alla giornata. La situazione è questa ed i primi responsabili siamo noi. Comunque è una roulette russa".

"La situazione del centro storico sappiamo com'è - ha dichiarato un'altra commerciante -. Confido nella nuova amministrazione e nel nuovo sindaco. Per quanto riguarda il nuovo decreto sono contenta che non sia stato chiuso tutto come il precedente e che non abbiano chiuso le scuole perchè sono una parte importante della nostra vita ed andare ad affrontare un altro anno da remoto sarebbe un disastro. Per il resto confido nel buonsenso delle persone, che evitino assembramenti e che rispettino le distanze perchè adesso stiamo pagando le conseguenze di un'estate abbastanza scellerata", prosegue l'esercente. 

Anche a lei abbiamo posto la domanda su cosa ne pensasse del "più potere in mano ai sindaci" ed ha precisato come il sindaco, essendo responsabile della situazione locale, si può rendere meglio conto di quello che avviene in città e "di quelle che possono essere le criticità di certe zone rispetto ad altre. Penso che però potrebbe essere anche una baraonda perchè magari si sà che a Macerata certe zone possono essere chiuse - prosegue la commerciante -, mentre in altri posti c'è un po' più di libertà quindi ci si sposterebbe dall'altra parte. Può risultare un'arma a doppio taglio. Mi auguro che ci sia tanto buon senso da parte di tutti noi. Noi abbiamo lavorato anche durante il lockdown, l'abbiamo sentita ancora di più perchè bisognava stare qui in giorni in cui non passava nessuno ed è pesante. Penso che tutto si risolverà nel momento in cui ci sarà un vaccino e potremmo stare più tranquilli tutti quanti". 

Per quanto riguarda l'ambito dei locali che hanno basato la loro attività sull'asporto, per mancanza di tavoli sia interni che esterni, non c'è stato un grande cambiamento rispetto al precedente Dpcm.

"Ci rendiamo conto però che per altre realtà del territorio è molto penalizzante, le prospettive non sono delle più rosee ma sono d'accordo sul fatto di lasciare al sindaco il ruolo di valutare l'andamento della situazione e decidere di conseguenza come procedere, anche perchè non si possono paragonare realtà diverse come una grande metropoli ad un piccolo centro. Per il resto il virus sappiamo che c'è e quindi qualcosa si deve fare, speriamo che le mosse siano quelle giuste".

Come operatori del settore ristorazione, i commercianti hanno precisato che: "dà fastidio che sembra si punti sempre il dito sulla ristorazione, come se il grande problema fosse solo quello quando poi magari ci sono altre realtà dove la gente non rispetta le regole. Andare a colpire attività che stanno in piedi per miracolo sembra quasi un accanimento anche se sappiamo che i tempi sono così". Opinione comune di tutti è che se vengono date delle regole devono essere rispettate, "se ci sono degli obblighi, anche se si pensa che il virus sia una montatura, li dobbiamo rispettare tutti, come il distanziamento e l'uso della mascherina. Bisogna avere pazienza e rispetto perchè non tutti hanno la possibilità di lavorare da casa", ha sottolineato una passante. 

"Il clima di tensione che va avanti da qualche settimana porta ovviamente meno clienti - dichiara Lorenzo Patrassi del negozio Bulli e Pupe di Corso Cavour -, sia per la paura di contrarre il virus in luoghi pubblici, come per il fatto che ci sono meno occasioni di svago e quindi le persone sono meno propense ad acquistare capi per la serata fuori, al contrario dell'abbigliamento sportivo che la clientela sfrutta maggiormente stando più tempo in casa - prosegue il giovane titolare -. Sono d'accordo sul fatto che siano i vari sindaci a decidere come procedere, non ero d'accordo con il lockdown totale ma con questa disposizione lo sono perchè si può capire meglio dov'è il problema e quindi risolverlo a livello locale". 

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