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Nuovo anno scolastico, Pasqui: "Vivete questo cammino con serietà ed intensità: voi ragazzi rappresentate il futuro!"

Nuovo anno scolastico, Pasqui: "Vivete questo cammino con serietà ed intensità: voi ragazzi rappresentate il futuro!"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di augurio ai ragazzi per il nuovo anno scolastico dal sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui

Carissimi ragazzi,

mi rivolgo a voi e, insieme a voi, ai vostri insegnanti, ai dirigenti, al personale della scuola e ai genitori per augurare a tutti un “buon primo giorno di scuola”. Dopo la pausa estiva, comincia oggi un nuovo cammino fatto di formazione, ma anche di esperienze che non dimenticherete mai. Lo so, qualcuno potrà storcere il naso, tirare fuori i soliti discorsi di ragazzi sulla noia, sui doveri, sui compiti e le fatiche che quegli stessi banchi comportano, ma la scuola è qualcosa che vi resterà dentro per sempre e quelli che oggi vi possono sembrare ostacoli saranno per tutti voi, ne sono certo, ricordi dolcissimi. 

Vivete questo cammino, quindi, con la serietà di chi è consapevole che è nella scuola e attraverso la scuola che diventerà maturo, ma anche con l’intensità e, perché no, la leggerezza di chi, come voi, rappresenta la parola più bella che sia mai esistita: FUTURO!

Attenzione però, perché leggerezza non è superficialità, e la grande differenza tra questi due modi di approcciare la vita e le esperienze sta nella capacità di non sottovalutare le occasioni che la vita, e nel vostro caso la scuola, vi offre. La superficialità, nell’epoca dei social e del “tutti sono competenti su tutto”, è qualcosa di molto pericoloso da cui noi genitori, la scuola e tutte le figure chiamate ad educare, dobbiamo proteggervi, possibilmente con il vostro stesso aiuto.

Ho scritto, qualche riga più su, la parola FUTURO e so che molti di voi avranno certamente buttato un occhio alle finestre delle vostre  aule. Perché se guardiamo fuori, se guardiamo la nostra città ferita, il FUTURO è qualcosa che ci preoccupa. E sarei un bugiardo e un superficiale se vi dicessi che non è così anche per me.

Ma saremmo altrettanto superficiali se non ci rendessimo conto che le finestre verso cui abbiamo volto lo sguardo sono finestre di strutture non provvisorie, sicure e solide e non prendessimo coscienza che, a due anni da quel maledetto terremoto, c’è anche chi sta peggio di noi. Questo significa che dobbiamo accontentarci? Mai! Accontentarsi assolutamente mai! Anzi, sono convinto che il più è ancora da fare e che il fatto poteva essere migliore. Ma significa che dobbiamo sviluppare un criterio di oggettività che ci permetta di valutare sempre chi siamo, dove ci troviamo e dove stiamo andando. Avere coscienza, dunque, della realtà delle cose, per maturare la capacità di giudicare secondo l’essere e il vero, piuttosto che secondo il “sembrare”, il “sentito dire” o il “letto su Facebook”.

Nei giorni scorsi mi è tornata sotto mano una lettera che un famoso giornalista e scrittore, Roberto Gervaso, scrisse a suo figlio. Voglio prendere in prestito alcune di quelle meravigliose parole per augurare a tutti voi e a tutti noi un buon inizio di scuola: “Ogni conquista, anche la più piccola, la più insignificante esige uno sforzo... Tu punta sempre al massimo, chiedi a te stesso più di quello che a se stessi chiedono gli altri. Non distrarti, che non significa negarti agli svaghi della tua età, ai passatempi che, se non ti temprano, ti rilassano. Fai la tua vita, la vita di un giovane, e non perdere la gioia di vivere, neanche nei momenti difficili, in quelli che sembrano togliertene il piacere…”.

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